L'angolo di Montotto

Elogio del Ruggito del Coniglio.


Come tante altre cose nella mia vita, ho scoperto questa trasmissione quando ormai era considerata un'attività ben avviata (tanto ben avviata che, salvo imprevisti o festività, quei due vanno in onda da lunedì a venerdì, dalle 8 alle 10); ma come si dice spesso, meglio tardi che mai. E questa volta sono davvero contento di averli, mi contraddico, "riscoperti".Fino a 18 anni (sono del '79) frequentavo un prestigioso liceo di Bologna (di cui ho notevolmente contribuito a rovinare il nome) e mia madre, dato che in quel periodo odiavo utilizzare i mezzi pubblici (avevo sempre paura di perdermi o di scendere alla fermata sbagliata), era costretta ad accompagnarmi a scuola in macchina tutte le mattine. E mi raccontava sempre che, mentre tornava a casa, riusciva ad ascoltare "Il Ruggito del Coniglio" di allora (oppure, in alternativa, il programma condotto da Mirabella e Garrani, di cui non ricordo il titolo): ed era in queste occasioni che correva i maggiori rischi alla guida, poiché le capitava spesso di lacrimare o di chiudere gli occhi dalle risa. Nemmeno lei ora si ricorda precisamente cosa la facesse ridere tanto, ovvero non si ricorda le rubriche che venivano mandate in onda da quei due mattacchioni; si ricorda solamente che avevano un effetto benefico, mantenendo in esercizio quasi il 90% della sua muscolatura volontaria (un buon allenamento, quindi).Io mi sono trasferito a Monselice da pochi mesi (più precisamente, dal 30 settembre 2006, un sabato), ed all'inizio i problemi di adattamento non sono stati piccoli; se a tutto questo aggiungete una certa nostalgia di casa, che fino a 27 anni non avevo mai lasciato se non per pochi giorni o per i periodi di vacanza, capirete come mai ho sentito l'urgente bisogno di appigliarmi a qualcosa che già possedesse una "storia" e che bene o male mi ricordasse anche mia madre. Così una mattina (l'11 ottobre 2006) ho scoperto che la trasmissione di quel giorno era stata trasmessa da un'area di servizio (che penso di aver individuato) del mio paese d'origine.Un notevole segno del destino.Una coincidenza che ha segnato la mia vita.Da allora, ho cominciato ad ascoltare le loro puntate su podcast (dalle 8:30 dovevo seguire un buon numero di lezioni universitarie). Qualche volta riesco anche a seguirli in diretta, e spesso m'è venuta voglia di telefonare direttamente in trasmissione (cosa che ritengo sia piuttosto difficile da fare).Li apprezzo moltissimo. Come mai, mi chiederete? Beh, in primis perché ci sono da lunedì a venerdì. Mi aiutano ad avviare la giornata, anche se il più delle volte riesco a sentirli in diretta solo per pochi minuti. Semplicemente: li trovo spiritosi, punto e basta. Fanno compagnia e sono simpatici, cosa si può chiedere di più ad un programma radiofonico che non pretende di informare ma di intrattenere?In secundis, trovo che non siano lontano dagli antipodi, l'uno dall'altro. Il primo, Marco Presta, sempre mia madre l'avrebbe definito un "romano in senso buono": non cafone alla Verdone, non meschino alla Sordi, e dotato di un'affascinante parlantina, che di certo non guasta. E' un piacere ascoltarlo, oserei definire "rilassante" la sua pronuncia delle consonanti, la fluidità del suono della sua voce. Oddio, sto esagerando.Il secondo, Antonello Dose, forse più compassato, più posato, ma dalle uscite micidiali; pacato nel parlare, ha una risata irresistibile.Ho sempre trovato piuttosto stimolanti le domande che pongono al pubblico, a partire dai sondaggi dal vivo per finire con le serenate coniglie. Sono un ottimo strumento per fare dello spirito, e raramente rimangono senza saper cosa dire.Mi piacciono anche per questo: hanno sempre la risposta pronta. E' un piacere sentire il programma scorrere via dolcemente, fra interventi e canzoni. Ho sempre adorato il loro jingle per gli stacchi: il rumore di una paperetta strizzata.Ci sono tantissime cose che me li fanno apprezzare. Personalmente, desidererei riuscire a partecipare ad un "Coniglio di venerdì", o ad un "Coniglio & Friends", come pubblico, anche per avere la soddisfazione di poter alzare il cartoncino bianco da una parte, nero dall'altro ("la parte grigia? Non esiste").Sto collezionando tutte le puntate che pubblicano su Podcast, e presto le raccoglierò in un DVD, per poi poterle risentire con calma TUTTE QUANTE, quando ne ho voglia.Un saluto ad entrambi. Caro Marco, caro Antonello, continuate così.Ma fateci un piacere: rimanete alla radio. In televisione, fareste ancora cilecca.