Aniene Valley D.C.

Problemi alle Bombole


Problemi di Bomboledi Francesco ChiozzaLe bombole erano tornate quel giorno stesso dal collaudo, belle pulite all'interno dopo che la sabbiatura aveva tolto anche la più piccola traccia di ruggine, lavate, sgrassate, prive di qualunque traccia di odore e con una bella stampigliatura sul collo che ne consentiva l'utilizzo per due anni prima di una nuova revisione. Di rubinetterie il diving era pieno, varie ceste contenenti tutte quelle smontate dalle bombole inviate al collaudo. Bastava prenderne una, montarla sulla bombola e avvitarla a fondo con l'aiuto di un mazzuolo, come aveva visto fare più volte dal suo amico, titolare del diving. La giornata era stupenda, con il mare calmo e un bel sole caldo. Se si sbrigava, faceva ancora in tempo a caricare la bombola e a farsi un tuffo. Scelta una rubinetteria in buono stato, l'aveva avvitata sulla bombola con grande facilità, fino a incontrare un punto di resistenza. Con l'aiuto di un grosso martello di gomma aveva iniziato a picchiare sulla rubinetteria, vincendo giro dopo giro la resistenza, fino a quando la rubinetteria si era definitivamente bloccata. Ancora due o tre colpi di sicurezza e voilà, il gioco era fatto. Aveva quindi acceso il compressore e messo sotto carica la bombola. Stava preparando il resto dell'attrezzatura per l'immersione e ormai non mancava molto al termine della ricarica, quando aveva sentito un sibilo provenire dalla bombola, che indicava inesorabilmente un trafilaggio d'aria. Si era avvicinato con il mazzuolo in mano per assestare ancora qualche bel colpo alla rubinetteria, che pensava di non aver avvitato a fondo. Ma come si chinò sulla bombola, la rubinetteria esplose. Questa è la cronaca romanzata di un fatto realmente accaduto sul finire della scorsa estate, una tragedia riportata dai giornali, che purtroppo si è ripetuta con una regolarità drammatica negli ultimi anni. Cosa sta succedendo? Forse le bombole non sono più costruite con la stessa cura di una volta? Oppure la colpa è delle rubinetterie, con tolleranze troppo abbondanti? Niente di tutto ciò. La causa va ricercata altrove, nell'impreparazione e ignoranza di chi monta queste attrezzature e in una legge mal fatta.Partiamo dall'inizioPartiamo dall'inizio. Per fissare la rubinetteria alla bombola viene realizzata una filettatura all'estremità di quest'ultima, su cui viene poi avvitata una rubinetteria avente identica filettatura. La tenuta è garantita da un o-ring che lavora in un'apposita sede conica, all'estremità della filettatura. Negli anni pionieristici della subacquea, quando gli o-ring non esistevano ancora o erano comunque poco diffusi, la tenuta era invece affidata a una filettatura conica, nella quale si avvitava a forza la rubinetteria, interponendo stoppa e, più tardi, del nastro di teflon. Una soluzione che viene ancora adottata su alcune rubinetterie, come per esempio quelle per ossigeno. La filettatura che si affermò e si diffuse maggiormente sul mercato italiano fino alla fine degli anni Ottanta fu quella denominata "3/4 di pollice Gas cilindrica", anche se sul mercato si trovavano parecchie rubinetterie con filettature diverse. C'era l'esigenza di una regolamentazione che unificasse, almeno in Europa, le filettature e un'apposita commissione scelse, per le bombole subacquee destinate all'aria compressa, il tipo M25x2, ovvero una filettatura di tipo metrico, del diametro nominale di 25 mm, con un passo (distanza fra due creste successive del filetto) di 2 mm. La normativa che regolamenta l'utilizzo di questa rubinetteria per uso subacqueo, denominata EN 144-1, dopo varie proposte venne promulgata nel maggio del 1991. Ma i legislatori non si fermarono qui. Pensando che una legge che imponesse categoricamente la messa al bando di tutte le altre rubinetterie e l'esclusivo impiego di quella nuova fosse eccessivamente penalizzante per il settore subacqueo, lasciarono un lasso di tempo di quindici anni per eliminare gradualmente le vecchie bombole e rubinetterie. Un raro caso di buon senso, anche se il lasso di tempo era decisamente troppo lungo. Poi il madornale errore. Non venne infatti imposto che da quel momento (ovvero dal 1991) fosse obbligatorio adottare la nuova rubinetteria M25x2, lasciando di fatto liberi i produttori di bombole, di rubinetterie e di attrezzature subacquee di fare un po' quel che pareva loro per altri quindici anni, ovvero fino al 2006. A causa di questa "svista", ci troviamo oggi in una situazione molto pericolosa per il seguente motivo.La vecchia rubinetteriaLa vecchia rubinetteria 3/4G cilindrica e la nuova M25x2 sono sì diverse, ma non tanto da evitare pasticci e incidenti. La prima ha infatti un diametro della filettatura leggermente superiore, pari cioè a 26.4 mm, la seconda di 25 mm, mentre il passo è nel primo caso di 1.81 mm e di 2 mm nel secondo. In pratica, mentre non è possibile montare una vecchia rubinetteria su una nuova bombola, è possibile fare il contrario, sia pure con giochi della rubinetteria che dovrebbero mettere in allarme e con un certo sforzo nella fase finale dell'avvitamento. Purtroppo, le conseguenze del montaggio di una nuova rubinetteria M25x2 su una vecchia bombola possono essere quelli drammatici raccontati all'inizio dell'articolo. La tenuta della rubinetteria alla bombola dipende infatti dalla perfetta coincidenza della superficie inclinata delle creste delle due filettature, che devono corrispondere, come dimensione e come inclinazione, con una rigida tolleranza stabilita dal costruttore. Cosa succede montando, invece, una nuova rubinetteria su una vecchia bombola? Per un certo numero di giri la filettatura si avvita molto bene, con un grande gioco laterale che dovrebbe mettere in allarme, gioco che viene però a mancare quando le due filettature cominciano a impuntarsi l'una contro l'altra, per mancanza di corrispondenza. A questo punto, forzando, si provoca un progressivo danneggiamento del filetto della rubinetteria, di ottone cromato, "mangiato" da quello della bombola, di ben più duro acciaio. In pratica, la rubinetteria sembra ben fissata e può anche resistere a qualche ricarica, ma la tenuta meccanica è compromessa e la rubinetteria rischia di essere sparata via in qualunque momento.Non sempre chi va sott'acquaNon sempre chi va sott'acqua si rende conto della pressione tremenda esistente all'interno delle bombole. Duecento atmosfere corrispondono grosso modo alla pressione esistente alla quota abissale di 2000 metri, dove solo pochi batiscafi appositamente costruiti sono in grado di scendere. E rappresentano circa cento volte la pressione di gonfiaggio di un pneumatico d'automobile, che deve sorreggere tutto il peso della vettura, dei passeggeri e del bagaglio, eppure viene gonfiato "solo" a 2 bar. Si può ben immaginare con che spaventosa forza venga proiettata una rubinetteria "sbagliata" e che razza di danni possa provocare. Vediamo quali sono le persone più a rischio. Al primo posto, senza dubbio, chi si occupa della ricarica delle bombole. Se, infatti, in passato le preoccupazioni riguardavano solo la data del collaudo, che aveva come scopo quello di garantire una periodica revisione e ispezione interna della bombola, a evitare che un eccesso di corrosione ne potesse indebolire la struttura, ora, invece, chi ricarica deve preoccuparsi anche che ci sia una corrispondenza tra la filettatura della bombola e la rubinetteria montata. Ma perché mai un subacqueo dovrebbe cambiare rubinetteria? Proviamo a immaginare alcune situazioni tipiche del nostro ambiente. I club subacquei. Se sono presenti sulla piazza da parecchi anni, avranno certamente un ampio parco bombole, usate spesso solo in piscina e quindi in ottimo stato di conservazione. Facile immaginare che ci siano bombole vecchie e bombole nuove, dotate quindi di vecchia e nuova filettatura. Spesso lo smontaggio delle rubinetterie viene fatto dai soci del club, per contenere i costi e per trascorrere qualche simpatica serata, lavorando tutti in compagnia. Le bombole vengono smontate e mandate al collaudo, le rubinetterie riunite in ceste. Non sempre chi si occupa del rimontaggio è un tecnico. Può allora capitare che faccia confusione fra le varie rubinetterie, prive come sono di qualunque segno di riconoscimento. Basta che venga montata una rubinetteria M25x2 su una vecchia bombola, perché la bombola diventi pericolosa come una bomba innescata. Dove andrà a finire quella bombola? Magari da un ignaro negoziante che si occupa abitualmente delle ricariche del club. Se sarà scrupoloso, costui controllerà la data di revisione della bombola e si sentirà tranquillo, senza sapere invece quale pericolo si celi dietro l'apparenza innocua di una bombola appena revisionata.Un'altra situazione pericolosaUn'altra situazione pericolosa si può creare con l'abitudine, gustosa e comprensibilissima, di adattare personalmente le attrezzature per la subacquea tecnica. Occorrono bibombola, attrezzi ormai usciti dal mercato della subacquea ricreativa, ma ancora presenti nei depositi di negozi, club, diving, nelle cantine o nei box. Bombole spesso in ottimo stato, che dopo la revisione possono ancora funzionare egregiamente per vari anni. Quasi sempre la rubinetteria viene sostituita con una nuova, munita di rubinetto separatore centrale, come richiesto dalle didattiche tek. Ma quanti subacquei sono realmente informati del cambio di filettature e dell'incompatibilità di quelle nuove con le vecchie bombole? La normativa in vigore impone che le nuove rubinetterie, come del resto tutta l'attrezzatura scuba, riporti la punzonatura europea EN250, ovvero CE0474. Ma nulla dice dell'obbligo di punzonare anche il tipo di filettatura, come sarebbe logico. Alcune ditte hanno provveduto per conto proprio e le rubinetterie riportano quindi, per punzonatura o direttamente per fusione, la sigla M25x2. Per fortuna la Faber, produttrice della stragrande maggioranza di bombole subacquee utilizzate in Italia, riporta, dal luglio 2000, la stampigliatura del filetto sul collo del recipiente, accanto agli altri dati identificativi. Resta il problema del materiale vecchio, quello che sta creando i problemi. L'unica vera soluzione sarebbe quella, ormai non più molto dolorosa, essendo ormai trascorsi dieci anni dall'entrata in vigore della legge in materia di mettere al bando qualunque bombola e rubinetteria diversa dalla M25x2. Certo, qualche costruttore minore, che poco avvedutamente continua a utilizzare rubinetterie 3/4G cilindriche, non ne sarebbe contento, ma da qualche parte bisognerà pur iniziare se vogliamo porre fine a questa drammatica e inutile catena di incidenti.Come riconoscere le filettatureOltre agli strumenti professionali, si possono utilizzare altre attrezzature per verificare il tipo di filettatura della rubinetteria. Per distinguere una rubinetteria 3/4 G cilindrica da una M25x2 andrebbero utilizzate le apposite ghiere filettate, che in gergo vengono chiamate calibro "passa non passa", nelle quali le corrispondenti rubinetterie si avvitano senza problemi, mentre quelle sbagliate non passano oppure si avvitano oltre il livello stabilito. Non sono però di facile reperibilità e possono essere sostituite dal normale utente con un buon calibro dotato di nonio e con un contafiletti.Piccolo strumentoQuest'ultimo è un piccolo strumento, acquistabile presso un buon ferramenta, che dispone di varie lamelle con un lato seghettato, corrispondente alle più diffuse filetatture metriche e Whitworth. Per verificare una filettatura non si deve fare altro che appoggiarvi sopra la corrispondente lamella del contafiletti, la cui seghettatura deve combaciare perfettamente, senza alcun gioco, con le creste del filetto. L'uso del calibro è meno preciso proprio a causa della somiglianza delle due filettature. In ogni caso, la differenza di 1.4 mm si può rilevare abbastanza bene con l'uso del nonio, che indica con buona precisione i decimi di mm. Più difficile, invece, rilevare il tipo di filettatura di una bombola, trovandosi questa all'interno del bocchino della stessa. Il contafiletti può essere usato anche in questo caso, servendosi però di una luce, che permetta di controllare la corrispondenza delle creste.Articolo pubblicato su Il Subacqueo / luglio 2001