Anima di cristallo

Vuoi provare il brivido di essere paralizzato su una sedia a rotelle per sei mesi?


“Vorrei  che il tuo amico provasse a stare in carrozzina per sei mesi, allora forse capirebbe cosa vuol dire dare false speranze a quelli come me!” Queste le parole di Matteo contro un nostro amico che gli aveva dato false illusioni. Ma queste parole le ho sentite come una spada nel mio cuore, le ho prese io tra le mani. Di Matteo ho già scritto qualcosa, lui è paralizzato su una sedia a rotelle elettrica e se qualcuno non lo alza al mattino, lui resta li. Se un giorno tutti si dimenticassero di lui, lui morirebbe li dove si trova. Provare a stare sei mesi sulla sua sedia? Essere sei mesi paralizzata? Questo è stato un grido che ha messo la mia anima in ginocchio. Non so neppure cosa scrivere, come scrivere ma so che è importante scrivere e far conoscere al mondo queste urla che nessuno ode. Al pensiero di stare un solo giorno al suo posto mi ha messo paura, ansia, tristezza.Ma allora lui come vive la sua vita li seduto ogni secondo? Quanto dolore c’è nel suo cuore? Eppure non lo ho mai visto triste, ha un sorriso contagioso e quando parla a voce alta attira l’attenzione su di sè e ti fa sorridere, sempre! Questo dolore io non lo so scrivere ma per un attimo, un solo attimo, ha sfiorato la mia anima e ora non posso più essere come prima. Sento la necessità di fare qualcosa ma io non so cosa, sono impotente e inutile davanti a tanto dolore. A cosa serve la mia vita? Cosa devo fare Signore? Tu mi hai portata tra questi ragazzi, uno diverso dall’altro, ognuno col suo infinito dolore e io ora mi sento così piccola e incapace. Anche i ragazzi con disabilità mentale soffrono tanto. Michele, domenica alla catechesi, ha disegnato la sua vita con un pennarello nero, segnando il cartellone senza una logica. “Michele, perché hai disegnato così la tua vita?” “Perché la mia vita è nera, brutta, triste.” “Michele, cosa ti manca per essere felice?” “L’amore….qualcuno che mi voglia bene.” E la mia anima è di nuovo caduta in ginocchio, avvilita, straziata perché non aveva nulla da dire. Il dolore dei miei ragazzi mi mette ai piedi della croce ogni giorno e non so cosa fare. Attendo che Dio mi dica qualcosa. Cosa devo fare Signore? Amarli? Non basta, bisogna fare di più. Bisogna far si che quando chiedo loro di rappresentare la vita con i colori, essi riempiano i fogli di arcobaleni e nuvole!