Anima di cristallo

La pienezza della strada


Salire sulla cima di una montagna non è solo una soddisfazione personale, o un traguardo in più da aggiungere nel taccuino di viaggio. Per me, la salita verso il monte rappresenta una sfida con me stessa. Il dolore ai piedi, ai muscoli, il freddo dell'alta quota alternato al caldo del sole che scalda il volto, la voglia di fermarsi e tornare indietro con la classica frase "Ma chi me l'ha fatto fare? Dove sto andando?"....tutto questo è per me un metro di misura per vedere come cambio dentro di volta in volta. Un anno fa ho raggiunto una vetta e non ero ciò che sono oggi tra le montagne della Val Senales. Al di la del passo dello Stelvio, in territorio Svizzero, non pensavo ciò che ho pensato sul Similaum al confine con l'Austria.Mentre salivo la montagna ed il sentiero si faceva sempre più ripido e roccioso mi chiedevo la motivazione che mi ha spinto fino ai 3000 metri e l'unica cosa che sono riuscita a dirmi è che è troppo bello sentire quando mi manca il fiato senza comprendere se è per l'altitudine o per la bellezza che mi circonda. Nove ore di cammino davvero difficile ma talmente bello che potrei farlo ogni giorno! Tra le montagne ad alta quota non si ode alcun rumore se non quello del torrente che costeggia il sentiero, delle campane attaccate al collo delle mucche che brucano tutto il giorno e quando le passi accanto ti guardano con gli occhioni spalancati e sembrano volerti dire qualcosa. A volte qualche canto di uccelli ed il rumore del vento tra gli abeti. Nessun altro rumore tra le montagne. Pochi alpinisti che salutano con un "Grus got" perchè di italiani neanche l'ombra! Per i sud-tirolesi anche i veneti o i lombardi sono "Terroni", loro si sentono tedeschi, austriaci e traspare chiaramente il loro risentimento per essere stati strappati dalla loro terra e trapiantati in un'Italia che cade a pezzi.Ancora una volta tra le montagne mi sono sentita a casa, come se da sempre abitassi quei luoghi, come se non mi fossi mai allontanata da  loro, come se quei pascoli fossero miei. E mentre sorseggiavo un bicchiere di latte appena munto, la mia anima si riempiva piano di quel sapore, di quel silenzio, di quella grazia che mi avvolgeva come un mantello. Tornando a casa, completamente distrutta, nel dormiveglia mi chiedevo perchè stavo tornando a casa se la mia casa era dentro al silenzio di quelle montagne.Solo ora, dopo una settimana riesco a riprendere il ritmo di questa vita che sento come una corda al collo. Andare tra le montagne è forse un andare dentro di me, in profondità e far emergere la parte di me che custodisco come un diamante, quella parte di me che solo Dio può sfiorare.