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Plebiscito per Muraro, Casa delle libertà al 58%


Leonardo Muraro vince anche al di là delle previsioni dell'ultimo sondaggio della Lega, fatto la settimana scorsa, che lo accreditava di una percentuale fra il 53 e il 56 per cento; Lorenzo Biagi perde rispetto alle previsioni del centrosinistra, che lo volevano almeno al 35-36 per cento; Giorgio Panto guadagna rispetto alle Politiche di un mese e mezzo fa ma si assesta un paio di punti al di sotto delle sue aspettative. Agli altri cinque candidati rimangono, come si usa dire, percentuali da prefisso telefonico, ossia lo zero virgola qualcosa. Al di là di tutti i commenti possibili, sta in questi numeri il riassunto di un'elezione che ha premiato il candidato di una Casa delle libertà che ha confermato il primato indiscusso nella Marca, così come era avvenuto il 9 e il 10 aprile (anche le percentuali sono state simili: allora le liste del centrodestra avevano sommato il 58,4 per cento, ieri il 58,3). Muraro è stato eletto al primo turno e ha primeggiato praticamente dappertutto, anche se - quasi un paradosso - ha perso per una ventina di voti proprio nella sua Mogliano. All'interno della sua coalizione Forza Italia è il primo partito (18,1 contro il 21,1 delle Provinciali del 2002 e il 25,2 delle Politiche di aprile) soltanto perché la Lega ha deciso di sdoppiarsi: la lista ufficiale ha preso il 15,6 e quella "di appoggio" di Zaia il 13,6: un risultato sorprendente quello del vicepresidente della Regione, che conferma tuttavia le più recenti analisi di molti politologi, secondo cui ormai sono i leader a contare più dei partiti. In calo invece, dopo l'exploit delle Politiche, sia Alleanza nazionale (dal 10,3 passa al 5,4 e conferma in pratica il risultato del 2002) sia l'Udc (dal 6,7 al 5,6, uno 0,3 per cento in più rispetto a quattro anni fa). Quello che era considerato lo zoccolo duro del centrosinistra in provincia, ossia il 35 per cento, non è più così duro: Biagi passa di poco il 30 per cento e le sette liste che lo sostenevano si fermano sotto il 29. Nonostante la delusione che ieri si respirava in casa dell'Unione, resta una piccola soddisfazione: aver superato la percentuale che nel 2002 ottennero Bottacin e Sabiucciu, i due candidati del centrosinistra, che sommarono un 27,4 per cento. Ma è una consolazione da poco, se si pensa che un mese e mezzo fa i partiti di Romano Prodi portarono a casa quasi il 36 per cento. Un calo attribuibile quasi completamente all'Ulivo, sceso dal 23,6 per cento di aprile al 17,6 di ieri. Calano di qualche decimo di punto quasi tutti i partiti dell'Unione e possono sorridere soltanto Verdi e Comunisti italiani, che sfiorano il 5 per cento, quasi il doppio di quanto riuscirono a ottenere alle Politiche. Giorgio Panto può guardare il bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno: mezzo vuoto se si considerano le Regionali dell'anno scorso, quando arrivò al 16 per cento, mezzo pieno se si guardano le Politiche di aprile, quando si fermò al 6. (da Il Gazzettino di Treviso del 30 maggio)