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IN FERMENTO IL DIBATTITO IN AN


L'on. Gustavo Selva è preoccupato per le sorti del suo partito, Alleanza nazionale , ed ha diffuso una nota sulla situazione provinciale che si può riassumere così: nel passato - soprattutto nel 1996 - An in provincia di Treviso ha ottenuto rilevanti consensi alle politiche, grazie soprattutto alla figura trainante del segretario nazionale Fini, ma negli anni più recenti si è assistito ad una caduta di consenso. Caduta addebitabile prima di tutto alla classe politica espressa nella Marca e poi alla litigiosità nel partito. Cosa ne pensa il segretario provinciale di An, Carlo Manfrenuzzi? «Ci sarebbero tante osservazioni da fare su ciò che dice Selva. Le ho chiare in testa e stanno qua sulla punta della lingua, ma in queste settimane siamo tutti concentrati sull'Avvento. Preferiamo guardare al Natale. Quindi sto zitto. Non mi si chieda altro, per favore». In un certo senso, Manfrenuzzi entra nello spirito di pace invocato da Selva. Sceglie invece di parlare Pietro Giorgio Davì, il sindaco di Valdobbiadene, il più importante amministratore pubblico di An nella Marca. «Per gran parte condivido l'analisi di Gustavo Selva, un uomo le cui ricadute di immagine sul nostro partito sono state assai significative e che non ha mai fatto mancare una risposta se richiesto di qualcosa. Nonostante l'età, resta un personaggio importante. Il problema è che Selva è più un politico di statura nazionale che un esponente trevigiano, impegnato sui peculiari problemi della Marca». «Perché dobbiamo capire - dice Davì - che la caduta di consenso di An rimanda a diversi fattori. E uno di questi fattori è anche la scarsa considerazione in cui , a Roma, si tengono le istanze di autonomia che trovano largo seguito nella Marca. Tutte le formazioni che, nel tempo, hanno chiesto autonomia decisionale sono state premiate dagli elettori». «Poi - prosegue Davì - ci sono errori a livello regionale. A Venezia la provincia di Treviso è tenuta nella considerazione di Cenerentola. I responsabili di An paiono trovare vantaggio dalla situazione del partito in provincia di Treviso e si guardano bene dall'intervenire per contribuire a soluzioni. A loro sta bene che Treviso sia emarginata». «Errori sono stati commessi a livello provinciale. Più il partito ha perso consensi, più sono aumentate le liti. E nella formazione delle liste si è dato poco spazio agli uomini impegnati nelle pubbliche amministrazioni, cioè quelli che davvero si sono misurati con il consenso popolare».(da Il Gazzettino di Treviso di martedì 20 dicembre 2005)