Creato da elisar_81 il 10/04/2006

Anima di cristallo

"Infilerò la penna ben dentro il vostro orgoglio perché con questa spada vi uccido quando voglio" Francesco Guccini

 

Tempo di inutili attese

Post n°762 pubblicato il 22 Dicembre 2016 da elisar_81

E’ tempo di auguri e di scambio doni. Cosa che non mi è mai piaciuta ma negli ultimi due anni ha preso un senso diverso. Non faccio più regali giusto per ricambiare il gesto, ciò che ricevo è eccessivo e se ricambiassi con tutti, spenderei tutto lo stipendio oltre al fatto che non sarebbe un gesto sentito.

Preferisco regalare il mio tempo e il mio cuore. Ci sono molte persone sole che attendono qualcuno e io faccio la mia parte,  gli porto via un po’ delle loro sofferenze, me le mastico a casa, le rielaboro e prego tanto che un giorno non capiti anche a me  di trovarmi nella loro situazione. E’ bello incontrare persone che conosci appena, spalancargli la porta del cuore e lasciarli entrare col rischio di farsi travolgere.
Quando fai qualcosa di buono per gli altri, è sempre maggiore ciò che ricevi piuttosto di quello che dai. Sono soltanto a metà pomeriggio e mi sono sentita dire da due persone diverse:
“Passare il Natale con te è un sogno irrealizzabile per me ma ci spero sempre. I miracoli accadono.”
“Trascorrere il Natale con te sarebbe come andare in Paradiso per un giorno”.

A questo punto dovrei scoppiare di gioia, invece scoppio di dolore per due motivi: perché non posso farmi a pezzi e stare con molte persone nello stesso giorno e perché frasi come quelle, le ho pensate anch’io e so che i miracoli non accadono e che il Paradiso ci attende in cielo e non su questa terra. Tutti noi il giorno di Natale desideriamo avere accanto le persone che più amiamo ma non sempre noi facciamo parte di quella cerchia più amata.

Potrei concludere col dire che sono persona egoista perché insieme alle pene degli altri, mi prendo anche il loro amore…quel poco che riesco, per non lasciare completamente vuoto il mio cuore.
E allora, chiusa nel silenzio del mio blog, mi sento di dire grazie a tutte quelle persone che oggi posso chiamare Amici, grazie per la fiducia che hanno in me, per la forza che mi danno, per le carezze al viso che qualcuno timidamente azzarda, per le strette di mano che sembrano non volermi lasciare andare via, per le lacrime di gioia nel vedermi. Grazie perché mi custodiscono nel loro cuore.

 
 
 

Amare con gratuitá

Post n°761 pubblicato il 21 Dicembre 2016 da elisar_81

Si fa presto a dire che l'amore esige gratuitá. Sembra ovvio e scontato ma di fatto quando amiamo con tutto il cuore, si vorrebbe essere riamati con la stessa misura. Probabilmente anche Gesù avrebbe voluto i suoi discepoli sotto la croce. 

Il fatto che non li abbia chiamati o implorati di restargli vicino, rende l'idea della grandezza del suo amore: li ha lasciati liberi. La più grande sofferenza di chi ama non è la gratuitá bensì la libertà dell'amato. Amare senza aspettarsi nulla in cambio è il più alto grado dell'amore che include il totale rispetto delle scelte degli altri anche quando queste ci feriscono a morte come i chiodi sulle Sue mani e sui Suoi piedi. 

 
 
 

Terzo anniversario

Post n°760 pubblicato il 15 Dicembre 2016 da elisar_81

“Non ho mai visto tante attenzioni per un’anziana!” Lo disse in tono cattivo quella suora della casa di riposo, quasi a farmene una colpa, come se avesse preferito che mia zia morisse presto e sola.
Non erano gradite le mie visite giornaliere alla loro ospite numero 44.
44 era il suo nome la dentro.
Morì soffocata nella notte del 15 dicembre. Di notte non era prevista la presenza di una infermiera, neppure quando qualcuno stava per morire. Dalle 19 di sera in poi, nessuno aspirò il muco che si accumulava nella gola di mia zia Rita e tra le 2:30 e le 3:00 morì.
Si, sarebbe morta lo stesso, lo so…
La lasciai dopo aver recitato i vespri insieme, per la prima volta da quando la conoscevo la vidi piangere di dispiacere. Le uscirono tre lacrime e mi fece delle raccomandazioni che non capii perché non le era rimasta più voce. Ma non ci fu bisogno, da tanti anni io e lei comunicavamo con le anime.
Presi le sue lacrime con le dita e me le portai alle labbra: “Ecco, adesso sei in me e io in te. Non aver paura, ora ci sono io con te e da domani tu sarai con me, promettimelo!”. Mi sorrise. Sorrise fino alla fine, con quel sorriso pieno di gioia che solo le persone sante hanno, quei sorrisi che provengono da un’anima docile, mite e amorevole.

Quando morì, ero a letto e fui presa dal gelo al lato sinistro di tutto il mio corpo. Mi svegliai e mi ficcai sotto le coperte fino in fondo pregando Dio che fosse solo freddo quello che avevo sentito. Ma sapevo cos’era successo. Al mattino presto mi comunicarono quello che già sapevo.
Avevo lasciato alla suora cattiva della casa di riposo l’abito religioso di mia zia, un saio marrone con la cintura di corda da indossare dopo la sua morte. In vita non portò mai l’abito, fu una portatrice silenziosa di Cristo e lo portò in molte parti del mondo. Con il vestito mia zia lasciò una lettera scritta quando aveva ancora cinquant’anni. Girava tanto il mondo e sapeva che in qualsiasi momento le sarebbe potuto succedere qualcosa di grave. 

Quando la suora lesse quelle righe si commosse e dopo il funerale mi disse “Ti chiedo scusa per tutto, non avevo capito chi era tua zia”. I santi non manifestano la loro santità a parole, essi la rendono visibile in opere. La sua morte fu un grande esempio di santità. Sopportò tanto dolore, soprattutto spirituale ma non si lamentò mai. Sorrideva e accarezzava il viso di chi spesso la trattò indegnamente.
Era domenica 15 dicembre 2013, domenica gaudete, domenica della gioia. Non poteva scegliersi giorno migliore per morire. E così festeggiò il Natale col suo amato Signore e io trascorsi il primo Natale al cimitero e piansi così tanto che finii le lacrime e mi venne la febbre.

Il suo funerale fu una festa di nozze: la sua bara che avevo dipinto con disegni luminosi, alloggiava sotto un arco di rose bianche e rosa, come le più belle spose, in ogni banco stava un cestino di rose e pizzo bianco, i canti erano gioiosi e festosi, feci anche i libretti con le letture, i disegni e la mia dedica. Erano le sue nozze con Gesù…mi parlava spesso di quel giorno in cui sarebbe salita al cielo. Ero felice per lei e incredibilmente triste per me stessa. Rimasi sola. E nessuno si prenderà questa mia solitudine incompresa da questo mondo terreno.
La cosa davvero bella è che da quel giorno, io e lei non ci siamo mai più separate e per questo GRAZIE ZIA!
GRAZIE PERCHE’ NON MI LASCI MAI, PERCHE’ RIAGGIUSTI I MIEI GUAI, REINDIRIZZI I MIEI PASSI SBAGLIATI E PERCHE’ MI AMI IN UN TAL MODO CHE NESSUNO MAI RIUSCIRA’ AD EGUAGLIARE.
E INFINE GRAZIE PERCHE' MI HAI INSEGNATO COME VIVERE E COME MORIRE.

 

Felice Anniversario!
Tua Elisa

 
 
 

Vivere dentro

Post n°759 pubblicato il 13 Dicembre 2016 da elisar_81

Chi ha odio dentro sè, trova squallido persino il fiore più bello, non sa contare i colori dell'alba e trascorre il tempo odiando tutto e tutti. Chi trabocca d'amore invece, riesce a sentire l'odore delle nuvole anche dentro ad una prigione; Etty Hillesum ad esempio, descrive il profumo del gelsomino dopo la pioggia mentre è rinchiusa nel campo di concentramento di Westerbork. 

L'odio ammala il corpo, lo abbruttisce, lo rende vulnerabile, fragile. Le cellule del nostro corpo se vengono alimentate con odio o con depressione, si ammalano fino a morire una dopo l'altra.  Ricordo quand'ero piccola che il papà di una mia amica si ammalò dopo una anestesia spinale andata male. Quell'uomo non accettò il presunto errore dei medici e trascorse la vita rinchiuso nella sua stanza odiando chiunque. Non voleva vedere nessuno e così morì solo. Ora al cimitero gli faccio visita, so che non può cacciarmi e gli tocca subirsi il mio buonumore...magari me la farà pagare quando andrò nel suo mondo anch'io!!! L'odio come la depressione non ha nessun'altra medicina che l'amore ma a volte, neanche quello può salvare le persone col cuore paralizzato dalla tristezza.

A quelli che traboccano d'amore, quelli a cui persino la pelle ha preso l'odore dell'amore, non rimane altro che inseguire i gelsomini dopo la pioggia e lasciarsi profumare i capelli dal vento del nord, cercando di irradiare pace anche tra le guerre di ogni giorno.

 
 
 

Conoscere per capire

Post n°758 pubblicato il 12 Dicembre 2016 da elisar_81
Foto di elisar_81

Se il bruco sapesse che trascorsi 15 giorni circa dall'inizio della sua vita, si trasformerà in farfalla, smetterà di strisciare e volerà libero, secondo voi non desidererebbe che il tempo passasse più in fretta? Se potesse scegliere, non sceglierebbe forse di essere subito farfalla per evitare di essere schiacciato da qualcuno sulla terra?

Così mi sento io, come un bruco che sa!

 
 
 

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Post n°757 pubblicato il 05 Dicembre 2016 da elisar_81
 

Sei una fiaba
che non potrò mai leggere,

un aquilone che
non farò volare,

un seme
che non vedrò germogliare,

ma sei un sogno
che continuerò a sognare.

 

 
 
 

La bellezza delle stagioni

Post n°756 pubblicato il 01 Dicembre 2016 da elisar_81

Sono le 16:35 e il sole sta già per tramontare posando sull’azzurro del cielo, i suoi riflessi rosa e arancio pastello. Guardo estasiata questo spettacolo in cui i colori si abbracciano regalando alla città un mantello magico. Persino il grigio dell’asfalto sembra far l’amore con il cielo roseo. Tutto è velato di rosa e sembra un dipinto, una scenografia teatrale.
Anche le foglie marroni delle querce si sposano con questa armonia di colori senza precedenti.
Ho provato a fare la foto ma l’Autore di questo quadro è così geloso che non permette all’obiettivo di cogliere i reali colori. Così solo gli occhi possono gustare e gioire di tanta bellezza.
“La bellezza” è un termine sul quale mi sono fermata molto tempo a pensare, leggere, meditare e persino studiare. Qual è la vera bellezza?
La bellezza dell’estetica ha senz’altro il suo fascino ma la vera bellezza è quella che abita dentro di noi. Le cose sono incredibilmente belle se gli occhi dell’anima sono occhi felici, che sanno godere della vita. 

Questa mattina presto, la temperatura era sotto lo zero e io non ho resistito alla bellezza della brina posata sulla terra e sugli steli d’erba, e poi l’alba che si alzava lenta sulla campagna fredda, e gli alberi spogli all’orizzonte, le colombe infreddolite sui fili della luce. Sono uscita in pigiama e ho respirato l’aria a pieni polmoni trovando l’inverno bello e seducente. Ma se non fossi aperta al mistero della vita, se non fossi attenta ai cambiamenti che avvengono intorno a me, forse, come tanti altri, troverei l’inverno un tempo gelido, inutile e tutt’altro che salutare.
Ogni stagione ha il suo fascino, la sua bellezza fatta di colori, profumi, suoni, emozioni.
Non è forse intrigante in autunno l’odore delle caldarroste lungo gli stretti vicoli della città? E d’inverno quell’odore di bruciato che fa la crosta di polenta nel paiolo in rame? (noi veneti lo chiamiamo “paroeo”). E quanto sono delicate le margherite che già a febbraio hanno fretta di uscire allo scoperto e aprire al sole i loro petali bianchi?
E d’estate  il gelsomino dopo la pioggia che profuma l’aria per kilometri e ti fa scordare in un attimo lo spavento dei tuoni e dei fulmini appena passati?

A volte, stupidamente vorremmo vivere nei paesi caldi per tutto l’anno per girare comodi in ciabatte e maglietta ma quella comodità ci costerebbe la perdita della bellezza delle stagioni e l’attesa del vento tiepido, quella voglia che ti prende improvvisa di correre a piedi nudi sulla sabbia lungo il mare. Che ne sarebbe della neve sul presepe? Un albero di Natale in estate?
No no, questa è la nostra terra e ci appartiene così come noi apparteniamo ad essa, qui ci sono le nostre radici proprio come un figlio resta per sempre legato alla propria madre. 


 
 
 

Quando la disabilità si fa dono

Post n°755 pubblicato il 28 Novembre 2016 da elisar_81
 

Nonostante da oltre due anni trascorro molto tempo accanto ai ragazzi disabili, mi capita spesso di commuovermi innanzi a scene che andrebbero filmate e diffuse affinché tutti possano vedere come anche la disabilità diventa dono per gli altri.
Mi avvalgo allora della scrittura per comunicare le emozioni che mi hanno travolta in una domenica pomeriggio nella speranza di trasmetterle anche a voi.
Matteo è un ragazzo con una tetraplegia spastica che lo costringe dalla nascita su una sedia a rotelle. Lui può solo muovere le mani grazie alle quali può usufruire di una certa autonomia guidando con i comandi elettronici la carrozzina che è il suo fuoristrada da corsa!
A volte l’ho sentito dire “Io non sono utile a nessuno”. Non è vero! Tutti siamo in questo mondo con una missione e siamo utili agli altri se lo vogliamo, se sappiamo accettarci così come siamo, con i nostri limiti che abbiamo il dovere di rendere strumento per la nostra crescita e servizio agli altri.
Stefano invece è un ragazzo non vedente con una malattia rarissima e il suo caso è unico al mondo. Ha anche problemi di udito e di equilibrio e per questo ha bisogno che qualcuno sia sempre al suo fianco.
Ieri pomeriggio eravamo tutta la compagnia riunita per trascorrere una domenica insieme e quando è giunta l’ora di spostarci dal teatro al bar per l’aperitivo pre cena, Matteo vedendo il suo amico in difficoltà, gli è andato incontro e gli ha detto di attaccarsi al suo fuoristrada e che l’avrebbe guidato lui.
Gli occhi di Matteo sono diventati gli occhi di Stefano, le ruote della carrozzina di Matteo sono diventate guida e supporto per Stefano.

Nell’assistere a questa scena mi sono commossa e durante la notte mi sono svegliata più volte pensando al messaggio di amore che mi hanno trasmesso ed ho collegato questo episodio alle parole di San Paolo ai Corinzi quando dice “Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.” (1 Cor 12, 27)

 
 
 

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Post n°754 pubblicato il 24 Novembre 2016 da elisar_81
 

In questo stato

di apparente felicità

si sta come colombe

con un'ala soltanto.

 

 
 
 

Che ne sai tu?

Post n°753 pubblicato il 22 Novembre 2016 da elisar_81
 

Sono gravida di te

ma tu così piccolo 

di me non sai

con quanto amore ti proteggo.

 

Nessuno ti vede nel mio grembo inquieto

nessuno sa che di giorno sei in me

e di notte ti partorisco

come fa il cielo con le stelle.

 

Sono tua madre, tua sorella,

sono la tua donna, ma sono nessuno

perché io sono soltanto 

sola ma gravida di te che non sai.

 

 
 
 

Tesoro inestimabile

Post n°752 pubblicato il 22 Novembre 2016 da elisar_81
 

Quando scadrà il tempo che abbiamo avuto a disposizione

non rimarrà che il ricordo di un bacio

rubato a quello stesso tempo

come sciacalli affamati d'amore.

 

Nascosti nelle caverne della notte 

ci prenderemo cura di quel ricordo

come fosse l'unica ricchezza

rimasta su questa misera terra.

 

Ci sorprenderà il giorno ancora una volta

intorpiditi dalla stanchezza

dopo tutto quel tempo trascorso al buio

a proteggere quell'unico tesoro: il nostro bacio! 

 
 
 

A te che dal silenzio canti

Post n°751 pubblicato il 18 Novembre 2016 da elisar_81

Del tuo ricordo 

ne ho fatto un mazzo di fiori 

per profumare la mia casa.

 

Delle tue parole

uno spartito di note

per allietare le mie tristezze.

 

Delle tue risa

ne ho fatto cesti di mele

per saziare i miei digiuni d'allegria.

 

Delle tue carezze

trecce di grano

per colorare le pareti grigie della mia anima.

 

Ma ogni istante della mia vita 

senza te al mio fianco

è un continuo grido di nostalgia.

 
 
 

Il mistero dei poeti

Post n°750 pubblicato il 17 Novembre 2016 da elisar_81

Soltanto la morte può salvare un poeta. 

Silvia Plath, la sua amica Anne Sexton, Antonia Pozzi, Amelia  Rosselli, Virginia Wolf, Sarah Kane...sono soltanto alcune delle poetesse morte suicide. La gente normale non poteva capirle ma io so che il loro suicidio è stata la loro unica via di fuga verso la libertà. Un poeta che muore vecchio è un poeta che vive infelice. La poesia è la nostalgia di casa, l'espressione massima della vita ma non di questa vita bensì di quella del cielo. Il poeta vive oltre la terra, perennemente sospeso, in attesa. Ed ogni giorno è pari ad una eternità che non riesce a sopportare.  

 
 
 

Discorsi da bottega

Post n°749 pubblicato il 17 Novembre 2016 da elisar_81

Due minuti di silenzio con la presenza di più persone possono sembrare una vita intera per chi non sa ascoltare quel silenzio talvolta più ricco delle parole.
Due soli minuti di silenzio, forse meno, il tempo di fare una fattura e dei documenti fiscali per una cliente che aveva appena fatto un acquisto e in quel lasco di tempo entra una seconda cliente che non è capace di tacere neppure 10 secondi.
“Finchè siamo vivi meglio parlare” esclama all’improvviso.
“Purchè non siano parole inutili” le rispondo. 
“Avete visto che prezzi ci sono nei negozi di scarpe? Sono forse impazziti tutti?” prosegue.
“Questa è una cosa inutile” concludo io.
La prima cliente mi guarda con aria compiaciuta e mi sorride. Da quel momento la cliente chiacchierona continua a fare esclamazioni sterili e io taccio. Poi mi chiede il prezzo di 50 buste da lettera.
“Due euro signora!”
“Cosa? Due euro??? Ma sei sicura?”
“Si signora sono sicura, sarebbero 4 centesimi a busta, le sembrano troppi?”
“No dai, va bene”. Poi tocca le buste e dice “Ma perché sono così leggere?”
Tiro un sospiro per moderare le mie parole e le dico: “Le rispondo come Gesù rispose a Maria alle nozze di Cana. Che ho da fare con te donna?”
La signora sorride e uscendo mi ringrazia per la citazione del Vangelo.
Io con il pensiero ringrazio il buon Dio di averla fatta uscire! Povera me!

La mattinata è stata intensa e lunga, gente strana e impegnativa. Tuttavia la mia pazienza non è stata ancora scheggiata. Ormai ci ho fatto l’abitudine. 

 
 
 

Verità rivelate

Post n°748 pubblicato il 14 Novembre 2016 da elisar_81
 

I poeti vedono soltanto quando chiudono gli occhi
sentono quando tappano le orecchie
amano dopo che il loro cuore è stato spaccato.

Ovunque si trovino: in una stanza o in una foresta di faggi,
tutto sta stretto, hanno bisogno di infinito
e il pensiero d’infinito non basta a curare la loro malattia.

I poeti non sanno vivere nei giorni 
essi sono ben oltre le nubi del cielo, oltre la luna e le stelle,
si annidano in segreto nel ventre di Colui che li ha creati.

I poeti sono parole incarnate che attendono di essere liberate.

 

L'amoroso abbraccio dell'Universo, la Terra - Frida Kahlo

 
 
 

Io che in te

Post n°747 pubblicato il 11 Novembre 2016 da elisar_81
 

Io che vorrei entrare in te,

come le radici di un albero 

mettere dimora

e far germogliare fiori e frutti

da donare a chi incontri

per la tua via.

Io che invece 

sono soltanto

foglia d'autunno 

libera nell'aria.

 
 
 

Trasmutazioni

Post n°746 pubblicato il 08 Novembre 2016 da elisar_81
 

Quando il sole si addormenta

tra le nuvole della sera,

io divento poesia

e non ho sufficienti parole da scrivere,

ho soltanto lacrime per commuovermi

innanzi a tanta bellezza.

 
 
 

Parole come fiori

Post n°744 pubblicato il 07 Novembre 2016 da elisar_81

Ogni volta che scrivo

ho la sensazione che mi sbocci un fiore fra le mani.

Ed ogni volta è un fiore con colori e profumi diversi

perché diverso è il mio cuore ogni giorno. 

Soltanto un sentimento non muta mai:

l'Amore.

 
 
 

1092 giorni fa

Post n°743 pubblicato il 06 Novembre 2016 da elisar_81

1092 giorni fa eravamo insieme:

io ti prendevo tra le mie braccia

e ti spostavo piano sul letto,

curavo le tue ferite,

con balsami e creme accarezzavo il tuo corpo,

con delicatezza portavo cibo alla tua bocca

e tu mi guardavi muta.

1092 giorni fa

in silenzio prendevi tra le tue braccia la mia anima

e mi spostavi piano verso la tua strada,

curavi le ferite del mio cuore,

con mani sante e pure accarezzavi il mio viso,

con dolcezza sussurravi parole confuse

e non capivo.

Io volevo salvare ad ogni costo la tua vita

tu volevi rendere docile la mia anima,

io volevo trattenerti al mio fianco

tu volevi salire dal tuo Sposo.

Pochi giorni dopo mi dicesti addio con 3 lacrime

e con la mano sinistra mi benedicesti,

nei miei giorni lasciasti dolore, vuoto, nostalgia

ma nel mio cuore,  un mese dopo

trovai un biglietto scritto col tuo respiro:

"Ama la vita ed ogni creatura

come io ti ho insegnato".

Questa è la mia più grande eredità. 

 

 
 
 

Sull'amore

Post n°742 pubblicato il 04 Novembre 2016 da elisar_81
Foto di elisar_81

Oggi sul giornale ho letto un articolo di un marito che ricordava il primo anniversario di morte di sua moglie. Ha esposto pubblicamente i suoi sentimenti senza vergogna e tra quelle parole ho percepito un grido disperato di dolore, di aiuto, di solitudine.
“Mia moglie mi manca, mi manca moltissimo. Vorrei una sua carezza, un suo sorriso, risentire la sua voce…”. Dopo 48 anni di matrimonio, quest’uomo amava ancora sua moglie.
Leggere queste parole è stata una testimonianza di inestimabile valore per me, per una come me che non crede nell’amore. Sono cresciuta con un’idea distorta di famiglia e di amore di coppia. Talmente distorta che fin da bambina dicevo che non mi sarei mai sposata perché la famiglia è solo una favola, è un accontentarsi di qualcosa e di qualcuno per paura di restare soli.
A tutt’oggi continuo a credere che sia così ma, da qualche mese, grazie alle parole di una ragazza paralizzata che mi ha parlato dell’amore di coppia e grazie anche a queste poche righe sul giornale, impregnate di amore, penso che forse il vero amore può esistere.
Oggi i divorzi superano i matrimoni e la gente si stupisce di più nel sapere che una coppia sta insieme da 10 anni piuttosto che sapere il numero di matrimoni gay. Pazzesco!
Che sia giunto il tempo di riscrivere la Genesi?
“Maschio e femmina li creò” “Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne”.
Nel nostro tempo, uno scrittore, per avere fama come chi ha scritto la Genesi, dovrebbe scrivere “Due maschi e due femmine creò” “Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a suo marito o a sua moglie, non importa, e i due saranno una sola carne”.

Non scrivo questo per far polemica ma per dire che quello che vedo e sento intorno a me, non mi sta più parlando di amore di coppia, del senso di famiglia e della bellezza dello stare insieme. I fatti di ogni giorno mi parlano più di un “tutto va bene” (basti pensare alla nuova teoria Gender!).
Martedì ho fatto un viaggio con i miei fedeli amici ed è stato meraviglioso: parlavamo di cose serie, di Dio, del saper vivere con sobrietà, del volersi bene, le mie amiche con disabilità parlavano delle loro difficoltà ed io e gli altri davamo loro parole di forza e coraggio; abbiamo riso, mangiato, dormito, cantato…INSIEME.
Ad un certo punto mi sono commossa nel rendermi conto che ero molto felice ed ho chiesto a Maria: “Avere una famiglia è così? E’ davvero così bello stare insieme?”.
Maria mi ha detto “Dipende dalla famiglia, la mia è così e io amo viaggiare con la mia famiglia.”
In quel momento ho capito che tutte le mie idee sulla famiglia sono sbagliate, che devo ricominciare a  credere nell’amore perché un uomo ed una donna possono davvero essere felici per tutta la vita, pur passando anche attraverso la noia, la rabbia e la solitudine. L’amore non è tenersi abbracciati per anni sostenendosi a vicenda e se uno cade, l’altro cade con lui.
Penso piuttosto che l’amore significa esserci nel momento del bisogno, anche quando le due mani non possono intrecciarsi.

L’articolo di giornale si conclude così:
“Tesoro mio, un giorno saremo ancora insieme per non lasciarci mai più ed il nostro amore che ci ha uniti su questa terra sarà più bello e più grande”.

L’amore esiste ma io non ho ancora occhi per vedere e non ho cuore per accogliere. 

 
 
 

INQUIETA E' L'ANIMA

CHE NON RIPOSA NELL'AMORE.

Ritael

 

NELLE TUE MANI

Nelle tue mani
io metterei le radici
e da te mi farei portare
in ogni angolo della terra,
non ho certezze
ma ho l'amore
tutto quell'amore necessario
per deporre la mia vita
in mano a te.


Ritael
(settembre 2017)

 

A TE SOLO

A Te solo
confluiscano i miei pensieri,
come torrenti impetuosi
si gettino insieme liberi
nella cascata del Tuo amore.

A Te solo 
io elevi la mia lode gioiosa,
come un fiore tra le rocce
le mie parole nel vento
solitarie e nascoste.

Lavami il cuore 
toglimi ogni desiderio umano,
rendimi capace di amare
ogni creatura allo stesso modo,
ch'io non ami più un'anima soltanto.

Te solo Signore!

Ritael

 

 

 

 

NESSUNO LO SA

Mentre sorrido
piango
e mentre di gioia danzo
muoio.

Ritael 

 

ETTY HILLESUM

 

TU

 
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