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ANTENNE, I COMITATI ATTACCANO L’ARPAV


Le misurazioni, teoriche e pratiche, dell’Arpav sui campi elettromagnetici delle antenne per la telefonia mobile non placano l’opposizione dei comitati di Treviso. “Non basta che il campo elettromagnetico sia inferiore ai 6 volt metro come prescrive la legge – ribattono unanimi – per essere certi sull’assenza di conseguenze, dovrebbero essere inferiore a 0,50 volt/metro”. Severe critiche al metodo utilizzato dall’Arpav vengono da Lucio Zaninotto, presidente del Coordinamento dei primi comitati anti-antenna. “L’Arpav – dice ancora – nel rilevare il campo elettromagnetico, omette di specificare se l’antenna funziona al massimo della potenza o solo in parte. In questo caso dovremmo attendere il peggio”.“L’Arpav si attiene alla legge che pone il limite dei 6 volt/metro – commenta Angelo Anello del comitato di via Capodistria che fa capo al Forum contro l’elettrosmog – ma è dimostrato che già a questa potenza le cellule cominciano a scaldarsi. Solo sotto lo 0,50 volt/metro non si registrano modifiche. Ridurre il campo elettromagnetico è possibile usando le microcelle. Certo costano di più alle aziende ma danno maggiori garanzie dal punto di vista della salute e dell’aspetto estetico-ambientale”. (da la Tribuna di mercoledì 30 novembre 2005)