Cambiamo Angolo 2014

Testimonianza di pace


Pace e memoria sono le parole risuonate con maggiore insistenza nel corso della commemorazione della battaglia partigiana di Pratolungo. Il sacerdote nella sua omelia ha ricordato come l’odio non sia la strada da percorrere verso la pace; le parole scritte dal marito di una vittima del Bataclan potevano essere condivise dai partigiani morti sulla nostra montagna. Non avrete il mio odio, recita la lettera, che prosegue: “Siamo due, io e mio figlio, ma siamo più forte di tutti gli eserciti del mondo. Non ho peraltro non più tempo da dedicarvi, devo raggiungere Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha 17 mesi appena, mangerà la sua merenda come tutti i giorni, poi andremo a giocare come tutti i giorni e per tutta la sua vita questo piccolo ragazzo vi farà l'affronto di essere felice e libero. Perché no, non avrete nemmeno il suo odio". Il gruppo partigiano del colonnello Lorenzini era composto da uomini provenienti da nazioni diverse altrettanto unita adesso deve presentarsi l’Europa se vuole uscire da un momento difficile, ha sottolineato nel suo intervento il Presidente degli alpini camuni Giacomo Cappellini. Nel suo intervento Cappellini ha anche chiesto di non perdere la memoria di questi piccoli episodi che hanno segnato la nascita dell’Italia Repubblicana. “Vanno bene le celebrazioni per i grandi eventi della storia ma le amministrazioni comunali dovrebbero, con un documento, ricordare ogni 8 dicembre ai più giovani questi fatti storici perché non vada disperso il patrimonio e il sacrificio delle persone che hanno lottato per la pace, la giustizia e la libertà”. Una testimonianza che le numerose persone presenti alla cerimonia hanno confermato, con la loro partecipazione, di voler trasmettere alle giovani generazioni.