Esperienzaemozionale

La signora del caviale


Recensione    Anche questa volta, come per i suoi precedenti, Michele Marziani ha saputo produrre un romanzo di qualità, dove al suo interno, trovano spazio storia, cultura, relazioni umane, ma soprattutto: “Emezioni”.Un romanzo di pura invenzione, basato su reali avvenimenti, che sarebbero tranquillamente potuti accadere.Ambientato in un periodo storico nel quale, il sottofondo è la seconda guerra mondiale, ma che in verità abbraccia un periodo più ampio, dove l’inizio nasce ancor prima della guerra, e la fine è situata ai nostri giorni.In questo splendido spaccato di storia, Michele riesce a trovare un anima per ogni protagonista, le persone non sono solo vuoti figuranti, bensì,  Esseri Umani con le loro umane contraddizioni.I tedeschi non sono solo nemici, ma possono essere anche brave persone, inserite forse, involontariamente in un flusso di grande portata che, volontariamente o meno, ha inglobato tutti nel proprio perverso ingranaggio, chi da un lato, chi dall’altro.Passando da alleati a nemici, in un alternarsi di dinamici eventi, come avviene per l’immagine che Nellino nutre per gli ebrei, in un progressivo mutamento di consapevolezza, scoprendo che, quelli che lui da giovane reputava persone indegne, invece sono state le figure che forse più stimava ed ammirava.Il filo conduttore di questo romanzo è Nellino, che dalla fanciullezza percorre l’adolescenza.Mentre dai suoi occhi, la narrazione cambia prospettiva con il crescere e prendere coscienza che non sempre quello in cui si crede può essere la verità, o la posizione più giusta.Una visione più ampia e cambiare prospettiva, a volte permette di  mutare opinioni.E’ questo che accade, in un susseguirsi di circostanze e, nello scandire del tempo, che determina il continuo riproporsi  del tutto, senza evidenti modifiche, dove ogni cosa scorre: tranquilla… come il grande fiume Po. Sempre uguale, sempre ciclico, nonostante la sua acqua non sia mai la stessa.Alternandosi a periodi di repentine e dinamiche situazioni che, drasticamente, sconvolgono un sistema rituale, affidandolo al caos più totale, che modifica radicalmente quel mondo che non tornerà mai più alla sua origine.Il grande fiume, che fluisce segnando un epoca e le sue genti, osservando distaccato nel suo corso i destini di intere generazioni, apparentemente immutato, ma, nel profondo, segnato anch’egli da cambiamenti, che lo portano, nonostante l’apparenza, a modificare la propria anima, sostanza e valenza.Nellino dunque, lentamente avanza nella sua crescita, scoprendo sempre qualcosa che muta le prospettive e convinzioni.Ogni evento, persona, situazione, che può sembrare a se stante, trova una correlazione ed un legame, come per i pescatori di Astrakan, luogo sconosciuto e lontano per gli abitanti del Po, che scoprono, infondo, non esistere grandi diversità fra loro e quel lontano mondo, dove anche i sogni di quelle genti si rivelano essere uguali ai propri.La valutazione che possiede Nellino di suo padre, gli impensabili legami con i principali personaggi del racconto, l’amore, con le sue controverse emozioni e, non di meno, il dialogo interiore con se stesso di Nellino, fanno incontrare contraddizioni e umani sentimenti, in un introspezione davvero struggente, che trova il suo apice nella vecchiaia e il ritorno al vecchio paese natio, dopo una vita vissuta volutamente lontana da quei luoghi.Un percorso davvero suggestivo, che attraversa su vari piani un tempo, insinuando in ognuno di noi spunti di riflessione, evocando emozioni e sentimenti pienamente condivisibili e comprensibili, in un racconto davvero prezioso e imperdibile.                                                                                                                                                Giovanni Molon