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Confesso


... che ho molto (ma MOL-TO) peccato, in pensieri, parole, opere e omissioni. Soprattutto pensieri ed omissioni. Parole, vabè. Opere poche, devo dire, meno male. Che poi io da bambina ero si-cu-ra che dicesse "opere e/o missioni", tipo delle missioni particolarmente cruente in cui ognuno di noi peccava. Poi ho capito. O-mis-sio-ni Quando si omette di dire o fare qualcosa. Ho omesso. Ho omesso un bel po' di cose. Ho omesso di dire che le amo alle persone che amo. Vabè, è veniale, credo di dimostrarlo. Ho omesso di inviare copia della mail coi preventivi alla collega del marketing che tanto mi odia. Veniale anche quello. Credo. Ho anche omesso di fare gli auguri a zia Marcella. D'altra parte zia Marcella me ne ha dette per i porci tutte le volte che ne ha avuto occasione. Fin qui, niente di che. Ho omesso di dirti alcune cose. Ho omesso di farti sapere che ci sono ricascata, no non come l'altra volta, ma comunque una bella botta. Ci sono cascata di nuovo e non è bello e però ho deciso che stavolta niente cazzate. Ci sono ricascata un mesetto e mezzo fa. Mi sa che te n'eri accorto, ma non eri sicuro. Io ho omesso. Ora confesso di aver peccato di omissione. Ho omesso prima con me stessa, poi con te, poi con tutte le altre persone. E' facile a volte omettere. Più facile, sul momento. Ho omesso di dirti che, in seguito a questa ricaduta (sono stata e a volte sto, davvero male) ho però deciso di curarmi, ho cercato, chiesto, scartabellato, con graaaaande attenzione e nel massimo segreto qualcuno che mi potesse aiutare e, forse, l’ho trovata. Ho omesso anche il fatto che non è che sia proprio semplicissimo andare da una psichiatra e parlarci in inglese, però è piuttosto divertente. Si riesce benissimo a scoppiare in lacrime lo stesso e sentirsi male malissimo e bene, molto meglio negli stessi dieci minuti. Si riesce lo stesso a farsi fare un culo così  da un’estranea, si riesce lo stesso a fidarsi quasi ciecamente di lei. Quasi. Ovvio. Ho omesso di farti sapere di che cosa parliamo e continuerò a farlo. Ho omesso di farti sapere che sono in cura. Farmacologica, intendo. L’ha deciso la psico, col mio assenso. Quindi alè! Paroxetina e ogni tanto uno xanax. Mezzo xanax, dai. Ho omesso, ma tanto si vede, di dirti che in effetti sto meglio. Ho omesso di comunicare al mondo che gli sbalzi violenti di umore che ho adesso, cosiccome i disturbi del sonno, sono dovuti anche all’effetto del farmaco. Ma passerà. Ho omesso di dirti che mi dispiace. Ma che non ci riesco a fare niente. O quasi. Ho omesso. Tante cose. Perché ho omesso? Perché mi vergogno. Perché vorrei tanto essere forte, sicura, fiera e felice, ma non lo sono. Perché sono debole, triste, depressa e lagnosa. Perché mi vergogno di stare così, quando so benissimo che non c’è NESSUN motivo vero, per essere disperata. Eppure sono disperata. E mi vergogno e mi sento in colpa, nei tuoi confronti, nei confronti di tutti quelli che tirano avanti, si fanno un mazzo come una campana e non passano le mezze nottate a piangere senza neanche sapere perché. Mi vergognavo. Ora meno, allora ho pensato che dovevo confessarmi e sanare tutte le mie omissioni. Confesso di avere peccato in o-missioni. Mi perdonerai? L'immagine è presa da: http://www.matarodavergato.com/dpainting_holy.html che ne ha, presumo, il pieno Copyright.