Anniversarock

Accadde quarant'anni fa: Bruce Springsteen "Greetings from Asbury Park N.J."


L’anno 2012 che ci siamo lasciati alle spalle sarà ricordato per il rischio default del nostro paese e dell’avvento del governo tecnico, dal secondo posto della nostra nazionale al campionato europeo di calcio e dal caso Ruby rubacuori che, come oramai abbiamo capito tutti, non era la nipote di un politico nord africano; cos’altro ? Ah si, la conferma di Barack Obama quale Presidente degli Stati Uniti d’America. E qual è stato uno dei supporter più impegnati nella campagna mediatica per la sua rielezione ? Colui che più di ogni altro incarna il sogno americano trasfigurato nel rock, Bruce Springsteen. Da bambino incantato dalle prestazioni di Elvis, fu nell’adolescenza con la venuta dei Beatles e Dylan a decidere che la sua vita sarebbe sempre stata un tutt’uno con il rock’n’roll. Imbracciata la chitarra che a suon di sacrifici la madre gli ha regalato tra la metà degli anni sessanta fino al 1972 milita in diverse band, via via implementando la sua tecnica chitarristica e vocale. Attorno a lui nasce l’ossatura di quella che sarà la E Street Band, con Danny Federici alle tastiere e il mitico Clarence Clemons al sax, tanto per citarne solo due componenti. Nel gennaio ’72 Bruce a New York fa conoscenza con quello che sarà il suo futuro manager, si tratta di Mike Appel, uno sfigatissimo ed eccentrico cantautore pop che non riesce a sfondare. Costui decide per scherzo di sentire dei pezzi del ragazzotto e ne rimane folgorato; farà carte false per lui pur di avere un appuntamento coi vari boss delle case discografiche perché è convinto di avere in mano il nuovo Bob Dylan pronto per scalare le classifiche. Ci riesce con John Hammond, vicepresidente della Columbia e scopritore di talenti; dopo una breve audizione anche lui rimane stregato dalla voce e chitarra del giovane Bruce e decide di metterlo sotto contratto per almeno una decina di dischi, il primo dei quali viene approntato per l’inizio dell’anno dopo.Gennaio 1973, quarant’anni fa esatti esce "Greetings from Asbury Park, NJ", disco sul quale Hammond e soprattutto Appel hanno puntato molto, tanto che quest’ultimo si misura come produttore non raggiungendo in verità risultati esorbitanti nella dimensione del roboante suono che Springsteen è in grado di proporre dal vivo, comunque allinea alcuni dei pezzi che renderanno il nostro famoso quali "Growing Up", "Mary Queen of Arkansas", "Spirit in the Night" e la celebre "It’s Hard To Be a Saint in the City". Come un ottimo romanzo inizia sempre con un impeccabile primo capitolo, da qui nasce la leggenda Springsteen, fatta di buona, buonissima musica, concerti interminabili e spettacolari, impegno civile e coerenza, il tutto condito dal successo planetario che, una volta tanto, è pienamente meritato.