Aniene Valley D.C.Scuola Subacquea, Nautica, Diving e Circolo Sub |
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Post n°19 pubblicato il 24 Novembre 2010 da maxcervoni
A dire il vero non lo so nemmeno io... fin da bambino mi appiccicavo davanti alla televisione quando trasmettevano i filmati dei documentari di un grande subacqueo e uomo di mare come Jacques Cousteau ( un mito! ) e, una volta al mare, ho sempre messo la testa sott'acqua con maschera e pinne, spinto dalla curiosità di vedere cosa c'era sotto, anche se non avevo la minima cognizione di cosa ti succede quando t'immergi in apnea e nessuna tecnica per farlo in modo sicuro. Poi, una volta cresciuto, ed abbastanza indipendente economicamente (la subacquea non e' uno sport economico!!), ho cercato di apprendere come immergersi con le bombole, ottenendo i vari brevetti, fino ad entrare poi come istruttore nello staff della piscina che mi ha visto iniziare a nuotare ancora bambino e, in seguito, dare le prime pinneggiate e dove ora cerco di trasmettere quello che ho imparato in quasi 10 anni di immersioni, oltre che ad attingere ancora oggi dall'esperienza di chi ha insegnato a me. Ma chi non ha mai provato a respirare sott'acqua, vuole sapere cosa si prova, che sensazioni ed emozioni si vivono..... ebbene, direi che le parole possono dare solo una vaga idea: il modo migliore sarebbe quello di provarlo direttamente, anche se solo in piscina, oppure al mare se si e' più' fortunati. A differenza dall'apnea, la prima cosa che subito colpisce e' l'assenza della sensazione tipica di fame d'aria che prova chi si immerge senza una preparazione specifica, che e' data più' da un limite mentale che da un'immediata e reale necessita' di respirare... ci troviamo in una dimensione totalmente differente e stiamo respirando quasi in modo normale !! Incredibile... Viene da chiedersi se la pressione non ci schiaccerà come una scatola di latta: invece una volta bilanciata la pressione esercitata dall'acqua sui timpani, non si ha la percezione di ricevere particolari pressioni sul corpo fino a che non si raggiungono profondità' di rilievo. In immersione si prova una sensazione di tranquillità' e benessere: ci si sente quasi protetti dal rassicurante abbraccio dell'acqua, forse per l'inconscio ricordo di quando, nei primi nove mesi della nostra vita, eravamo esseri abituati a vivere immersi in un liquido. A volte, pur essendo solo sul fondo di una piscina, capita di riuscire ad avere qualche attimo di tranquillità' e provare le stesse sensazioni di cui parla "Pelo": riuscire a pensare, a guardarsi dentro e sentirsi soli ed in pace con se stessi, pur senza cercare di raggiungere il record del mondo di profondità'. I rumori sono lontani ed ovattati, solo le bolle dell'aria che respiriamo rompono il silenzio che avvolge ogni subacqueo in immersione e ci ricordano che siamo solo ospiti di passaggio in questo mondo affascinante e meraviglioso. Il tempo passa sempre troppo in fretta e la superficie ci attende... Vivere e respirare sott'acqua: il desiderio di molti o forse solo il sogno di un bambino... Posso dire di essere riuscito a realizzarlo questo sogno: vivere in prima persona le stesse emozioni che allora provavo davanti un video, viaggiare ed immergermi in mari del mondo che molti potranno solo immaginare, vedere con i miei occhi l'incredibile esplosione della natura e della vita marina, ricevendo nel contempo il confortante e piacevole abbraccio dell'acqua. Se non vi hanno annoiato fino ad ora le mie parole ma hanno acceso in voi un pizzico di curiosità', cercate l'occasione per provare l'emozione e la sensazione di vivere, respirare e andare sott'acqua con le bombole... sarà stupendo! Rinaldo istruttore
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Post n°18 pubblicato il 25 Gennaio 2010 da maxcervoni
L'Educazione Continua EDUCAZIONE CONTINUA Questa sconosciuta, potrei dire, anche se è predicata sui principali manuali istruttori delle Didattiche più preparate. Il processo parte dal Primo Livello, Primo Grado, Base, o Open water che dir si voglia. E qui è importante la scelta sul come entrare in questo mondo del silenzio e della meraviglia. Chi non è stato ancora benedetto dal sacro fuoco dell'immersione, deve augurarsi di trovare una struttura seria, che gli insegni veramente ad essere tranquillo ed a suo agio in acqua. Non rilascio gratuiti suggerimenti sulle strutture deputate. Scuole di città, diving professionali, resort all'estero, non ha importanza, basta che siano serie, che seguano degli standard ottimali, che diano tempo al tempo. Cosa vuol dire? Semplice: un corso troppo breve non darà all'allievo la possibilità di crescere e trovarsi disinvolto in acqua, facendolo smettere alla prima, presunta immersione difficile. Invece un corso troppo lungo lo annoierà a morte, ritardando troppo il momento in cui sperimenterà la meraviglia della prima immersione autogestita, diluendo e rattrappendo il piacere che ne potrebbe venire. Dunque quanto deve durare? Io non ci metto lingua. Le didattiche hanno i loro standard, ma la misura la deve dare l'allievo. Quando il subacqueo non avrà timore alcuno, si sentirà in buona armonia con l'attrezzatura, allora sì che il primo corso sarà compiuto. Se siete neofiti, e volete cominciare, non guardate solo su internet quello che vi fa il prezzo più basso. Spesso dietro i prezzi bassi ci sono trappole, o comunque poca qualità. Fate un giro di " marketing " autogestito, semplicemente informandovi da chi lo ha appena finito se quel corso è in grado di dare confort alle persone. Ma perché il neofita dovrebbe continuare? Bene, il corso di primo livello insegna COME immergersi, i corsi successivi danno una bella mano a capire PERCHÉ E DOVE immergersi, oltre cha ad aumentare il proprio step di abilità. I corsi di specialità sono per certi versi una scorciatoia. A parte alcuni puramente tecnici come il Nitrox o il Rebreather, senza i quali non si possono utilizzare certe modalità di immersione, le Specialità fanno acquisire più rapidamente delle capacità che, forse, sarebbero comunque acquisibili con l'esperienza. Ma perché aspettare? Se si può avere con se il bagaglio di un anno in un mese (è solo un esempio), meglio farlo adesso, così quell'anno lo userete partendo da un livello più elevato. D'altro lato, a seconda delle didattiche, un brevettato con le specialità può abbandonare i 18 m del limite Open ed avventurarsi con divertimento e tranquillità fino ad almeno 30 m., o più se tra le specialità c'è la Profonda. E questo non è da sottovalutare, perché ci sono fior di leggi regionali (Liguria, Toscana, Sardegna p. es) che obbligano ad immergersi entro i limiti del proprio brevetto, giustamente. Ed aggiungo per esperienza personale, che nel Mar Mediterraneo tra 0 e 30 m c'è tutta la biodiversità di uno dei mari più belli e puliti del mondo. E che dire della foto digitale? Una considerevole semplificazione rispetto all'utilizzo delle precedenti camere a pellicola, con la "rottura" del numero di scatti e dello sviluppo? Voi non avete idea di quanto un buon corso vi eviti rogne, incazzature per errori banali e fondamentale demotivazione. Imparare a orientarsi sott'acqua è molto importante, così come imparare ad utilizzare gli strumenti e gli accorgimenti per immergersi di notte. Ed i tanto utili strumenti d'immersione, dal computer alla muta stagna, possono essere " colti " in un paio di lezioni e di immersioni. Perché no? Perché aspettare e magari non saper sfruttare tutte le potenzialità che le attrezzature moderne offrono? Ho citato solo le principali specialità, tanto per dare un senso a quello che dicevo. Ce ne sono molte altre, alcune più generali altre più specifiche. Nelle liste delle agenzie didattiche troverete sicuramente un punto di interesse. Non esitate, addentratevi in questa nuova avventura e sarete soddisfatti. Andare sott'acqua è certo una delle attività più gratificanti ed attraenti che vi siano. Necessita però di acquisizioni di abilità precise, nel corso del tempo. Ed un bravo Istruttore può accorciare questo tempo, anticipando la crescita del divertimento, ad un livello che neppure voi potete immaginare. Il momento successivo poi è quello che insegna a soccorrere. Data l'intrinseca sicurezza dell'immersione, è una abilità che non voi capiterà mai di esercitare, ma vi darà ulteriore autostima e fiducia nei vostri mezzi, aumentando la quota di divertimento. Una progressione precisa e condotta da una scuola professionale è, in ogni caso, la migliore garanzia di divertimento. Tutta la didattica sportiva si sta dirigendo verso questo sistema di apprendimento. Dal nuoto all'atletica, dall'alpinismo al tennis vi sono scuole per tutti i livelli, che usano la progressione a gradini come garanzia di un corretto insegnamento. Perché la subacquea dovrebbe essere diversa? Pensate che Usain Bolt sia nato correndo i 100 m in 9"69? Alla prossima e grazie dell'attenzione.
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Post n°17 pubblicato il 19 Dicembre 2009 da maxcervoni
Problemi di Bombole Le bombole erano tornate quel giorno stesso dal collaudo, belle pulite all'interno dopo che la sabbiatura aveva tolto anche la più piccola traccia di ruggine, lavate, sgrassate, prive di qualunque traccia di odore e con una bella stampigliatura sul collo che ne consentiva l'utilizzo per due anni prima di una nuova revisione. Di rubinetterie il diving era pieno, varie ceste contenenti tutte quelle smontate dalle bombole inviate al collaudo. Bastava prenderne una, montarla sulla bombola e avvitarla a fondo con l'aiuto di un mazzuolo, come aveva visto fare più volte dal suo amico, titolare del diving. La giornata era stupenda, con il mare calmo e un bel sole caldo. Se si sbrigava, faceva ancora in tempo a caricare la bombola e a farsi un tuffo. Scelta una rubinetteria in buono stato, l'aveva avvitata sulla bombola con grande facilità, fino a incontrare un punto di resistenza. Con l'aiuto di un grosso martello di gomma aveva iniziato a picchiare sulla rubinetteria, vincendo giro dopo giro la resistenza, fino a quando la rubinetteria si era definitivamente bloccata. Ancora due o tre colpi di sicurezza e voilà, il gioco era fatto. Aveva quindi acceso il compressore e messo sotto carica la bombola. Stava preparando il resto dell'attrezzatura per l'immersione e ormai non mancava molto al termine della ricarica, quando aveva sentito un sibilo provenire dalla bombola, che indicava inesorabilmente un trafilaggio d'aria. Si era avvicinato con il mazzuolo in mano per assestare ancora qualche bel colpo alla rubinetteria, che pensava di non aver avvitato a fondo. Ma come si chinò sulla bombola, la rubinetteria esplose. Questa è la cronaca romanzata di un fatto realmente accaduto sul finire della scorsa estate, una tragedia riportata dai giornali, che purtroppo si è ripetuta con una regolarità drammatica negli ultimi anni. Cosa sta succedendo? Forse le bombole non sono più costruite con la stessa cura di una volta? Oppure la colpa è delle rubinetterie, con tolleranze troppo abbondanti? Niente di tutto ciò. La causa va ricercata altrove, nell'impreparazione e ignoranza di chi monta queste attrezzature e in una legge mal fatta. Partiamo dall'inizio La vecchia rubinetteria Non sempre chi va sott'acqua Un'altra situazione pericolosa Come riconoscere le filettature Piccolo strumento
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Post n°16 pubblicato il 10 Dicembre 2009 da maxcervoni
La maggior parte dei diving, sia in Italia che all'estero, possiedono quanto è indispensabile per i corsi di primo livello che, essendo condotti a bassa profondità, possono usufruire di attrezzature magari più robuste, ma con prestazioni non eccessivamente elevate. Il GAV: minori problemi si incontrano invece allorché si noleggia un GAV, in quanto taglie "medium" e "large" sono normalmente sempre disponibili, mentre un po' più difficili da reperire risultano le taglie XL (anche se spesso le misure "large" si adattano abbastanza bene) e soprattutto le "small". Gli erogatori : quelli in dotazione in un centro sub, spesso utilizzati per corsi o per "discovery", tutti effettuati a bassa profondità, devono risultare, per ovvi motivi, sicuramente robusti e di semplice manutenzione, ma raramente saranno dotati dei pregi degli erogatori di alta qualità e di elevate prestazioni. La lampada: se si partecipa ad immersioni notturne, diventerà un'attrezzatura in più da affittare; essendo uno strumento pesante ed ingombrante, in genere anche coloro abituati a portare con sé tutto il necessario spesso decidono di lasciarla a casa, in quanto ne risulta molto più comodo il noleggio. E per evitare possibili inconvenienti.... Il GAV: Va indossato per verificarne la taglia, ma anche la posizione del fascione centrale e del tipo di fibbie di cui è dotato, in modo da prenderne dimestichezza prima di ritrovarsi magari già in acqua senza avere ben chiaro come sistemarlo al meglio. Infine si prova a respirare da entrambi gli erogatori. Sergio Discepolo & Manuela Bonacina
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Post n°15 pubblicato il 26 Novembre 2009 da maxcervoni
Un nuovo pesce chiamato sub Il Mare Nostrum, soprattutto dagli anni '60 in poi, ha dovuto subire soprusi di ogni genere, diventando ricettacolo di rifiuti urbani ed industriali.
La possibilità di avvicinarsi ad un pesce fino ad accarezzarlo o di catturare un polpo per giocarci insieme è spesso un fatto irresistibile, ma abitualmente causa all'oggetto delle nostre attenzioni uno stress non indifferente. Un'altra attività sempre più popolare e che in genere procura piacevoli emozioni senza conseguenze dannose per l'ambiente è la fotografia subacquea, quando praticata mantenendo un buon assetto e senza infastidire eccessivamente i soggetti. Fissare bene fruste e consolle al GAV onde evitare che, ciondolando, possano danneggiare i fondali ed i loro inquilini; Avere un buon controllo dell'assetto e fare particolare attenzione alle pinneggiate; Muoversi lentamente ed in modo controllato, mantenendo una respirazione regolare, azioni che, oltretutto, ci affaticheranno meno e ci permetteranno di consumare meno aria; Evitare di infastidire e di danneggiare volontariamente gli animali; Buona abitudine potrebbe inoltre essere quella di raccogliere buste, bottiglie, lattine e quant'altro di estraneo e di piccole dimensioni si incontri durante le nostre normali escursioni subacquee, oltre che partecipare a vere e proprie campagne di pulizia delle coste e dei fondali. Altra iniziativa potrebbe essere quella di sensibilizzare le Autorità competenti sulla possibiltà di sistemare boe permanenti sui luoghi di immersione più frequentati, così da evitare gli effetti dannosi dei ripetuti ancoraggi. Tutto questo non permetterà di fermare l'inquinamento ed i soprusi di cui il mare è vittima, ma ci eviterà almeno d'essere noi stessi ulteriore causa di danni allo straordinario ecosistema sommerso.
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