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Post n°775 pubblicato il 30 Aprile 2016 da cambiangolo
Più sentimenti “reali”, genitori più attenti e meno “amici”, collaborazione e fiducia nelle forze dell’ordine e alla fine quando servono un paio di “paccheri”, questi sono alcuni degli ingredienti per evitare i pericoli del web secondo il Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Ambrogio Cassiani invitato ad Angolo Terme per parlare di questo tema agli studenti. Il magistrato, negli ultimi anni impegnato a Brescia in alcune importanti indagini, ha conversato per un’ora e mezza con duecento studenti della scuola secondaria di Angolo Terme e Darfo Boario Terme. L’iniziativa rientra nel progetto educativo pensato dall’Amministrazione comunale insieme alla parrocchia e al plesso scolastico per combattere l’uso distorto da parte dei giovani della tecnologia informatica. Un’opera di prevenzione importante come ha sottolineato in apertura il magistrato. “Mi occupo di ragazzi quando il problema ormai è conclamato, dobbiamo fare in modo che questo non avvenga.” Il lato oscuro dei social network sono i “sentimenti virtuali” con i ragazzi che parlano attraverso gli strumenti informatici e cessano l’abitudine delle relazioni con gli altri. Internet diventa un canale privilegiato per parlare della propria vita e la situazione spesso sfugge di mano. “Un momento privato deve essere subito condiviso e questo crea gravi problemi; il novanta percento delle immagini sui siti pedopornografici provengono dai profili dei social network e scambiate nelle rete della pedofilia”. La colpa principale è dei genitori che appaltano l’educazione dei loro figli a internet e non fanno capire ai ragazzi che la vita non è una passeggiata e non esistono scorciatoie. “Il denaro facile è alla base dei numerosi casi nei quali sono incappato dal novembre del 2015 ad oggi. Ragazzi di 15/17 anni provenienti da famiglie “quasi normali” tra i quali è molto diffuso questo ideale. Se un adolescente è già entrato in questa logica da adulto farà cose tremende per guadagnare soldi. Di fronte a certe situazioni c’è da chiedersi ma i genitori dov’erano?”. Occorre un maggiore controllo sui propri figli, parlare con loro, limitare nelle ore notturne l’uso dei social network. “Dobbiamo impedire di utilizzare i telefoni cellulari a scuola e, soprattutto, quando gli insegnanti li ritirano non dobbiamo denunciarli come spesso capita. Come genitori invece il nostro compito è quello di insegnare che il professore è l’autorità e va rispettata, come vanno rispettate le forze dell’ordine. Una volta il maresciallo nei paesi interveniva per aiutare le famiglie ed evitare guai giudiziari al ragazzo, adesso le famiglie denunciano i pubblici ufficiali che si permettono di sgridare il loro figlio.” C’è bisogno dell’aiuto delle famiglie nell’opera di prevenzione che magistrati e forze di polizia mettono in campo. La parte conclusiva dell’incontro è stata dedicata al bullismo; la barriera creata coni sentimenti virtuali cancella una serie di inibizioni e rende le persone deboli e violente nello stesso tempo. Il dott. Ambrogio Cassiani ha invitato i ragazzi a pensare come ci si può sentire ad essere gli ultimi ad avere inviato un messaggio ad un loro compagno che ha scelto un gesto estremo per mettere fine ad atti di prepotenza. “Se c’è qualcosa che non va parlatene con gli insegnanti, i genitori, i carabinieri, da soli non ce la possiamo fare ci serve la partecipazione della persone per bene”. |
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