Ancora una volta

Galdino (storia di un matto) Quarto Capitolo


Galdino intimò a Dordoni di fermarsi davanti all’ufficio della direttrice -La signora è cattiva- esclamò d’un tratto con voce roca -Ha permesso a quel maiale di Onofrio di torturarmi per anni senza fare nulla- Come un bambino, si passò il dorso della mano sul naso, cercando goffamente d’asciugare una lacrima che, solitaria, gli solcò la guancia pallida e scavata -Ma potrebbe essermi utile. Apri la porta dottore-Il medico esitò solo un istante, quindi fece ciò che gli era stato ordinato -Non c’è- mormorò dopo aver dato un’occhiata all’interno. Scostandolo con decisione, Galdino entrò a sua volta -Non esce quasi mai da qui, dove potrebbe essere andata?- disse con rabbia a stento trattenuta. Dordoni, inespressivo, si limitò ad allargare le braccia. In quello stesso momento, il telefono posto sulla scrivania iniziò a squillare. Con un balzo, Galdino afferrò il ricevitore e lo alzò senza rispondere -Direttrice? Sono Carmelo. Galdino ha assassinato Onofrio e si è impossessato della sua pistola! Ho già chiamato la polizia, saranno qua in pochi minuti e…- Galdino sbatté giù il ricevitore con violenza -Andiamo dottore, possiamo anche fare a meno di lei, svelto!-****Brigida, dopo essersi lavata le mani, si osservò allo specchio. La discussione avuta con Filippo l’aveva amareggiata e delusa. Con lui, non era mai nata quella complicità che avrebbe voluto, e solo la sua grande esperienza e professionalità aveva fatto si che non l’avesse ancora cacciato. Asciugandosi, si ripromise che l’indomani gli avrebbe parlato di nuovo. Aveva infatti intenzione di aumentare il numero delle guardie, ma l’avversità del medico a questo proposito la innervosiva e irritava. Lo voleva dalla sua parte, anche a costo di farne a meno. Uscendo dal bagno, notò con stupore che la porta del proprio ufficio era spalancata. Eppure era sicura di averla richiusa.****Dordoni, pur rendendosi conto del crescente nervosismo di Galdino, non si mosse di un millimetro -Ascoltami bene ragazzo. Non hai nessuna possibilità di farla franca. Ti braccheranno e finirai i tuoi giorni a marcire in una cella, se non peggio. Non so cosa sia accaduto con Onofrio, ma qualsiasi cosa tu abbia fatto avrai delle attenuanti, tutti conoscevano la sua crudeltà- Sapeva di correre un rischio, ma non avrebbe tralasciato nulla al fine di salvare la propria vita e quella dell’uomo che lo stava minacciando. Galdino lo fissò inclinando leggermente il capo, mentre un leggero tic gli fece vibrare il sopracciglio destro.-Galdino!-La voce li fece voltare all’unisono. Brigida, ritta sulla porta, osservò entrambi con stupore. Contemporaneamente, Galdino alzò il braccio puntandole contro la rivoltella -Dove ti eri cacciata signora? Aspettavamo solo te sai?- disse sfoderando un mezzo sorriso. In quel frangente, l’atteggiamento della direttrice cambiò radicalmente. Il cipiglio, deciso e severo nella maggior parte delle occasioni, lasciò il posto a un’espressione allarmata e impaurita. Il suo sguardo, in particolar modo, si soffermò sulla canna dell’arma rivolta verso di se -Non devi aver paura signora…- esclamò Galdino divertito -Non voglio mica ucciderti sai? Ormai non ci speravo più ma, adesso che sei tornata, verrai con me e il dottore in un posto- Incapace di spiaccicare anche la benché minima parola, Brigida voltò lentamente lo sguardo verso Dordoni che, impassibile, annuì appena con la testa.-E’ molto importante che ci siate tutti. Vorrei portare anche Carmelo e Carlo ma poi, chi resterebbe qua? Onofrio no, lui…lui credo che non può più adesso- proseguì Galdino in tono mesto. La direttrice si portò entrambe le mani alla bocca -Cosa…cosa hai fatto Galdino- disse in una specie di rantolo -Io…io non volevo signora. Ma lui continuava…continuava…- Ora, le lacrime sul suo volto iniziarono a scendere copiose, la mano che reggeva la pistola tremò visibilmente. Dordoni ne approfittò subito. Lanciandosi in avanti, afferrò il polso di Galdino con entrambe le braccia. Colto di sorpresa, quest’ultimo vacillò sino ad andare a cozzare contro la scrivania. Ciononostante, la differenza d’età e di stazza ebbe la meglio. Con una spinta, Galdino ricacciò il medico all’indietro mentre la direttrice, cogliendo al volo l’occasione, si precipitò fuori dall’ufficio. Disinteressandosi del dottore, Galdino fece altrettanto -Fermati signora, non scappare…fermati!- urlò. La donna, sul momento, parve voler obbedire all’ordine. Ma, dopo un attimo d’esitazione, riprese a correre nuovamente.Lo sparo rimbombò come un tuono nello spazio ristretto del corridoio. Colpita all’altezza della spalla, Brigida Marini si accasciò al suolo con un urlo di dolore. Dordoni, paralizzato sulla soglia dell’ufficio, si portò le mani al viso -Non mi hai voluto ascoltare stupida…- piagnucolò Galdino. La donna cercò di dire qualcosa, ma una fitta glielo impedì -Non posso portarti con me adesso, ma va bene lo stesso- proseguì Galdino -Non voglio essere solo quando lo affronterò, andiamo dottore-