Post n°271 pubblicato il 15 Aprile 2010 da puppeapera66
La Chiesa e il Genocidio Canadese - a cura di Luciano Granieri
Questa storia (VERA) è dedicata a chi ritiene che contro il Papa e contro i cattolici è in atto una propaganda grossolana e diffamatoria, costruita intorno al dramma degli abusi sessuali commessi dai sacerdoti, veicolata da un’offensiva dei media che mira a destabilizzare il pontefice e, attraverso di lui, la Chiesa. Dedichamo questo post anche a Padre Raniero Cantalemessa, il quale prima di paragonare gli attacchi contro Benedetto XVI agli aspetti più vergognosi dell’antisemitismo SI RICORDI DI PIO XI.
Forse non è un caso che pubblichiamo quanto segue proprio nel giorno di Pasqua
Dalla metà dell’Ottocento alla fine del Novecento i bambini delle First Nations, ovvero delle tribù aborigene canadesi di età fra i 6 e i 15 anni furono strappati con la forza alle loro famiglie e internati nelle scuole residenziali che il Governo canadese affidò in gestione alla Chiesa Cattolica e alla Chiesa Unita del Canada; qui subirono terribili abusi fisici e sessuali , furono costretti a dimenticare la propria lingua, la propria cultura e la propria religione. La metà di loro non fece più ritorno a casa.
Kevin Annett è un ex ministro della Chiesa Unita del Canada da cui, nel 1995, è stato estromesso per aver diffuso notizie del genocidio dei bambini nativi nelle scuole residenziali; Kevin, nelle veste di reverendo, si è scontrato con la Chiesa Unita per il suo interessamento ai fatti accaduti nelle scuole residenziali canadesi e i crimini commessi dai responsabili religiosi di queste scuole. Questi bambini hanno subito violenze fisiche e sessuali, elettroshock, sterilizzazioni e, in molti casi, la morte. Annett ha lavorato con molti sopravvissuti delle scuole. Sono ormai diversi anni che denucnia gli abusi e le stragi subite dai nativi canadesi nelle cosiddette “scuole residenziali” cattoliche. Prima con il libro “The Canadian Holocaust”, poi con il film documentario “Unrepentant".
Sia il governo canadese che il capo della Chiesa Cattolica hanno ammeso i crimini commessi in questi istituti. Infatti l’11 giugno 2008 il presidente del consiglio dei Ministri, Stephen Harper, ha chiesto ufficialmente scusa per il genocidio e per gli abusi inflitti agli aborigeni. Dal canto suo papa Ratzingher, durante un’udienza con Phil Fontaine, leader discusso e non riconosciuto delle First Nations, ha epresso “il proprio dolore per l’angoscia causata dalla deplorevole condotta di alcuni membri della Chiesa” che ha causato sofferenza ad “alcuni bimbi indigeni nell’ambito del sistema scolastico residenziale canadese”Queste scuse però, oltre a sminuire il senso delle proporzioni , somigliano a una sorta di confessione che in un sol colpo pretenderebbe di cancellare le responsabilità dei peccatori e di redimerne automatiamente i peccati. Se dei crimini sono stati commessi ed ammessi, si presume che debbano esistere anche i criminali che li hanno compiuti e risulta strano che gli stessi non vengano nè identificati, nè perseguiti a norma di legge. Ammontano almeno a 50mila i bambini morti nelle scuole residenziali cattoliche, senza contare tutti coloro che resteranno segnati per sempre, fisicamente e psicologicamente, dalle torture dalle violenze subite.
Decine e decine di sopravvissuti provenienti da dieci diverse scuole della British Columbia e dell’Ontario hanno descritto, tutti sotto giuramento, le seguenti torture, inflitte tra il 1922 ed il 1984, a loro stessi e ad altri bambini, alcuni di solo cinque anni di età.
-Stringere fili e lenza da pescatore attorno al pene dei bambini – Inserire aghi nelle loro mani, guance, lingue, orecchie e pene – Tenerli sospesi sopra tombe aperte minacciando di seppellirli vivi – Costringerli a mangiare cibo pieno di vermi o rigurgitato – Denudarli di fronte alla scolaresca riunita e umiliarli verbalmente e sessualmente – Immergerli nell’acqua ghiacciata – Strappare loro ripetutamente i capelli dalla testa - Estrarre loro i denti senza analgesici – Somministrare loro regolarmente scosse elettriche alla testa, ai genitali e agli arti. Inoltre dai fascicoli riservati del tribunale dell’ IHRAAM (Tribunale dell'Associazione Internazionale per i Diritti Umani delle Minoranze Americane) contenenti le dichiarazioni di fonti confidenziali (12-14 giugno 1998) risulta che per molti anni le chiese fornivano i bambini delle scuole residenziali alla Polizia Canadese Federale che aveva l’incarico di consegnarli a chiunque avesse bisogno di soggetti da esperimento: in genere medici a volte elementi del Dipartimento della Difesa. I cattolici lo fecero ad alto livello nel Quebec, quando trasferirono in larga scala ragazzi dagli orfanatrofi ai manicomi per consentire di effettuare sperimentazioni su di loro. Per questo traffico i settori militari dell’intelligence davano molte sovvenzioni. E quindi i funzionari ecclesiastici erano molto contenti di raccogliere tangenti per soddisfare queste richieste. Papa Ratzingher è direttamente implicato nella copertura dei crimini contro quei bambini, dal momento in cui scrisse una lettera al Vescovo Nordamericano ordinando di celare le aggressioni sessuali da parte di preti sui fedeli della loro diocesi. Questo insabbiamento è la causa per cui il mondo ancora conosce poco i crimini commessi nelle scuole residenziali cattoliche in Canada. A seguito di ciò in un consiglio delle First Nations, dodici anziani in rappresentanza delle Nazioni Indigene Cree, Haida, Metis, Squamish e Anshinabe hanno redatto un documento nel quale pongono sette richieste a Papa Ratzingher:
1) Identificare il posto dove sono sepolti i bambini morti in queste scuole cattoliche, e ordinare che i loro resti vengano restituiti ai loro familiari per una degna sepoltura.
2) Identificare e consegnare le presone responsabili per queste morti.
3) Divulgare tutte le prove riguardanti questi decessi e i crimini commessi nelle scuole residenziali, consentendo il pubblico accesso agli archivi del Vaticano ed altri registri delle altre Chiese coinvolte.
4) Revocare le bolle pontificie “Romanus Pontifex” (1455) E “Inter Catera” (1493) e tutte le altre leggi che sanzionarono la conquista e la distruzione dei popoli indigeni non-cristiani nel Nuovo Mondo.
5) Revocare la politica del Vaticano in parte formulata dall’attuale Papa, che richiede che vescovi e preti tengano segrete le prove degli abusi subiti da bambini indigeni nelle loro chiese invitando le vittime al silenzio.
6) Venire in Canada di persona per visitare i quartieri più poveri, dove abitano i sopravvissuti delle scuole residenziali, e chiedere perdono a queste persone per il genocidio e per la politica messa in atto dalla sua Chiesa nei loro confronti e giurare pubblicamente che tali azioni politiche non si ripeteranno più.
7) Presentarsi davanti al Tribunale Internazionale sui Crimini di Guerra e sul Genocidio in Canada per rispondere alle accuse che lui e la sua chiesa siano responsabili per la distruzione e la morte di milioni di Nativi Americani.
Documetazione tratta dai siti:
www.nativiamericani.it
www.hunkapi.com e dal quotidiano “il manifesto” di domenica 4 aprile
Copiato dal sito: http://aut.blog.excite.it/permalink/509247
Post n°270 pubblicato il 19 Marzo 2010 da puppeapera66
la lettera... Post n°184 pubblicato il 15 Maggio 2007 da puppeapera66
Bishop Accountability
CONGREGATION FOR THE DOCTRINE OF THE FAITH LETTER sent from the Congregation for the Doctrine of the Faith to Bishops of the entire Catholic Church and other Ordinaries and Hierarchs having an interest REGARDING THE MORE SERIOUS OFFENSES reserved to the Congregation for the Doctrine of the Faith
[Translation of the text was printed in Origins 31:32, January 24, 2001, and posted at http://www.austindiocese.org/epistle/2002/graveoffenses.doc]
In order to fulfill the ecclesiastical law, which states in Article 52 of the apostolic constitution on the Roman Curia, "[The Congregation for the Doctrine of the Faith] examines delicts against faith and more grave delicts both against morals and committed in the celebration of the sacraments which have been reported to it and, if necessary, proceeds to declare or impose canonical sanctions according to the norm of common or proper law,"(1) it was necessary first to define the method of proceeding in delicts against the faith: This was accomplished through the norms titled Agendi Ratio in Doctrinarum Examine, ratified and confirmed by the supreme pontiff, Pope John Paul II, together with Articles 28-29 approved in forma specifica.(2)
At approximately the same time, the Congregation for the Doctrine of the Faith, through an ad hoc commission established, devoted itself to a diligent study of the canons on delicts both of the Code of Canon Law and the Code of Canons of the Eastern Churches in order to determine "more grave delicts both against morals and in the celebration of the sacraments" and in order to make special procedural norms "to declare or impose canonical sanctions," because the instruction Crimen Sollicitationis, issued by the supreme sacred Congregation of the Holy Office on March 16, 1962,(3) in force until now, was to be reviewed when the new canonical codes were promulgated.
Having carefully considered opinions and having made the appropriate consultations, the work of the commission finally was completed. The fathers of the Congregation for the Doctrine of the Faith examined the commission's work carefully and submitted to the supreme pontiff conclusions on the determination of more grave delicts and the manner of proceeding to declare or impose sanctions, with the exclusive competence in this of the apostolic tribunal of this congregation remaining firm. All these things, approved by the supreme pontiff himself, were confirmed and promulgated by the apostolic letter given motu proprio beginning with the words Sacramentorum sanctitatis tutela.
The more grave delicts both in the celebration of the sacraments and against morals reserved to the Congregation for the Doctrine of the Faith are: -Delicts against the sanctity of the most august eucharistic sacrifice and the sacraments, namely: 1. Taking or retaining the consecrated species for a sacrilegious purpose or throwing them away.(4) 2. Attempting the liturgical action of the eucharistic sacrifice or simulating the same.(5) 3. Forbidden concelebration of the eucharistic sacrifice with ministers of ecclesial communities which do not have apostolic succession and do not recognize the sacramental dignity of priestly ordination.(6) 4. Consecrating for a sacrilegious purpose one matter without the other in the eucharistic celebration or even both outside a eucharistic celebration.(7)
-Delicts against the sanctity of the sacrament of penance, namely: 1. Absolution of an accomplice in sin against the Sixth Commandment of the Decalogue.(8) 2. Solicitation in the act, on the occasion or under the pretext of confession, to sin against the Sixth Commandment of the Decalogue, if it is directed to sin with the confessor himself.(9) 3. Direct violation of the sacramental seal.(10)
-A delict against morals, namely: the delict committed by a cleric against the Sixth Commandment of the Decalogue with a minor below the age of 18 years.
Only these delicts, which are indicated above with their definition, are reserved to the apostolic tribunal of the Congregation for the Doctrine of the Faith.
As often as an ordinary or hierarch has at least probable knowledge of a reserved delict, after he has carried out the preliminary investigation he is to indicate it to the Congregation for the Doctrine of the Faith, which unless it calls the case to itself because of special circumstances of things, after transmitting appropriate norms, orders the ordinary or hierarch to proceed ahead through his own tribunal. The right of appealing against a sentence of the first instance, whether on the part of the party or the party's legal representative, or on the part of the promoter of justice, solely remains valid only to the supreme tribunal of this congregation.
It must be noted that the criminal action on delicts reserved to the Congregation for the Doctrine of the Faith is extinguished by a prescription of 10 years.(11) The prescription runs according to the universal and common law;(12) however, in the delict perpetrated with a minor by a cleric, the prescription begins to run from the day when the minor has completed the 18th year of age.
In tribunals established by ordinaries or hierarchs, the functions of judge, promoter of justice, notary and legal representative can validly be performed for these cases only by priests. When the trial in the tribunal is finished in any fashion, all the acts of the case are to be transmitted ex officio as soon as possible to the Congregation for the Doctrine of the Faith.
All tribunals of the Latin church and the Eastern Catholic churches are bound to observe the canons on delicts and penalties, and also on the penal process of both codes respectively, together with the special norms which are transmitted by the Congregation for the Doctrine of the Faith for an individual case and which are to be executed entirely. Cases of this kind are subject to the pontifical secret.
Through this letter, sent by mandate of the supreme pontiff to all the bishops of the Catholic Church, to superiors general of clerical religious institutes of pontifical right and clerical societies of apostolic life of pontifical right, and to other interested ordinaries and hierarchs, it is hoped not only that more grave delicts will be entirely avoided, but especially that ordinaries and hierarchs have solicitous pastoral care to look after the holiness of the clergy and the faithful even through necessary sanctions.
Rome, from the offices of the Congregation for the Doctrine of the Faith, May 18, 2001.
Cardinal Joseph Ratzinger Prefect
Archbishop Tarcisio Bertone, SDB Secretary
[Notes added from the Latin text]
[1] Ioannes Paulus PP. II, Constitutio Apostolica Pastor bonus, De Romana Curia, 28 iunii 1988, art. 52, in AAS 80 (1988) 874.
[2] Congregatio pro Doctrina Fidei, Agendi ratio in doctrinarum examine, 29 iunii 1997, in AAS 89 (1997) 830-835.
[3] Suprema Sacra Congregatio Sancti Officii, Instructio Crimen sollicitationis, Ad omnes Patriarchas, Archiepiscopos, Episcopos aliosque locorum Ordinarios "etiam Ritus Orientalis": De modo procedendi in causis sollicitationis, 16 martii 1962, Typis Polyglottis Vaticanis MCMLXII.
[4] Cf. Codex Iuris Canonici, can. 1367; Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, can. 1442. Cf. et Pontificium Consilium De Legum Textibus Interpretandis, Responsio ad propositum dubium, 4 iunii 1999.
[5] Cf. Codex Iuris Canonici, can. 1378 § 2 n. 1 et 1379; Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, can. 1443.
[6] Cf. Codex Iuris Canonici, can. 908 et 1365; Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium, can. 702 et 1440.
Post n°269 pubblicato il 25 Gennaio 2010 da puppeapera66
E non so perché, quello che ti voglio dire poi lo scrivo dentro ad una canzone Non so neanche se l’ascolterai o resterà soltanto un’altra fragile illusione Se le parole fossero una musica potrei suonare ore ed ore e ancora ore E dirti tutto di me Ma quando poi ti vedo c’è qualcosa che mi blocca E non riesco a dire neanche come stai Come stai bene con quei pantaloni neri, come stai bene oggi, come non vorrei cadere in quei discorsi già sentiti mille volte, e rovinare tutto come vorrei poter parlare senza preoccuparmi, senza quella sensazione che non mi fa dire che mi piaci per davvero, anche se non te l’ho detto, perché è squallido provarci, solo per portarti a letto e non me ne frega niente, se dovrò aspettare ancora, per parlarti finalmente, dirti solo una parola, ma dolce più che posso, come il mare, come il sesso, finalmente mi presento. E così, anche questa notte è già finita, e non so ancora dentro come sei non so neanche se ti rivedrò, o resterà soltanto un’altra inutile occasione, e domani poi ti rivedo ancora. E mi piaci per davvero, anche se non te l’ho detto, perché è squallido provarci, solo per portarti a letto e non me ne frega niente, se non è successo ancora, aspetterò quand’è il momento, e non sarà una volta sola. Spero più che posso, che non sia soltanto sesso, questa volta lo pretendo. Preferisco stare qui da solo, che con una finta compagnia, e se davvero prenderò il volo, aspetterò l’amore e amore sia. E non so se sarai tu davvero, o forse sei solo un’illusione, però sta sera mi rilasso, penso a te e scrivo una canzone. Dolce più che posso, come il mare, come il sesso, questa volta lo pretendo, perché oggi sono io, OGGI SONO IO!