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I giardini del tempo

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Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 03 Gennaio 2008 da AnimaNigra
 

masochismo: è quella forma di sessualità umana che consistente nel desiderio di subire dolore fisico o umiliazioni, dal quale il soggetto che vi si sottopone si aspetta di conseguire un appagamento emotivo o sessuale.

Il termine deriva dallo scrittore austriaco Leopold von Sacher-Masoch, autore del romanzo Venere in pelliccia, ove si descrive proprio una relazione di tipo masochistico.

Considerata una parafilia solo nei casi in cui la ricerca del dolore è l'unica forma di sessualità, o comunque l'unica forma di sessualità che permette il raggiungimento del piacere fisico.

Considerato come fenomeno non patologico, il masochismo viene comunemente spiegato come la condizione di chi vive il dolore come accentuazione del piacere; non necessariamente però il piacere conseguito consiste nell'eccitazione e nell'orgasmo, che spesso, anzi, sono vissuti dal soggetto masochista come il conclusivo momento di distensione e di abbandono, successivo però e non strettamente conseguente alle pratiche masochistiche di cui egli è stato vittima.

Scientificamente i recettori del dolore e del piacere sono gli stessi, mandando segnali diversi in base alla forza con cui vengono sollecitati. Una carezza ed uno schiaffo mettono in campo gli stessi recettori, uno schiaffo ovviamente solleciterà gli stessi in maniera maggiore, lasciandoli ad una soglia più alta. Una carezza successiva verrà percepita in maniera più forte e con maggiore intensità.
Il dolore fa produrre al cervello endorfine, che poi restano in circolo dando una sensazione di euforia. Queste sensazioni in aggiunta allo stato mentale che si crea con il partner rendono il dolore un piacere da assaporare e vivere. Ovviamente solo in un rapporto consensuale e vissuto liberamente.

Psicologicamente, il masochismo deriva da una fissazione alla fase anale dello sviluppo della personalità. Il classico masochista secondo l'interpretazione freudiana ha alle spalle una figura materna amorevole, sì, ma distaccata, poco affettuosa, intransigente e/o dispotica, per cui da bambino giunge ad associare l'amore per lui, in mancanza di altre manifestazioni esteriori, all'atto della punizione o umiliazione, impartitagli "per il suo bene". Questo vissuto riemerge nel momento dell'innamoramento e dell'amore da adulti, e porta il masochista ad interpretare le punizioni dell'altro come segni tangibili del suo amore per lui e quindi, nonostante il dolore e l'umiliazione, piacevoli in sé.

Spesso i masochisti, nella vita di tutti i giorni, sono caratteri "forti", coscienti del loro valore e capaci di impegnarsi e farsi valere, nella vita lavorativa e sociale, senza problemi; il lato masochista emerge soltanto nell'intimità. Soltanto quando entrano in gioco i sentimenti e difendersi non è più necessario, perché chi si ha di fronte non è un estraneo ma l'amato, emerge il bisogno di "pagare" l'amore che si dà e si riceve, e di essere puniti.

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Non sono un poeta, non sono neanche uno scrittore, forse non sono nemmeno una persona... ma ci provo, provo a scrivere qualcosa ed a dirla tutta non mi interessa nemmeno che voi la capiate. Basta che a me ricordi un suono, una parola, un'immagine, oppure... un sogno.

 

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