"ANGELI TERRESTRI"

Post N° 2


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Emily era una ragazza…ehm,come potrei descriverla? Frivola.Superficiale. Popolare.Sì…al liceo lei era una ragazza molto,molto popolare,un sacco di ragazze la seguivano per consigli,ed un sacco di ragazzi chiamavano a casa per invitarla a cena .Peccato che ero sempre io a rispondere alle sue telefonate.Quei ragazzi sembravano la prova dell’intelligenza maschile,ma forse non dovevo giudicare gli unici casi che: tra Robert e i ragazzi al telefono,sembravano un fallimento.Mamma e papà erano normali,papà lavorava in un ospedale come medico generale,mamma era una casalinga in cerca di qualcosa da fare mentre aspettava che papà tornasse dal lavoro.Forse non è giusto quello che avevo detto prima…la mia famiglia era una delle più disastrate che conoscevo,come quella di Sarah. Sarah è la mia migliore amica,la conosco dall’asilo e non ci siamo mai lasciate,siamo pappa e ciccia da una vita.Mai una lite,niente problemi.Forse era la nostra amicizia quello che faceva dimenticare ad entrambe i nostri problemi famigliari.Il padre di Sarah se ne era andato via quando lei aveva quattro anni,andando a vivere a New York,facendosi una nuova famiglia con un'altra donna.Ma non ne parlavamo così spesso…le faceva troppo male ricordare.Ricordo ancora l’espressione che ha sul viso quando ne parliamo:impassibile,come un essere vivente che non prova alcuna emozione.Per lei il padre era sparito da tutto quello che lei riconosceva come “Famiglia”.Quando ne parlavamo,i suoi occhi si riempivano di lacrime,che inondavano la palpebra inferiore,come parole non dette…che hanno voglia di uscire.Ma non poteva dire niente.Lo sfogarsi riportava su ricordi che Sarah cercava di sotterrare da almeno nove anni.Ma restava sempre la persona più solare che conoscessi,la persona più pronta a vivere anche dopo tutto quello che aveva sopportato in quel piccolo spicchio della sua vita.Mi scrollai la testa cercando di concentrarmi su quello che stavo facendo prima di iniziare a sentire la dolce risata di Sarah nella mia testa come una semplice ma complicata melodia. Stavo davanti allo specchio del bagno,cercando di capire chi fosse quella ragazza riflessa.Non mi conoscevo…non sapevo chi ero.I miei capelli erano di un marrone scuro quasi nero,gli occhi invece,erano più chiari di un color blu notte.Il mio naso era piccolo e lineare mentre la mia bocca era poco carnosa con i lati più appuntiti.La mia faccia era un ovale fornito di qualunque cosa necessaria a fare un volto ma non un identità.Mamma diceva che era normale non sapere chi sei a questa età,ma infine la mia domanda rimaneva sempre la stessa…a che età sapevi chi eri?Ma non avevo mai ricevuto una risposta.Mi osservai meglio,ero magra,di altezza media e..normale.Non mi definivo né bella né brutta.Normale.Alzai il viso allo specchio.  “Vai…ce la puoi fare!è una normale scuola e con te ci sarà anche Sarah!”sussurrai alla ragazza riflessa.Sentii la voce di mia madre chiamarmi di sotto per la colazione.Scesi di corsa prendendo i miei libri,attraversai la lunga scala che mi portò direttamente alla cucina e mi sedetti al tavolo di legno di fianco i fornelli dove c’era seduta Emily.Come sempre Emily era molto bella.I suoi lunghi capelli lisci marroni erano legati in una coda.I suoi occhi chiari erano fissi sul suo cellulare mentre,con le sue dita ossute,tastava le varie lettere mandando sms a chissà quali false amiche.Il suo viso era molto magro,gli zigomi sporgenti e la bocca fine ricurva in un piccolo sorrisetto.Mia sorella era così…sociale!il massimo che poteva dire con la sua famiglia era: “Mamma!ho bisogno di nuovi abiti…e ti prego comprane anche a Lizzie perché non si possono vedere!”.Almeno pensava anche a me quando lo diceva.La fissai per quel poco che avevo,così che non mi notasse,per osservare ed imparare.Volevo diventare qualcuno al liceo,sentirmi importante come i miei fratelli.Ma Emily non mi avrebbe mai detto come fare.Ogni movimento che faceva,alzare al testa ridendo,strizzare gli occhi per fa sembrare il sorriso più grande,passarsi una mano tra i capelli spingendoli indietro (anche se legati),lo copiavo.Tutto,per la prima volta stavo apprendendo da lei…era una enciclopedia aperta durante il compito di grammatica.Ma qualcosa mi distrasse.Mamma mi venne vicino baciandomi la guancia mentre con i suoi lunghi capelli marroni,lunghi e lisci,mi coprivano gli occhi mentre apprendevo ogni movimento di Emily.  “Sei eccitata per oggi?”chiese lei guardandomi con quei suoi occhi chiari come quelli di Emily,stanchi per tutto il lavoro che faceva qua dentro.  “Mamma,è solo una scuola…!”sospirai.Mamma mi trattava come una bambina di cinque anni…io non avevo paura di quella scuola!giusto…?giusto? Emily sbatté fortemente la sua mano contro il tavolo facendomi saltare dalla paura.Iniziai a fissarla ad occhi aperti mentre la vedevo,gli occhi cambiare quasi in un rosso segno di furia.Controllai mamma,che non si era accorta di niente.  “Elizabeth…quella è la mia scuola!non pensare di riuscire a prendertela!”disse.Mi stava fissando con quei suoi occhi furbi,incuotendomi paura.Iniziai ad indietreggiare con la sedia,sempre più lontano da lei,a volte Emily diventava molto paurosa.  “Non dire in giro che sei mia sorella…!”mi bisbigliò lei appena mamma tornò vicino ai fornelli.Io annuii piano guardando il pavimento.Mi vergognavo di come mi facevo sottomettere da mia sorella.  “Mamma…io vado,Sarah mi porta a scuola con sua madre!”dissi.Mia madre fece un cenno con la testa mentre Emily alzò una mano come per salutare,e per un momento non mi parve vero,infatti poi la sua mano andò nei suoi capelli muovendoli di poco.Potevo dirle qualcosa…ma sapevo che ero troppo buona per farlo.Andai nel salone cercando il mio ombrello,dato il brutto che si stava mettendo.Mentre cercavo,sentii Robert scendere a passi pesanti sulle scale.Mi girai guardandolo mentre con aria addormentata,si strofinava i capelli color marrone scuro che aveva.In famiglia tutti avevamo i capelli scuri,Robert ce li aveva lunghi,con qualche ciocca che sprizzava fuori impazzita,gli occhi ancora socchiusi erano di un marroncino chiaro e la bocca era fine.Eravamo più o meno tutti uguali.Alzai una mano per salutarlo.  “Sì…ciao!”rispose.  “Perché ti sei svegliato così presto?”chiesi curiosa della sua nuova sveglia che probabilmente doveva essere rotta dato l’orario.  “Volevo vederti andare al liceo!”rispose.In quel momento mi paralizzai sentendo uno strano brivido sulla mia schiena.Sentii i lati della mia bocca curvarsi all’indietro in un sorriso.  “Davvero?”chiesi stupita della sua simpatia.  “Sì certo come no!?ti piacerebbe!non è una bella cosa andare in quel liceo,senti Lizzie,ti voglio bene,ma cerca di non farti notare in giro…io ho una reputazione lì!”disse lui.Sentii il sorriso trasformarsi in una smorfia cupa.Non era molto simpatico,ma questo era troppo…d’un tratto ero diventata figlia unica!nessuno mi voleva come sorella.  “Perché io non potrei essere popolare?ho qualcosa che non va?”chiesi sentendo le lacrime riempirmi gli occhi.  “Vedi!piangi a tutto!forza sei ancora troppo piccola!e poi non è un bel ambiente,tutti ti stanno contro,fidati!è per il tuo bene!”disse lui ridacchiando.Io mi asciugai le lacrime stressando le guance con le mani.Robert alzò una mano ed andò in cucina.Ora capivo il perché della mia insicurezza.Come facevo a conoscermi se gli altri descrivevano un qualcuno che io non ero…o almeno pensavo di non essere.Come facevo?Scrollai la testa mentre sentii un clacson fuori,capendo che era la madre di Sarah,presi lo zaino in spalla liberai la mente da ogni voglia di urlare o scappare e mi stampai uno di quei sorrisi finti che mi ritrovavo sempre sul viso ed aprii la porta entrando il più velocemente dentro la macchina di Sarah.Salii dietro mentre vedevo Sarah davanti a me. Sarah era una bellissima ragazza,aveva un viso infantile come quello di una bambola.Gli occhi erano grossi e azzurri mentre i capelli erano come una criniera di leone,biondi che arrivavano fino alle spalle.La sua bocca era piccola e carnosa,soprattutto il labbro inferiore,che Sarah mordeva continuamente.Il corpo era snello e slanciato.Era sempre entusiasta di ogni cosa ed un suo sorriso riusciva ad illuminare la stanza.  “Ciao Lizzie!”disse lei portando la sua mano dietro così che io potessi afferrarla.La presi e la strinsi forte.Sarah capiva molto facilmente i miei segnali.  “Chi dei due?”chiese con un tono arrabbiato.  “Entrambi!”risposi.  “Deficienti!”disse lei cercando di catturare il mio sguardo sullo specchietto.Io la guardai e lei mi sorrise e per poco,la mia mente si liberò di ogni preoccupazione.La mamma di Sarah mi guardò con quei occhi,come quelli della figlia.  “Lizzie i fratelli sono così!”disse lei.  “Mamma tu non hai fratelli!”disse Sarah.  “Lo so ma lo dicono tutti!”rise lei.La mamma di Sarah era come lei.Erano identiche sia nell’aspetto che nel carattere.Si può dire anche nell’età perché la mamma di Sarah era molto…infantile.Forse potrei dire giovanile…no!vabbè…la verità è che lei è infantile,molto infantile.Anche la mamma di Sarah,Claire,era una tal bella donna che riusciva a farti incantare.Ecco perché faceva la modella,ed ecco perché Sarah si ritrovava spesso a dormire a casa mia.Non avrebbe mai dormito a casa del padre mentre la madre lavorava in giro nel mondo.Entrambe le nostre vite erano difficili.  “Grazie Claire!”risposi.  “Ah non c’è di che!”rise lei.Notai che Sarah mi fissava.I suoi occhi erano fissi su di me e capii subito cosa mi stava chiedendo.  “Cosa?”chiesi.  “Sei pronta?”chiese.  “No!”risposi.  “Ragazze!cercate di farvi una reputazione!forza!siete belle,simpatiche,intelligenti…potete farcela!Sarah do a te il comando perché so che Lizzie non ci riuscirebbe è troppo timida!Dovete solo far capire quanto siete speciali!”disse Claire. Sarah si girò verso di me…ci guardammo dritte negli occhi e poi ci vollero solo tre secondi per scoppiare a ridere!Claire pensava che la scuola fosse come ai suoi tempi o come lo era per lei ai suoi tempi,lei era una bellissima ragazza in un accademia di ragazzi (dove il padre faceva da preside) quindi per lei era facile.Per noi non lo era mai stato.  “Certo…quando entreremo capiranno quanto siamo speciali e srotoleranno il tappeto rosso!evvai!”rise Sarah.Io continuai a ridere.  “Okay…forse ho esagerato!”ammise Claire.  “Lizzie ma tua sorella come fa?”chiese Sarah.  “Non so…!”risposi.Sarah iniziò a fissarmi attraverso lo specchietto.  “Potremo pedinarla per capire come fa!?”chiese lei.  “Certo…come no!se ci scopre io sono morta!già non devo dire che sono sua sorella,né quella di Robert!”risposi.Sarah alzò le spalle mentre iniziò a battere le mani sul volante come un rullo di tamburi.  “Eccoci!”disse lei.Osservai il fuori cercando di coglierne ogni dettaglio per capire la scuola e i suoi nascondigli.Era un grosso edificio rosso,compatto con le finestre bianche e molti alunni…fin troppi.Iniziai a sentire uno strano crampo allo stomaco.Non sapevo cosa fare…ero arrivata alla Darien High School e l’unica cosa che volevo fare era…urlare scappando.Sarah si girò a guardarmi.  “Sembra differente dal normale!”disse con una strana voce.Ed aveva ragione,quasi tutti i giorni ci passavamo davanti e sembrava una normale scuola,ma ora…più che ad un edificio sembrava un grosso mostro pronto a mangiarti.Presi le mani di Sarah e la guardai.  “Niente e nessuno ci divideranno,non esistono segreti e problemi!tu ed io per sempre…prometti!?”dissi.Lei fece uno dei suoi sgargianti sorrisi,ed annui venendomi in contro baciandomi la guancia.Claire ci guardò sorridendo.  “Buona fortuna!”disse.Noi annuimmo senza parlare.Prendemmo gli zaini in spalla e scendemmo davanti all’ingresso sentendo poi,la macchina svanire dietro le nostre spalle.Sarah guardò sua madre andarsene,scommetto che anche lei voleva tornare in macchina per non affrontare questa fase chiamata novità.