Suo figlio gli era vicino, e tenendogli la mano guardava il viso scavato del padre in quel letto di dolore.Lo guardava cercando di catturare il fotogramma di ogni istante di quella vita che stava giungendo ad un capolinea, e si domandava tra se e se quanto sia importante il valore del tempo che inconsapevolmente ridisegna sempre le nostre aspettative.Quasi a voler trovare parole che dessero un senso a quel momento dove i ruoli rimangono inalterati, a quel vecchio gli chiese:Sai papà: nel tempo che passa ogni giorno riguardo il passato e mi ritrovo nell’essere bambino in te.Io non sono nè giovane e nè vecchio, e questo mio non essere mi confonde perché ricerco risposte a domande mai pensate.Ogni giorno traccio le rughe del mio viso, che diventano la mia consistenza ed in esse leggo pensieri dimenticati che si trasformano in paure mai vissute.Tu papà ... nel mio viso riesci a vedere la mia anima?Perché a volte è diversa da come la immaginavo, perché non sempre siamo quello che diciamo e non sempre gli altri vedono quello che noi proviamo.Forse è facile nascondersi, ma mai come adesso desidero che tu sia il mio specchio, perché esso mi dona la consapevolezza, e la coscienza, e io... papà ... mai come adesso ho bisogno di te.Di quelle parole sudate in un desiderio mai così forte, segui un silenzio, che delineava una sospesa serenità, quasi fosse l’arcano che congiunge una così forte separazione. Quel vecchio nel suo tremore trovò la dolcezza di un sorriso, e con voce felpata dalla stanchezza lo guardò intensamente:Consapevolezza e coscienza ci portano a sperare, figlio mio ...a credere che la nostra vita non è solo un sogno o una parentesi di mezzo. Il nostro animo cambia come la nostra età, perché guardiamo al tempo che ci rimane e non più quello a disposizione.Tutto questo aumenta, il desiderio di voler continuare, di voler assaporare ogni istante della nostra vita, il voler essere padroni di noi stessi e avere la possibilità di guardarsi molte altre volte in quello specchio,nella speranza di poter continuare ad avere una coscienza, una consapevolezza.Quasi ironicamente si fugge dal nulla, perché ci terrorizza.Una dannata paura perché il nulla non è comprensibile, non è quantificabile, non è tangibile, non ha un criterio di valutazione.Allora proprio in questo momento, dove io sto andando verso questo nulla ti chiedo per l’amore che ho per te di non guardare solo al tuo animo, ma di coltivare la tua anima, perché proprio quell’anima, pur essendo astratta, impalpabile ed indefinibile, diventa la nostra speranza.