Anima di cristallo

Frammenti di te


Ma il cielo te lo dice quante lacrime solcano silenziose tutti i giorni trascorsi insieme?Ti cerco in ogni angolo dell mio cervello, torno a 6 anni e inizio a vederti, a 8, a 10...ti vedo sempre e ricordo il clacson della Uno blu che suonava 100 metri prima della nostra casa. "E' arrivata la Nina! Presto aprite il portone!" E via la corsa di tutta la famiglia verso il portone che si splancava davanti al tuo sorriso fatto di sole.Dopo baci e abbracci che duravano almeno mezz'ora, aprivi il bagagliaio ed era sempre una sorpresa: giochi, vestiti, lenzuola, colori, filo per cucire e tante chincaglierie che ancor oggi, 25 anni dopo, girano per casa. Portavi aria fresca, aria di città, portavi novità, i tuoi lunghi viaggi in terre per noi troppo lontane da visitare. Portavi cultura, sogni. Tu eri la gioia della famiglia, eri l'unica che ha avuto il coraggio di mettersi in gioco, di andarsene per sempre dalla cupa vita di campagna per sfidare il caos della grande Milano.Io ti rivedo ad ascoltare radio Maria e dire il Rosario durante il viaggio, mangiando di tanto in tanto pezzi di verdura e frutta accuratamente tagliati e messi in un sacchetto di plastica. Ti rivedo a pranzo con noi, nella tavola rotonda piccola ma incredibilmente grande per starci tutti e sette: io, mio fratello, mamma e papà, nonna (tua sorella) e nonno e tu, la nostra "zia Nina". Tu stavi nel posto davanti alla finestra e prima di mangiare facevi il segno della croce e ringraziavi il Signore per il cibo e benedicevi chi l'aveva preparato. Noi tutti, non abituati a pregare insieme, in silenzio, con un pò di vergogna a testa bassa, ti amavamo tanto. Eri una benedizione per noi.Mi piaceva guardarti mentre mangiavi, eri molto lenta, composta e mi facevi spesso osservazione perchè mangiavo con la mano sinistra sulla gamba: "Elisa, tira su la mano, non sta bene mangiare così". Io sbuffavo, mi scocciavi...ma ora se mi capita di sorprendere la mia mano sulla gamba, mi sembra di sentirti ancora e mi metto ritta, composta e mangio "da signora".  Alla fine del pranzo ringraziavi ancora il Signore; la tua vita è stata un continuo ringraziamento a Lui e io non capivo il senso di questa cosa. Solo ora, che il silenzio della tua assenza mi percuote la mente, capisco quanto era grande e autentico il tuo amore per Dio e di conseguenza per ogni creatura e per la vita. Solo ora, troppo tardi perchè tu possa tenermi la mano, io ho imparato ad amare come amavi tu.