AngeloNeroCorvino

“IL GIARDINO DEI MIRACOLI”


Ai limiti del mondo, oltre le città oltre glioceani infiniti che hanno il sapore del sale,oltre i deserti da tempo dimenticati ed i pontimai più attraversati da coloro che, timorosidi percorrerli, li hanno lasciati andare in rovina...oltre tutto questo e nel Giardino dei Miracolivi è una Soglia antica come il mondo stesso,un uscio di metallo alto fino alla sommità delcielo sul quale sono scolpiti tutti i nomi, comededali intricati e splendidi, del Dio che chiamanoEros. un tempo, un tempo prima di ogni altracosa creata dall'uomo, un tempo che è al disopra di qualunque, seppur mirabile, visione umana,il Dio venne incatenato e smembrato e il suo corpo,fatto a pezzi, plagiato e sepolto al di la'dell'occhio umano, oltre la Soglia. Oltre quella porta ilDio dorme sogni inquieti, poichè,nonostante sia morto egli è per sempre.Accanto alla porta vi è una piccola casa, piena di coseinutili, di oggetti dall'intrinseco significato,minimi nella loro forma. Tutto vi è in quelluogo, tranne gli specchi.In quella casa vive un uomo il cui nome non èdato a sapere, neppure a lui stesso;poichè l'unica cosa di cui egli è consapevoleè l'attesa, un'attesa che dura da secoli,da quando ebbe inizio la vita sulla terra;l'attesa di un uomo pio e santo che riportii semi del Dio Nascosto nel mondo degli uomini.quell'uomo, il prescelto, l'unico Eletto guarderàoltre la Soglia, toccherà la porta con la puntadelle dita ed essa si aprirà al suo tocco leggerocome se fosse fatta di aria, frutto del pensiero.Ed oltre essa il Dio si sveglierà e la sua morte,la morte dell'amore non sarà che un ricordo.Allora ad un suo cenno il mondo tornerà allagrazia perduta e ricorderà ciò che ha perso;piange e tutto sarà perfetto e 'per sempre'non sarà più solo una parola.Ma della gloria del Dio Dimenticato all'uomopoco importa, attende solo con impazienzache quel santo lo liberi dell'attesa infinitache dura in eterno.Fino ad allora Egli veglia e, a volte, sogna.Un uomo sulla soglia antica come il mondo,giace riverso sulla sedia di vimini. L'uomo ha fatto un sogno.non ricorda che a tratti il sogno, ne' sa cosalo renda così diverso dagli altri di cui è vissuto fino ad ora.Forse era così strano per la presenza di una donna,una donna senza nome e senza volto, la qualesi assopiva come lui su una sedia di vimini,sulla Soglia antica quanto il mondo.Sognava ed erano perle quelle che scendevanodal viso di lei, ed erano petali di rosa le manicon cui gli sfiorava le gote accese dal fuoco del cuore. Sa che la donna sta sognando e sogna a suavolta un segreto che è il suo stesso segreto, ignaradi essere, a sua volta, sognata.Per un istante, uno solo, il sogno sembra ancoraaleggiare nella sua mente e farsi vivido nel pensiero;ed un segreto non detto, ed ignaro di essere tale,sussurra fin dentro la sua anima...dentro quel segretola coscienza proibita, il segreto del Dio,il suo stesso nome e il volto del santo che lo libereràdalla prigionia dell'attesa.Tale è il potere del sogno, quando ancora vivo nella mente,non è ancora ricordo ma non ha più il sapore della realtà.Forse, ma solo forse, potrebbe cercare di afferrarequel sogno, di tenerlo ancora per se' indugiando nella veglia;ma la volta del cielo sembra rispondere alle suedomande inespresse rimandando ai suoi occhi ilfulgido splendore della donna mai vista per la qualeprova un sentimento che ancora non sa descrivere,un sentimento che lo stordisce e che sa di fuoco e di pioggia.Ma il tempo dei sogni è breve e l'inesorabile luciditàsi accanisce sull'alone del sogno lasciandol'uomo alla sua cruda realtà.[Nel sogno che l'uomo non può ricordare la donnasulla sedia di vimini accanto alla Soglia ricordail baluginio del volto della Santa che finalmenteverrà a aliberarla da quell'attesa che dura dall'iniziodel tempo. Rivede il volto di quell'uomoaddormentato e sa che l'uomo sta sognandoil suo stesso segreto, quello del suo nomee quello del Dio Nascosto...Attende che l'uomosi svegli per pronunciare le parole con cui sveleràl'immensa menzogna nella quale lei è intrappolatasin da quando può ricordare; ma gli occhi vannoinavvertitamente alle labbra di rugiada eai suoi capelli che, come fili d'oro ombreggianole palpebre chiuse.Ma i sogni sono spettri fugaci e si dileguanonon appena il sole ne cancella l'immagine nellamente che si infrange come cornice scolpita nel ghiaccio.Ed entrambi piangono, ignari del volto percui le lacrime vengono versate; piangono ognuno da una parte della Soglia ognunose' stesso eppure metà dell'altrosenza sospettare che ciò che loro attendono è se stessi giacchè nessun altro oltre loro può aprire la porta.Piangono se' stessi ignari di essere l'uno l'immaginespeculare dell'altrodi ciò che l'esterno mostra e l'interno rovescia.Poichè essi sono le due metà del Dio Smembratoe solo dall'unione del Corpo e della Menteil Dio Celato potrà tornare a rifulgere di splendore.Una donna sulla soglia antica come il mondo, giaceriversa sulla sedia di vimini. La donna ha fatto un sogno.