Andrea Sperelli

Le vite degli altri


Venerdì scorso ho visto il bel film, premio oscar come miglior film straniero, "Le vite degli altri" Nel film una attrice affermata per poter continuare a calcare i palchi del teatro deve essere sessualmente disponibile nei confronti di un ministro. Il film parla di altro, questo è, diciamo così, un avvenimento. Io però vorrei prendere spunto da questo per fare una considerazione. Nella società civile, intesa come inseme di persone che si uniscono e si danno delle leggi, la libertà personale viene limitata, in modi e maniere a volte talmente subdole, che spesso non ce ne rendiamo conto. C'è molta differenza fra l'attrice del film, e quello che si sente dire in giro, riguardo a ciò che uomini e donne devono sottostare per ottenere delle parti in TV o al cinema? Ma voglio andare oltre, quanti dipendenti si sentono limitati nella propria libertà personale, a causa delle imposizioni del datore di lavoro. Le persone col potere, in qualunque epoca ed in qualunque società hanno sempre limitato le libertà di chi quel potere lo va cercando, o semplicemente non ce l'ha. Cosa possiamo fare per essere veramente liberi?