Anima di cristallo

Post N° 342


Si avvisano i signori lettori che l'eremo di questo blog chiude per ristrutturazione interna fino a Natale. Arriverò in tempo per fare gli auguri a tutti. Nel frattempo non lasciate posta alla soglia della porta, non la leggerò. Dato che le mie parole si sono esaurite vi saluto con questo piccolo racconto di Khalil Gibran:E quando nacque la mia Felicità, la strinsi strettamente tra le braccia e salii con lei sul tetto della mia dimora da dove gridai: "Venite a guardare la mia Felicità che splende traboccante di gioia dinanzi al volto del Sole".Quale fu il mio stupore quando mi resi conto che non veniva nessuno dei miei vicini a scrutare la mia Felicità.Per sette lunghi mesi ogni mattina e ogni sera annunciai la mia gioia, dal tetto, ma nessuno si degnava di ascoltare la mia voce.Io e la mia Felicità ci sentimmo indesiderati ed abbandonati. Nessuno si interessò a noi. Quando trascorse un anno, la mia Felicità divenne pallida e debole perchè nessun cuore, tranne il mio, era sedotto dalla sua beltà, e nessun'altra bocca baciava la sua bocca, tranne la mia. E la mia Felicità esalò l'ultimo respiro di solitudine.E ora ricordo la mia Felicità quando richiamo alla memoria il mio Dolore, poichè il ricordo è una foglia autunnale che trema per un istante nel vento, poi la sabbia la sepellisce per sempre.Nella foto: porta della cappella privata del Monastero di Camaldoli (Arezzo).