Anima di cristallo

A Chiara, compagna di avventure


Il braccio destro di Chiara ieri sera tremava all’impazzata e per fermarlo e portarlo nella posizione a lei convenevole, ha dovuto afferrarlo con la mano sinistra e guidarlo. C’erano diverse persone intorno a noi, nessuno ha notato quel suo movimento ma in fin dei conti, è normale sia così dopo quel disastroso incidente, che ha tolto al cervello la possibilità di comandare la parte destra del suo corpo. Nonostante da oltre due anni io sia abituata al suo ciondolare di qua e di là, ieri sera, quel suo gesto mi ha trafitto il cuore. MI sono subito chiesta “se fossi io al suo posto che cosa farei?”. In un attimo ho percepito nell’anima tutto il dolore che deve invadere Chiara quando nel tentativo di fare qualcosa, il suo corpo non risponde, come se stesse gridando ad un sordo. Poche ore prima avevo riempito il mio diario di parole disperate contro il mio cuore che non risponde ai comandi della mia mente. Quale dei due drammi è più terribile? Se potessi scegliere, ad oggi non so se preferisco un cuore indomabile piuttosto che un corpo scoordinato. In un modo o in un altro, siamo tutti condannati alla sofferenza di questo mondo. Il mondo è stato creato per questo, per affinare l’anima e per fare ciò, è necessario soffrire. Per quanto mi riguarda, farò il possibile per tornarmene a Casa migliore di come Dio mi ha mandata qui ma una cosa è certa: qualsiasi strada io decida di percorrere, non sarà mai la mia strada perché la mia anima non ha gambe per correre ma solo ali per volare. E le mie ali sono così grandi che quando morirò riuscirò ad abbracciare la Terra, il Sole e la Luna, tutti insieme. Darò loro un bacio e gli sussurrerò “Grazie per aver vegliato su di me, da oggi in poi io veglierò su voi”. E così anche Chiara mi ha costretta a fermarmi a riflettere su quanto sia imprevedibile e bastarda la vita.