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Anche stasera piove sulla mia finestra

Post n°178 pubblicato il 25 Settembre 2010 da And_But_Not_The_End

Pioggia.

Lacrime che rigano le finestre, quelle finestre, quelle da cui tu hai guardato tante cose, tante persone, tante vicende succedersi a ritmo incessante nella tua mente dopo che tu, sì, proprio tu, le avevi vissute.

Quante volte.

Aggrappato alla tenda ascoltavi il rumore della pioggia, scorgendo in lontananza i fari di un'auto all'inizio della via. E li aspettavi, sempre più vicini, pronti ad inondare la tua stanza di luce per un attimo, quell'attimo in cui chiudendo gli occhi tutto riaffiora e poi il buio.

Il nulla.

Quel solito nulla che rende rumoroso ogni minimo respiro, che rende insopportabile ogni lampo, che rende vano ogni tuo gesto, ogni tuo sogno, ogni mano protesa sulla tua finestra - sempre quella - aspettando che una nuova macchina illumini ancora la tua stanza in questa notte densa di nubi e avara di luna e stelle.

Ma ogni macchina arriva, rombando, anche con la pioggia - perchè in questa via evidentemente non si riesce proprio ad andare piano -, un colpo d'acceleratore e poi via, verso nuove finestre, verso nuove anime perdute che non aspettano altro che di sentirti accostare al marciapiede per tirare un sospiro di sollievo.

Ah, che bella la luce, mia meravigliosa luce.

Eppure, sembrava tutto diverso, questa volta sì, tutto diverso. Eri convinto anche tu vero? Io lo so, vetro della mia finestra, specchio di tanti racconti che ancestrali come pergamene verranno - forse - un giorno srotolati da chissà chi altro ancora. E verranno sognati, immaginati, saranno testimonianze indelebili di chi alle parole fa seguire dapprima semplici cenni delle mani a indicare una nuova via da in-seguire e poi ampie falcate, passi rapidi e spediti, perchè non ce la fai proprio ad aspettare.

Devi andare avanti.

E non ti devi fermare a pensare a cosa potrà mai essere, no, non tu. Non l'hai fatto mai, sin dalla prima volta che in questa casa hai guardato fuori da quella stessa finestra e hai pensato che sì, ne era valsa davvero la pena.

Non fraintendiamoci, la vista dalla mia finestra è abominevole, ma che importa. I tuoi occhi vedono oltre, i tuoi occhi sono diversi, sono - forse - fatti male: non c'è grigio ma colore, niente realtà ma fantasia, niente tempo che non passa mai, ma secondi che scorrono incessanti, che si trasformano in piccole lucciole da rincorrere, da tentare di afferrare, come quando eri piccolo e saltellavi inseguendole a destra e a manca in un'infinita distesa verde speranza, fino a tarda notte.

Quando non ce la facevi più e crollavi - a volte direttamente nell'erba - con il sorriso di chi per un altro giorno aveva trovato la propria strada.

Questo eri tu. Lo eri davvero.

Una stanza e una finestra, quante cose possono vedersi da qui.

E tu, tu che forse non sentirai mai i miei respiri affannosi, tu che forse sì, sei già passata oltre, perchè la tua macchina o la tua moto - per quanto da rottamare possa quest'ultima essere -, il tuo autobus o il tuo treno - in ritardo o in orario, chi può dirlo - in questa via non riescono proprio a calcare il freno, lasciare accesi i fari e da laggiù guardarmi, sorridermi e gridarmi che sì, questa luce che ora illumina la mia stanza sei tu.

Tu non te ne andrai.

No, non questa volta.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura, esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura.

La finestra, segnata dalla pioggia, si chiude, ancora una volta, per un'altra notte che riposa in attesa di un altro domani. Un altro domani fatto di sogni da raccontarti, di parole in cerca di un perchè, di luci fugaci che scompaiono in un attimo e di ulteriori snervanti attese.

Ti butti sul letto. Anche il soffitto reca la scritta "C'era una volta", materializza immagini, volti, parole, le tue parole. E tu ammirandolo capisci che no, anche questa notte - come tante altre - in realtà non se ne andrà tanto presto.

Non c'è luce in questa notte, non la tua, che hai già lasciato affrettando rapidamente il passo questa via, la mia via.

E dalla selva oscura che tu hai creato, di parole, illusioni e sogni, non v'è possibile ascesa verso il Paradiso e il suo celestiale cielo: vi è solo un Inferno, un Inferno di solitudine, delusioni e notti, come questa, in cui il buio e le ombre non dormono mai.

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