Atlantide

"Amore mio, aiutami"


"Amore mio, aiutami" Ieri sera ho guardato un film: cosa in generale non molto eclatante, se non che io non ne guardo mai, sempre presa come sono da lavoro e famiglia. Ieri sera mio marito era fuori per lavoro e i bambini a letto: mi sono gustata, seppur carica di sonno, un film, peraltro già iniziato, in tv. C'erano molti film e in prima battuta mi sono soffermata sul famoso Mr e mrs Smith con Brad Pitt e Angelina Jolie: dopo dieci minuti di azione e sparatorie fra i due che grottescamente si chiamavano "amore" e poi si rincorrevano per la casa sparandosi addosso di tutto, ho cambiato canale, chiedendomi se non fosse veramente ora di andare a letto e almeno riposare, se non almeno divertirmi... Scorrendo i canali sono quindi capitata su La7, che è sempre comunque una bella conferma. Davano un vecchio film con Alberto Sordi e Monica Vitti: "Amore mio, aiutami". Un film bello, intenso, tragico, e sempre attuale, malgrado i suoi 40 anni. Mi sono riconciliata col cinema. Una situazione di tradimenti, di comprensioni e incomprensioni, di sentimenti visti con freddo cinismo, ma veri e profondi. Mi sono immedesimata, mio malgrado, in tante delle situazioni descritte e questo mi ha lasciato quell'amaro in bocca che mi ha riportato ad episodi vissuti in un recente passato, ma comunque lontani dalla situazione attuale. Il tradimento in una coppia consolidata o più che il tradimento "reale", quello "emotivo", il desiderio di non esserci, di immaginarsi altrove, in un'altra vita, che non è stata la nostra. Il dolore che questa situazione provoca in chi la vive è insopportabile, ma una sua risuluzione positiva porta inevitabilmente a situazioni ancora più dolorose per tutti. Il film descrive proprio questo momento e le decisioni-indecisioni che la situazione comporta. E' struggente, doloroso, amaro.Ho ripensato con nostalgia a Max, ma ho anche preso le distanze dal quel periodo vissuto con tanta intensità: troppa fatica, troppo dolore. Ora non lo sento da due mesi e se non provo il desiderio di scrivergli più è per l'enorme senso di inutilità che ora il pensiero di lui, non più confuso dai forti sentimenti, mi suscita. Sai, Max, mi facevi sentire bella, o forse tu facevi sembrare tutto bello ai miei occhi.