Anima di cristallo

Dalena


Un istante, breve quanto il suono di un tuono, cambiò la gioiosa giornata di Dalena.Dalla sua solita postazione di lavoro, dietro al grande vetro, lei osservava la vita scorrere, le stagioni cambiare aspetto e colore a quei pochi metri quadrati che poteva scrutare.In quel piccolissimo spazio c'era tutto ciò che le bastava per sentirsi felicemente viva:i merli si rincorrevano nell'aiuola, il vecchio cedro danzava per lei al vento ora tiepido ora gelido, le foglie brillanti delle querce morivano e nascevano continuamente, i fiori sbocciavano e fiorivano giorno dopo giorno, i passeri cantavano inni e le cicale d'estate erano il fresco piacere della giornata.Ma è proprio nel verde smeraldo delle piccole foglie di quercia che il pensiero di Dalena cambiò rotta. La spensieratezza dei suoi anni si fece pesante come un tronco disperso nel mare.I suoi grandi progetti simili a quelle allegre foglioline che coloravano di verde il grigiore della città, presero rapidamente il colore marrone, divennero secche come alla fine di settembre.La gioia della danza al vento della vita, si trasformò nella pesantezza della morte autunnale.Un istante, breve quanto il tuono d'agosto, fece comprendere a Dalena che per quanto nobili e grandi siano i progetti di una vita, essi sono destinati all'autunno e al freddo inverno della morte."A cosa dunque servono i miei affanni? Che ne sarà delle buone opere, delle grandi rinunce, dei sacrifici per dar vita ai miei sogni se tutto cesserà con la morte?"E in quel momento, mentre il pensiero terminava, un fulmine s'abbattè contro il grande cedro dai verdi germogli e cadde pesante sull'asfalto, davanti agli occhi increduli di Dalena. Dalena corse fuori, sotto l'incessante pioggia che succedette al fulmine e si stese col suo corpo nudo accanto al vecchio cedro ormai morto.Il cielo non smise di piangere per tre giorni e tre notti e Dalena sempre accanto a lui, nuda, sola, senza più pensieri. Avvolta dalle verdi gemme appena sbocciate.