Esperienzaemozionale

Gli uomini


Gli uomini.Gli stereotipi, forse definiscono un alta percentuale di uomini, ma non è la regola, sarà che mi sento anomalo nel pianeta uomo, ma non mi ritrovo nelle definizioni più diffuse.Sono ormai arrivato a 49 anni e quindi non dovrei, secondo canoni precostituiti, più essere considerato bambino, anche se, a volte mi sembra ancora d'esserlo, ricerco ancora la gioia ed il gioco, amo i sogni e credere nella magia, nonostante il continuo confronto con un mondo che continuamente soffoca e opprime questa idea. Farsi la barba ogni giorno è una gran rottura anche se, la barba e i peli con il tempo diventano qualcosa di normale sentirli, come lo sono i capelli e le ciglia.Quando mi sento depresso difficilmente parlo con qualcuno. Ho sempre trovato difficoltà ad incontrare una persona capace di ascoltarmi e comprendermi nel profondo, con il cuore: tutti sanno sentire, pochi riescono ad ascoltare con empatia, e comprendere fino in fondo. Questo vale sia per le donne che per gli uomini. Spesso nelle donne ho rivelato logorroici discorsi vuoti e negli uomini grande incapacità di lasciarsi andare e mettersi in gioco, di esternare le proprie emozioni e incapacità ad ascoltare.Molte volte i discorsi degli uomini diventano monotematici: donne, sesso, pallone auto, prestigio, soldi.Oppure tutto si restringe ad un interesse comune una passione, che mi risulta già meglio, ma il tutto rimane relegato a questo spettro d'azione.Quindi, quando sono particolarmente malinconico io scrivo, scrivo fin dall'adolescenza e cerco di imprimere quello che sento sulle parole, come un discorso a me stesso, un domandar-si e risponder-si, un ricercarsi scavando dentro di se..."Quando piangi leggendo qualcosa o guardando un film, non piangi tanto per quello che vedi o leggi, bensì per quello che questi riescono a far emergere dal tuo subconscio, da quello che è nascosto e sepolto inconsciamente dentro di te".Accade anche a me questo, e molte volte mi son chiesto perchè? perchè un film, un evento, una situazione, apparentemente lontana, che non mi tocca da vicino riesca a provocarmi un pianto così intenso e improvviso, un tale stato di prostrazione e dolore? L'ultima volta che mi è accaduto è stato dopo aver letto un libro, non riuscivo a finire l'ultimo capitolo, ogni volta che lo iniziavo un magone mi prendeva la gola e se insistevo scoppiavo in un pianto disperato ed intenso...Quelle parole, entravano in risonanza con la mia profonda interiorità e, scatenavano una reazione violenta, esternando un intenso dolore celato e latente, creando una via di fuga ed emersione a qualcosa che giace nascosto, aprendo una porta, una breccia in quella armatura che con il tempo abbiamo costruito, ma che serve più a difenderci dall'esterno che dagli attacchi interni.