E' morta Terri Schiavo. Genitori della donna cacciati da marito E' finita l'agonia di Terri Schiavo, la 41enne in stato vegetativo da 15 anni cui, per ordine della magistratura, era stata staccata la sonda che l'alimentava dallo scorso 18 marzo. La sua vicenda, caratterizzata dalla lunga battaglia legale tra il marito della donna, Michael Schiavo, e la famiglia, ha diviso gli Stati Uniti. Il genitori di Terri, cacciati da Michael, non erano presenti quando Terri è morta. La sua morte non placherà però la faida famigliare. Michael e gli Schindler sono d'accordo perché vi sia un'autopsia: il marito vuole ricavarne la prova che Terri non era più in grado d'intendere e di volere; i familiari vogliono, invece, dimostrare che c'era ancora speranza per lei. Dopo l'autopsia, che sarà compiuta con l'autorizzazione della magistratura dal medico legale della Contea di Pinella, Michael vuole fare cremare Terri per farne poi inumare le ceneri in Pennsylvania, lo Stato natale suo e della moglie. I familiari avrebbero, invece, voluto seppellire la figlia. Ma, anche in questo caso, la magistratura ha dato loro torto. Terri Schiavo è morta poco prima le 16.00 italiane, avendo passato 12 giorni e 21 ore (309 ore in tutto) senza alimentazione, dopo che il tubo che le forniva liquidi e nutrimento era stato staccato, il 18 marzo, per ordine della magistratura. Sono trascorsi 15 anni, un mese e una settimana esatta da quando Terri piombò in quello che i dottori definiscono uno stato vegetativo persistente. All'origine del suo dramma, il 25 febbraio 1990, uno squilibrio di potassio che le arrestò temporaneamente il cuore e fece mancare per parecchi minuti l'ossigeno al suo cervello. Terri aveva allora 26 anni.
La battaglia famigliare è cominciata invece 12 anni fa, quando cioè il marito di Terri, Michael Schiavo, e la famiglia di lei, gli Schindler, litigarono sulle cure da dare alla donna e sulla gestione d'un indennizzo da un milione di dollari riconosciuto loro per ripagare gli errori dei medici nel trattamento dei problemi di Terri prima del malore. All'epoca, i genitori di Terri, Bob e Mary, cercarono di ottenere la custodia della figlia, sottraendola al marito, ma lasciarono poi cadere la causa.
Cinque anni fa, per la prima volta, il giudice statale del circuito giudiziario della contea di Pinella George Greer ordinò la rimozione del tubo d'alimentazione. Da allora, la trafila legale è proseguita incessante. Sei corti, statali e federali, si sono interessate del caso e, per sei volte, l'ultima ad Atlanta, la Corte Suprema degli Stati Uniti si è rifiutata d'intervenire.
Nel frattempo, il tubo era stato rimosso tre volte: la prima per circa 48 ore, la seconda per circa sei giorni, la terza - il 18 marzo - in modo definitivo. Le prime due volte, il tubo fu reinstallato, una volta per ordine della magistratura e una volta per ordine del governatore della Florida Jeb Bush. Nel 2003, infatti, il Parlamento della Florida approvò una legge che diede al governatore l'autorità di ordinare ai medici di ripristinare l'alimentazione di Terri. La legge è stata però successivamente dichiarata incostituzionale.
Un tentativo di fare una nuova legge è fallito il 23 marzo, per soli tre voti, nel Senato della Florida. Nella notte tra il 20 e il 21 marzo, il Congresso degli Stati Uniti ha varato una legge ad personam detta "salva Terri", autorizzando le corti federali a occuparsi del caso. Legge che si è invece rivelata inutile, perché nessuna corte federale ha contraddetto l'operato delle corti statali. Terri riposa in pace...
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