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Gran premi e Salsicce (niente doppi sensi)


Ho avuto un'infanzia felice. Curiosa, ma felice. Ciò che l’ha resa (un po’) curiosa è stato probabilmente il fatto che mio padre non si è mai arreso al fatto ineluttabile che io in mezzo alle gambe avessi una patatina invece del passerotto. Credo avrebbe gradito un figlio maschio, diciamo. Invece è saltata fuori una bimbetta bionda che, a parte il particolare anatomico, gli assomigliava un sacco. Anche di testa, purtroppo. Problemi? Ma neanche uno. Così la domenica io stavo svaccata accanto a lui sul divano a guardare i gran premi, tutti i Gran premi… Uno dei ricordi più vividi che ho di quando ero una bimbetta è l’incidente di Berger a Imola. Qualcuno se lo ricorda? Si è stampato contro il muro del Tamburello a 280 all’ora e, per buona misura, la macchina ha anche preso fuoco. Proprio un rogo in piena regola. Pensa che ancora me lo ricordo… Quindi oltre a portarmi in giro per il veneto e le regioni limitrofe a cercare i Rally, mi ha anche portato a vedere il Gran Premio di San Marino, a Imola. Nel 1996, mi pare. Siete mai stai ad un gran premio? E’ bellissimo. Non il Gp, di quello non si capisce assolutamente un cazzo, è bellissimo il contorno, perché non c’è la tensione dello stadio, c’è solo un sacco di gente che è li per divertirsi. Ma divertirsi sul serio. Insomma il mio papà, un suo amico, suo figlio (adolescente, credo poco più vecchio di me) ed io, partiamo per Imola. Si arriva in mattinata dopo un viaggio agghiacciante, in treno da Vr a BO, e poi ancora in treno fino a Imola e poi … E poi è facilissimo perché arrivi a Imola che di solito non c’è anima viva e basta che tu segua la fiumana di gente che cammina. Tutti all’autodromo. Zainetti, con i panini della mamma e la coca (i panini della mamma sono salutari e dietetici, quindi fanno ca-ca-re e ti tolgono la fame prima di mangiarli). Buttiamo i panini. Teniamo la coca. Prendiamo il panino con: Salsicciacipollapeperoneuntoebisuntocaldofragrantekillersochemoriròperquesto. E’ bellissimo perché sei lì con il tuo papone su prato (collina Tosa) e anche se ti dice che non arrivano più come una volta giù dritti dal tamburello e dalla Villeneuve è … è … è incredibile. Se non le hai mai viste dal vivo non ci puoi credere. Intanto il RUMORE – il rumore è assordante, non riesci a scambiare due parole nemmeno urlando, è una cosa inumana. Fischiano altissime, vieni via che non ci senti più, altro chè Chemical Brothers. E poi l’accelerazione. Sono dei razzi, non sono delle macchine. Li vedi che arrivano frenano – male alle orecchie, ma cosa dev’essere dentro??? – girano (sui binari) e poi buttano giù le marce e schizzano via. Letteralmente. E’ stato meraviglioso, forse perché avevo dodici anni, forse perché sono malata. Poi ci sono ritornata. A Monza, stavolta. Qualche anno fa (5 o 6). Ormai chi mi conosceva bene sapeva che sono malata di motori. Quindi pronta la proposta. Tenda? Ma … in tenda? In tre? Io e due maschi? Avrei un moroso io … E se si incazza? No, mi sa che non ce la posso fare … Mhm … e se poi? Vabè, dai vengo!! Uno dei fine settimana più belli della mia vita! Sporco, fatica, puzza di piedi (anche mia, lo ammetto) vestiti allo stesso modo per due giorni, niente doccia (niente bidè), birra tanta e robaccia da mangiare!! E’ stato meraviglioso e forse non l’ho mai ammesso del tutto. Ma ero così felice che non potete averne idea. Sono stata felice quei due giorni, a Monza. Come? Chi ha vinto? E che cazzo ne so io! Come se me ne fregasse qualcosa!