Dedicato a Barry

Le anime degli animali torturati gridano per la giustizia, Le loro urla da vivi sono per la libertà. ANIMAL LIBERATION FRONT

 

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Post N° 36

Post n°36 pubblicato il 09 Luglio 2007 da A.L.F.66

«Sono venuto, ho fatto piano,
ti ho chiamato dalla strada,
dal giardino, dalla finestra chiusa,
ma di te non ho sentito il più debole respiro.
C’era nella casa
soltanto il battito del mio cuore.»
(R.Battaglia)


Due mesi… Due mesi lontano da tutto e da tutti, due mesi passati a cercar me stesso, a pormi domande e cercarne le risposte. La rabbia era grande, troppo grande per non essere pericolosa per me e per qualcun’ altro, quel “qualcuno” cui devo dei “ringraziamenti” per avermi tolto la presenza di mia madre.


Sono stato per alcune settimane ospite di un amico, in un luogo stupendo:
l’Abbaye Cistercienne Notre Dame de la paix a Castagniers, dovevo elaborare, metabolizzare il mio dolore e la mia ira… Spero di esserci riuscito.

Quello che la legge poi dirà non m’importa, non ho mai creduto in essa e comunque non potrà ridarmi ciò che ho perduto.


Ora torno al mio lavoro, da mia moglie e dai miei (e non) animali.

Vi ringrazio per le parole di conforto che avete lasciato qui e in messaggeria, in ogni caso passerò da voi per lasciarvi un segno della mia riconoscenza.

 
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Un blog di: A.L.F.66
Data di creazione: 18/09/2006
 

PREGHIERA DEL CANE RANDAGIO

Con passo vacillante
e con il corpo stremato
giungo alla fine dei miei giorni.
Forse stasera morirò
e da sotto questa quercia
con l’ultimo respiro, che mi resta in gola,
vorrei ringraziare il Signore
per il pane che mi ha fatto trovare
nella spazzatura,
per l’acqua che ha fatto scendere dal cielo per
dissetarmi,
per i sacrati delle chiese
dove ho potuto ripararmi.
Si, Signore,
io sono uno di quelli
uno fra i tanti che non sa
cos’è il calore di una cuccia,
il sapore di un osso,
la carezza di un padrone.
Conosco solo
il dolore dei calci sul dorso,
le sassate sulla fronte,
le gomme di quella macchina
che mi hanno spinto nel burrone.
Ricordo, poi
quella mano, grande, pesante,
che ancora cucciolo mi ha
abbandonato nella strada,
dove vissi tutto il mio calvario.
Ho attraversato monti, boschi e paesi
nessuno mai, mi ha tenuto con sé,
nessuno, mai, mi ha dato un nome.
Dalla nascita ho sempre portato il tuo
“ Cane.”
Signore,
tante sono le cose che vorrei dirti;
ma…..
il cuore ha rallentato il battito  
e il respiro s’affievola sempre più.
Perdonami! E ti supplico:
fa che la mano dell’uomo
non abbandoni più
un cucciolo nella strada.
E’ triste vivere da vagabondi,
è penoso essere soli,
ed essere soprattutto semplicemente
solo un cane.
Abbracciami almeno tu
         
in quest’attimo.
Perché?
Perché anch'io ti appartengo

Tratto dal libro: "Voci di canili"
 Autrice: d.ssa Anna Mazziotti

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