I giardini del tempo

Post N° 18

Quella mattina.
Te la ricordi?
Noi due nel bosco e tu che mi toglievi la camicia baciandomi e guardandomi dritto negli occhi. Ti sei spogliata davanti a me senza vergogna, senza pudore nel mostrare le tue cicatrici, le violenze che subivi da tuo padre.
Mi hai guardato con occhi tristi e pieni di voglia di non essere lì ed ora e con un uomo. Mi hai preso la testa tra le tue mani ed io iniziai a baciare la tua figura. Ogni curva, ogni angolo, ogni spigolosità per me era un mare di ricordi, di passioni, di tristezza nei tuoi confronti.
Avevo paura di ferirti come altre persone avevano fatto ma tu non volevi che mi fermassi, dicevi che era tutto passato, dicevi che era tutto un ricordo confuso nella memoria di una bambina dientata donna.
Donna. Lo dicevi tu.
Fu l'ultima volta quella.
Non ce ne fu un'altra.

Ed ora davanti a questo sepolcro ricordo come ti trovai quella sera di quello stesso giorno.
Lì. Nella vasca da bagno. Immersa nel tuo stesso sangue.
Perchè l'hai fatto? Perchè?

Avevo paura di ferirti come altre persone avevano fatto ma tu non volevi che mi fermassi, dicevi che era tutto passato, dicevi che era tutto un ricordo confuso nella memoria di una bambina diventata donna.
Oggi ho capito.
Quella donna non era ancora nata.
Ed io ti ho ferita.

Scusa.
Scusali.
Scusaci.
Scusalo.
Scusami.

Ma ora è troppo tardi.

AnimaNigra