Dopo aver lasciato la stanza, Joseph lo precedette per l’ennesimo e stretto passaggio. Lo percorsero in fretta, tra borbottii di protesta e il rumore dei loro passi sul terreno sconnesso. Immerso nei propri pensieri, Lapo andò quasi a sbattere contro il frate che, senza preavviso, si fermò di colpo. Una massiccia porta di legno, serrata da un lucchetto di notevoli dimensioni, sbarrava loro la strada.-Dopo il professore, e il sottoscritto, sarai la terza persona a varcare questa soglia- disse dopo aver preso una chiave dalla tasca della tonaca.-Ciò che vedrai al di la di questa porta, non dovrà assolutamente essere rivelato a nessuno, nemmeno alla tua famiglia-Lapo lo fissò, titubante.-E potrei sapere, se non chiedo troppo, per quale motivo mi verrebbe concesso un simile onore?-Nonostante la situazione, non riuscì a celare una nota di sarcasmo nella domanda. Joseph stavolta non sorrise, anzi.-E’ quello che mi sto chiedendo anch’io ragazzo. Nella mail, il professore mi ha accennato qualcosa circa il tuo carattere a dir poco… estroverso e bizzarro. Eppure, sembra nutrire una grande fiducia nei tuoi confronti-Lapo aprì la bocca per aggiungere qualcosa, ma il frate non gliene diede il tempo.-Però, non tutti la possiamo vedere nella stessa maniera. E, ad essere sincero, non mi sei risultato molto simpatico sin da subito, ragazzo. Forse era meglio che ti lasciassi la fuori, alla mercé di coloro che ti hanno sparato addosso-Lapo deglutì.-Puoi solo ringraziare la grande amicizia che mi lega al professore, quindi ti avverto. Porta rispetto al luogo in cui ti trovi, e cerca di fare lo spiritoso il meno possibile. Sono stato chiaro?-Suo malgrado, Lapo annuì. Il tono, sommato alla notevole stazza di Joseph, non ammettevano repliche.-Bene ragazzo, adesso possiamo entrare-Ciò che Lapo vide non appena furono all’interno, lo lasciò letteralmente di stucco. Il salone, del tutto simile a quelli visitati sino a quel momento, si differenziava solo per un particolare. Sulla parete più lontana, un enorme dipinto su tela, sembrava incombere sulla stanza abbracciandola coi suoi colori vivaci.-Notevole vero?- disse Joseph.Lapo parve non averlo nemmeno udito. A grandi falcate, si avvicinò al quadro e vi si fermò dinanzi, estasiato.-Non credo sia necessario spiegarti di cosa si tratti- disse il frate alle sue spalle.A quelle parole, Lapo sembrò riscuotersi. Voltandosi, fissò Joseph, incredulo.-Ma non…non è possibile…come…come…cosa significa…- balbettò confuso.Raggiungendolo, il frate gli si mise accanto. Dopo aver contemplato il dipinto per alcuni istanti, si voltò di nuovo verso di lui, ancora scosso.-Capisco la tua sorpresa, è del tutto comprensibile. Ma, prima che possa spiegarti, è necessario che tu ti concentra sui particolari. Non aver fretta, hai tutto il tempo che vuoi. Ti lascio solo-Senza dargli il tempo di replicare, uscì rapidamente dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle. Lapo si voltò nuovamente verso il quadro.L’Ultima Cena.Quante volte aveva visitato il celebre affresco a Milano? Dieci, quindici? Ma vederlo rappresentato su tela, anche se in dimensioni ridotte, l’aveva lasciato senza fiato. Pur conoscendo la ritrosia di Leonardo a dipingere su pareti, non si sarebbe mai aspettato di fare una simile scoperta. Ricordandosi delle parole di Joseph, cercò di concentrarsi sul dipinto. Immediata, la differenza gli balzò all’occhio nitida, come una macchia d’inchiostro sopra un foglio bianco. Avvicinandosi ulteriormente, appoggiò le mani tremanti sulla tela.Maddalena.L’immagine, alla destra di Gesù, si differenziava notevolmente da quella “originale” Immediato, il ricordo dei vangeli apocrifi lo assalì improvviso, rievocando teorie considerate ormai sepolte. Ma, ciò che lo colpì con maggior forza, furono i segni pressoché invisibili a occhio nudo sull’abito della figura rappresentata. Aguzzando la vista, riuscì a malapena a scorgerne i tratti, sbavati e contorti.S.L.S.R. Quattro lettere, quattro segni appena intuibili anche per un esperto come lui. Cosa potevano significare? Possibile che il professore, tanto meno Joseph, le avessero mai notate? A grandi passi, si avviò verso l’uscita, l’adrenalina a mille. Picchiando con forza sul legno, attese impaziente. Quando finalmente la porta si aprì, il sorriso di Joseph lo colse di sorpresa.-Allora ragazzo, le hai viste anche tu vero?-Per la seconda o terza volta, nel volgere di poco tempo, Lapo rimase a bocca aperta.-Non giudicarmi un idiota, ragazzo. Pensavi forse che non le avessimo notate? Il professore ci è quasi impazzito su quelle quattro lettere-Afferrandolo per un braccio, lo trascinò di nuovo verso il dipinto.S.L.S.R. disse risoluto.-Cosa vuol dire? Te ne sei fatto un’idea?-Lapo scosse la testa.-E allora vedi di fartela. Altrimenti, sei libero di andartene subito, anche se te lo sconsiglio. Qualcuno, la fuori, potrebbe ancora essere in agguato--Non si tratta certo di un oggetto- rispose con un filo di voce.-Ma chi sono coloro che mi vogliono morto?-
La Reliquia 4
Dopo aver lasciato la stanza, Joseph lo precedette per l’ennesimo e stretto passaggio. Lo percorsero in fretta, tra borbottii di protesta e il rumore dei loro passi sul terreno sconnesso. Immerso nei propri pensieri, Lapo andò quasi a sbattere contro il frate che, senza preavviso, si fermò di colpo. Una massiccia porta di legno, serrata da un lucchetto di notevoli dimensioni, sbarrava loro la strada.-Dopo il professore, e il sottoscritto, sarai la terza persona a varcare questa soglia- disse dopo aver preso una chiave dalla tasca della tonaca.-Ciò che vedrai al di la di questa porta, non dovrà assolutamente essere rivelato a nessuno, nemmeno alla tua famiglia-Lapo lo fissò, titubante.-E potrei sapere, se non chiedo troppo, per quale motivo mi verrebbe concesso un simile onore?-Nonostante la situazione, non riuscì a celare una nota di sarcasmo nella domanda. Joseph stavolta non sorrise, anzi.-E’ quello che mi sto chiedendo anch’io ragazzo. Nella mail, il professore mi ha accennato qualcosa circa il tuo carattere a dir poco… estroverso e bizzarro. Eppure, sembra nutrire una grande fiducia nei tuoi confronti-Lapo aprì la bocca per aggiungere qualcosa, ma il frate non gliene diede il tempo.-Però, non tutti la possiamo vedere nella stessa maniera. E, ad essere sincero, non mi sei risultato molto simpatico sin da subito, ragazzo. Forse era meglio che ti lasciassi la fuori, alla mercé di coloro che ti hanno sparato addosso-Lapo deglutì.-Puoi solo ringraziare la grande amicizia che mi lega al professore, quindi ti avverto. Porta rispetto al luogo in cui ti trovi, e cerca di fare lo spiritoso il meno possibile. Sono stato chiaro?-Suo malgrado, Lapo annuì. Il tono, sommato alla notevole stazza di Joseph, non ammettevano repliche.-Bene ragazzo, adesso possiamo entrare-Ciò che Lapo vide non appena furono all’interno, lo lasciò letteralmente di stucco. Il salone, del tutto simile a quelli visitati sino a quel momento, si differenziava solo per un particolare. Sulla parete più lontana, un enorme dipinto su tela, sembrava incombere sulla stanza abbracciandola coi suoi colori vivaci.-Notevole vero?- disse Joseph.Lapo parve non averlo nemmeno udito. A grandi falcate, si avvicinò al quadro e vi si fermò dinanzi, estasiato.-Non credo sia necessario spiegarti di cosa si tratti- disse il frate alle sue spalle.A quelle parole, Lapo sembrò riscuotersi. Voltandosi, fissò Joseph, incredulo.-Ma non…non è possibile…come…come…cosa significa…- balbettò confuso.Raggiungendolo, il frate gli si mise accanto. Dopo aver contemplato il dipinto per alcuni istanti, si voltò di nuovo verso di lui, ancora scosso.-Capisco la tua sorpresa, è del tutto comprensibile. Ma, prima che possa spiegarti, è necessario che tu ti concentra sui particolari. Non aver fretta, hai tutto il tempo che vuoi. Ti lascio solo-Senza dargli il tempo di replicare, uscì rapidamente dalla stanza richiudendosi la porta alle spalle. Lapo si voltò nuovamente verso il quadro.L’Ultima Cena.Quante volte aveva visitato il celebre affresco a Milano? Dieci, quindici? Ma vederlo rappresentato su tela, anche se in dimensioni ridotte, l’aveva lasciato senza fiato. Pur conoscendo la ritrosia di Leonardo a dipingere su pareti, non si sarebbe mai aspettato di fare una simile scoperta. Ricordandosi delle parole di Joseph, cercò di concentrarsi sul dipinto. Immediata, la differenza gli balzò all’occhio nitida, come una macchia d’inchiostro sopra un foglio bianco. Avvicinandosi ulteriormente, appoggiò le mani tremanti sulla tela.Maddalena.L’immagine, alla destra di Gesù, si differenziava notevolmente da quella “originale” Immediato, il ricordo dei vangeli apocrifi lo assalì improvviso, rievocando teorie considerate ormai sepolte. Ma, ciò che lo colpì con maggior forza, furono i segni pressoché invisibili a occhio nudo sull’abito della figura rappresentata. Aguzzando la vista, riuscì a malapena a scorgerne i tratti, sbavati e contorti.S.L.S.R. Quattro lettere, quattro segni appena intuibili anche per un esperto come lui. Cosa potevano significare? Possibile che il professore, tanto meno Joseph, le avessero mai notate? A grandi passi, si avviò verso l’uscita, l’adrenalina a mille. Picchiando con forza sul legno, attese impaziente. Quando finalmente la porta si aprì, il sorriso di Joseph lo colse di sorpresa.-Allora ragazzo, le hai viste anche tu vero?-Per la seconda o terza volta, nel volgere di poco tempo, Lapo rimase a bocca aperta.-Non giudicarmi un idiota, ragazzo. Pensavi forse che non le avessimo notate? Il professore ci è quasi impazzito su quelle quattro lettere-Afferrandolo per un braccio, lo trascinò di nuovo verso il dipinto.S.L.S.R. disse risoluto.-Cosa vuol dire? Te ne sei fatto un’idea?-Lapo scosse la testa.-E allora vedi di fartela. Altrimenti, sei libero di andartene subito, anche se te lo sconsiglio. Qualcuno, la fuori, potrebbe ancora essere in agguato--Non si tratta certo di un oggetto- rispose con un filo di voce.-Ma chi sono coloro che mi vogliono morto?-