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CRONISTORIA DI UNA ASSURDITA’


Mercoledì ha appreso che la direzione nazionale di An lo aveva escluso dall'elenco degli eletti alla Camera dei deputati e ieri Maurizio Castro era già tornato nell'ufficio che occupava prima della campagna elettorale: quello di direttore generale dell'Inail. Nel frattempo in Alleanza nazionale trevigiana si era scatenata la bufera: una quindicina di candidati alle Provinciali, a due giorni dalla scadenza per la presentazione, aveva fatto sapere di essere pronta a ritirare la propria disponibilità a entrare in lista. Il commissario provinciale Denis Farnea a quel punto ha convocato una riunione d'urgenza per ieri sera. Alla fine i 15 hanno accettato la candidatura, ma il partito ha deciso che, per protesta, non presenterà nessuno nel collegio di Treviso 4 (che era stato riservato a Castro ) e ha inviato un duro documento di protesta a Roma.Si erano presentati ieri sera a una riunione a Treviso con intenzioni più che bellicose: rinunciare alla candidatura per le Provinciali per solidarietà con Maurizio Castro , al quale l'altro ieri la direzione nazionale del partito aveva tolto a sorpresa il seggio alla Camera dei deputati. Erano una quindicina dei 36 candidati di Alleanza nazionale per le prossime elezioni provinciali che, dopo due ore di discussione, hanno però deciso di far rientrare la loro contestazione. All'unanimità è stato deciso che il posto di Castro , che doveva essere candidato nel collegio di Treviso 4, resterà vuoto per protesta ed è stato inviato un duro documento alla direzione nazionale nel quale si chiede, fra l'altro, più attenzione dei vertici verso la Marca: «Abbiamo manifestato - spiega il commissario provinciale Denis Fanea - disappunto per l'abbandono del nostro territorio e abbiamo chiesto che sia posto rimedio all'errore fatto con l'esclusione di Castro attraverso un maggior impegno del partito in provincia di Treviso». La decisione di far rientrare la protesta è stata presa dai 15 anche dopo aver ascoltato Massimo Giorgetti, assessore regionale, che ha detto alla platea che la rinuncia alla candidatura avrebbe comportato l'uscita dal partito. La giornata per An non era cominciata benissimo. Ai sei candidati che già ieri avevano annunciato di volersi ritirare (Gianni Pellizzari, Fabrizio Ditadi, Marina Bonotto, Anna Bonamigo e Giuseppe Montuori, oltre allo stesso Castro ) si erano aggiunti Oscar Bordignon (Vedelago), Michele Stocco (Riese) e Liliana Modanese (Gaiarine). Altri avevano ancora qualche perplessità, ma erano orientati a seguire i nove: in tutto una quindicina, ossia quasi metà della lista. E i commenti, anche al di fuori dei dissidenti espliciti, erano comunque negativi: «Cerco sempre di evitare polemiche - aveva detto in mattinata Paolo Mares, sindaco di Castelcucco - perché voglio bene al partito, ma questa volta l'hanno fatta grossa: dobbiamo fare qualcosa, una questione del genere non può restare impunita. Se la politica è questa, non fa per me. Castro non lo conoscevo prima della campagna elettorale, ma mi è sembrato un'ottima persona, che si è messa a disposizione del partito e del territorio». «Non sono stato contatattato - aveva commentato l'ex presidente provinciale Carlo Manfrenuzzi, candidato in Conegliano 1 - ma resto perché sono al servizio del partito». Per Pellizzari «Castro è una persona capace e preparata, in grado di catalizzare le varie anime del partito, di infondere entusiasmo e di rilanciare il partito. È stato trattato in maniera indegna e nella stessa maniera è stata trattata anche la provincia di Treviso». Il rischio, a quel punto, era quello di dover ricostruire mezza lista in due giorni. Non ce n'è stato bisogno: un po' con le buone (l'appello all'unità del partito) e un po' con le cattive (la minaccia di Massimo Giorgetti di mettere fuori da An tutti coloro che avessero ritirato la candidatura) la protesta è rientrata. Tutti faranno la campagna elettorale e soltanto il posto di Castro , che aveva formalizzato a Farnea la sua rinuncia, resterà vuoto.Ieri mattina Denis Farnea, commissario provinciale di Alleanza nazionale da un paio di settimane, aveva già pronte le dimissioni per solidarietà con Castro , che aveva seguito per tutta la campagna elettorale. Poi è arrivata una telefonata di Gianfranco Fini che gli ha detto: «Sei un soldato, devi presentare la lista a tutti i costi». E Farnea, rincuorato dal leader nazionale del partito, ha deciso di rimanere al suo posto. La decisione di escludere Castro è stata presa a scrutinio segreto dalla direzione nazionale di Alleanza nazionale e il risultato è stato nettamente favorevole al rodigino Luca Bellotti, deputato uscente. E ieri mattina, in piazza dei Signori a Treviso, un vecchio iscritto di An, che aveva accolto con favore l'arrivo di Castro , ha commentato: «È stato un bell'esempio di democrazia interna, ma forse, per una volta, avremmo potuto fare a meno di un metodo così democratico». Con Castro la provincia di Treviso perde il secondo deputato per scelte nazionali in contraddizione con le promesse preelettorali: il primo era stato Eduardo Rina (Italia dei valori), che aveva dovuto lasciare il posto ad Antonio Di Pietro.(da Il Gazzettino di Treviso del 28 aprile 2006)