Il canto dell'anima

Nella tua bocca, dove voglio morire assassinata


di Martha Rivera-Garrido (Repubblica Dominicana, 1960) Amo le tue mani e il modo in cui le usi Non sono invasive né s’impongono Vanno come percorrendo piccoli sentieri Cercando le loro frontiere Amo i tuoi occhi quando sei dentro di me Perché hanno la profondità delle notti che mi manchi E perché riempiono le assenze con un’oscura luce impenitente Amo il tuo sorriso, quando sei molto vicino al mio viso E il tuo respiro e il tuo petto, dove meglio sono fiorita Amo la curva della tua spalla Dove incava qualcosa simile a un’ala Perché appoggi lo sconcerto e gli impacci Amo il tuo odore che mi perseguita jazzeando Come un racconto di Cortazár Le variazioni della tua voce alimentando il silenzio Amo il tuo sesso tiepido e ridondante nei miei abissi Il suo sapore, miscela di pesce di miele e di fulmine E amo me stessa aggrovigliata alla tua lingua miracolosa Nella tua bocca, dove voglio morire assassinata