Anima di cristallo

Ricordi d'infanzia


Una volta al mese ho il permesso di uscire dalla bottega dove lavoro per acquistare qualche francobollo. L’occasione è sempre ghiotta per acquistarmi 10 ciuccetti alla panna e fragola.   Durante il percorso a piedi di ritorno in negozio, la delizia che stavo gustando mi ha ricordato la mia infanzia. Dai 6 ai 10 anni non vedevo l’ora che arrivasse domenica mattina per andare alla messa delle 9.30 e subito dopo la messa tutti i bambini andavano “da Tozzo”, il fruttivendolo che aveva dolciumi di tutti i tipi.  La domenica mattina era magica perché eravamo tanti bambini a riempire i primi banchi ma non solo: c’era chi saliva accanto all’altare con il coro, chi faceva il chierichetto e chi si preparava per animare la messa con letture e offertorio. Il mio parroco, don Sergio, era un grande uomo (e lo è ancora), conquistava tutti con la sua dolcezza e tenerezza. Per noi bambini era un papà e senz’altro noi eravamo come figli per lui. Nel mese di maggio riusciva a portarci tutti al fioretto nel pomeriggio; ci intratteneva con delle storielle e una volta a settimana pagava il gelato a tutti i presenti. Non si sapeva mai quando sarebbe stato il giorno del gelato, perciò si andava sempre con la speranza che fosse il giorno buono! Prima del catechismo, al sabato pomeriggio, ci faceva pregare tutti insieme e ricordo ancora con quale dolcezza ci parlava però se qualcuno esagerava con i versacci o col chiacchiericcio, il suo volto si incupiva e spesso non era necessario che aprisse bocca per farci stare buoni. Dagli 11 ai 13 anni  ci portava al camposcuola. Indimenticabili giorni in montagna tra compagni. Mi ricordo che al mattino entrava in ogni stanza per svegliarci dicendo “Buuooongiornoooo!”. Queste carezze al cuore in giovane età, non le dimentichi più. Un bruttissimo giorno d’estate ebbe una ischemia, era così giovane! Tutto il paese pianse a lungo perché ovviamente non poté più essere il nostro parroco. La malattia lo segnò in maniera indelebile per sempre. Da quel giorno, non ricordo più un parroco-papà. E’ molto vera la frase di Gesù “Molti sono chiamati, ma pochi eletti”. Gli eletti non sono quelli perfetti ma quelli che sanno amare, accogliere, donare. Un poco alla volta l’oratorio si svuotò, il coro si dimezzò, i ragazzi si dispersero. Il giardino della canonica era il nostro parco giochi e all’occorrenza un campo da calcio. La canonica era la casa di tutti, quante volte da bambina il don mi tratteneva a pranzo con la sua mamma, una cara donna anche lei. Sono cresciuta circondata di amore e quei gesti di infinita bontà hanno lasciato un seme nel mio cuore, un seme che piano piano sta germogliando. Torneranno i giorni in cui vedremo ancora gli oratori pieni di bambini? gli oratori trasformati in sala giochi o in discoteca o in ristorante? La psiche umana è cambiata ma la Chiesa no. La Chiesa prima o poi dovrà cambiare, dovrà tornare per la strada, dovrà “spalancare le porte a Cristo” e Cristo è in ognuno di noi.  Forse morirò prima che ciò accada ma… accadrà!