Esperienzaemozionale

Felicità


 La pura felicità, nasce dall’assenza di desiderio. La felicità alberga nella condizione in cui si è tali solo per il puro fatto di esistere, senza necessariamente motivazioni legate all’avere, al domani, al perché… Provate per un attimo a chiudere gli occhi e guardare in voi stessi… ripercorrendo a ritroso il tempo, fin dove l’infanzia dominava il vostro tempo. Provate a ricordate il momento in cui aprivate gli occhi al nuovo giorno e puntualmente il sorriso compariva spontaneo nei vostri occhi… mentre la gioia riempiva il cuore… Era una gioia immotivata, ma piena globale: una gioia che scaturiva prepotente e forte dal profondo. Nasceva e si proponeva assieme all’energia che riempiva ogni attimo e gesto del giorno. Con lo scorrere del tempo, la vita ci riempie con le aspettative, il futuro, con desideri e rinunce, con le frustrazioni, con il passato, i ricordi, i rimpianti… Così facendo si vive non più il presente, l’oggi, ma bensì in funzione di quello che deve arrivare o di ciò che già è accaduto… Tutto ciò ci fa scordare che la vita è ora e la felicità pura è nel vivere e nulla più. Non guardiamo più in noi stessi, nel nostro cuore, ma guardiamo avanti o indietro, viviamo in funzione di qualcosa o qualcuno e questo ci impedisce di essere quello che siamo e sentire quello che la nostra profondità cerca di dirci… La voce interiore si perde, confusa dal frastuono esterno, dall’incessante procedere del tempo che rincorriamo, scordandoci cosa significhi vivere, scordando la felicità che questa ci procura. Ad un determinato punto, quella voce inascoltata, inizia ad urlarci dentro, dicendoci che qualcosa non và, che dobbiamo cambiare rotta: quando accade questo molti si rifugiano dal psicologo, per comprendere cosa non va… Basterebbe semplicemente chiudere gli occhi, entrare in noi, staccare il tempo ed ascoltare, semplicemente ascoltare noi stessi… Dopo il psicologo, il psichiatra e gli eventuali antidepressivi,ansiolitici o calmanti, con la conseguenza di inebetirci per non sentire più nulla. Arrivati a questo punto, la voce ormai senza fiato, stanca di non essere ascoltata, demanda il compito di attirare l’attenzione al fisico e così, iniziano, le malattie psicosomatiche, le patologie, con conseguente deviazione al medico che cura il fisico e il sintomo: altre medicine, altra cura, ma si continua a non ascoltare, a non porsi il motivo del perché… perché qualcosa non funziona nella nostra mente, nel nostro fisico, perché questo disagio? Continuando così a non ascoltare, a vivere in contrasto con la nostra verità , felicità e serenità interiore. Curiamo i sintomi e le patologie primarie rimangono; la voce è soffocata , il nostro agire contrasta la via della felicità e tutto ciò porta a degenerare prima la psiche poi il corpo… Viviamo una vita da sordi e ciechi, perseguendo una felicità che già è innata e possediamo nel nostro d.n.a. viviamo nel domani e nell’ieri alla ricerca esterna di qualcosa che già è in noi… Vivere “contro” la nostra essenza porta verso il cancro e l’aridità, che dilaga dentro e fuori i nostri corpi, nelle azioni, nei sentimenti, nelle emozioni, nella società… Il materialismo e il non ascolto di se stessi e di quell’energia intelligente che produce e permea ogni cosa, che permette ad un fiore, una pianta, un albero, una vita di nascere, fiorire, riprodursi, vivere per la pura gioia di farlo, ci esclude dall’armonia e dalla simbiosi con il tutto. Ricerchiamo motivi esterni e quando casualmente sentiamo quel richiamo quella voce… troviamo mille scuse, motivi per ignorarla e così facendo andiamo contro alla vita e alla gioia, contro il senso ed il motivo dell’esistenza stessa… Il segreto è semplice, saperci ascoltare, sentire cosa vuole la nostra profondità, lasciarla uscire, e non contrastare il disegno che essa produce, perché come dona armonia ad un albero o ad un tramonto, tanto più lo può fare con la nostra esistenza, con la nostra vita… Felici festività ^__^ jo