Islamofobia è un termine che, da qualche tempo, è diventato uno dei cavalli di battaglia delle sinistre occidentali. Nell'ultimo summit delle Nazioni Unite sul razzismo, a Durban, molti Stati islamici hanno chiesto di introdurre nelle legislazioni internazionali il reato d'islamofobia. Mentre il dittatore terrorista Ahmadinejad delirava sul bisogno di cancellare Israele dalle cartine geografiche, venendo applaudito dalla platea musulmana, anche Paesi 'moderati' come il Pakistan si sono uniti all'appello per introdurre la nuova norma. Il reato impedirebbe, in tutto il mondo, di esprimere qualsiasi critica o dissenso verso la religione musulmana, imbavagliando, di fatto, chiunque volesse esprimere liberamente la propria idea su Maometto e seguaci. Tale provvedimento, se introdotto, priverebbe tutto il pianeta di una delle libertà democratiche più imprescindibili, cioè la libertà di parola e di espressione. E, nonostante, anche in Italia, la sinistra si faccia interprete e difensore della democrazia, nel nostro caso contro il cattivo dittatore Berlusconi, molti comunisti sembrano più che propensi ad accettare la norma, in nome, certo, del multiculturalismo, dell'integrazione e della lotta al razzismo. Peccato che l'integrazione di cui parlano sia sempre e solo a senso unico: ai musulmani, nel nostro Paese, sono concessi vantaggi e agevolazioni di cui certo non godono le altre religioni presenti sul nostro territorio. Ciò si potrebbe giustificare dicendo che i musulmani sono, ad esempio, molto più numerosi degli induisti. Ma questa non è forse discriminazione? Solo perché gli induisti sono meno non hanno il diritto di poter costruire i loro luoghi di culto, dato che i musulmani possono costruire ovunque le loro moschee? E, sempre per esempio, gli induisti hanno il diritto di infrangere la legge, in nome della loro religione, come i musulmani possono fare dissanguando gli animali non negli appositi macelli? Ovviamente no. E questo perché? La sinistra, escludendo gli atei a oltranza, è la prima a dire che tutte le religioni sono uguali, e che i cattolici non devono essere favoriti. Quindi perché favorire i musulmani? Ma ammettiamo che esistano solo i musulmani e i cattolici, al mondo, e che la sinistra sostenga la legge dell'islamofobia in nome del multiculturalismo e dell'integrazione. In questi termini, però, e ogni comunista lo potrebbe confermare, è politicamente corretto dire che tutti i popoli e le nazioni sono uguali.
Apartheid islamico.
Islamofobia è un termine che, da qualche tempo, è diventato uno dei cavalli di battaglia delle sinistre occidentali. Nell'ultimo summit delle Nazioni Unite sul razzismo, a Durban, molti Stati islamici hanno chiesto di introdurre nelle legislazioni internazionali il reato d'islamofobia. Mentre il dittatore terrorista Ahmadinejad delirava sul bisogno di cancellare Israele dalle cartine geografiche, venendo applaudito dalla platea musulmana, anche Paesi 'moderati' come il Pakistan si sono uniti all'appello per introdurre la nuova norma. Il reato impedirebbe, in tutto il mondo, di esprimere qualsiasi critica o dissenso verso la religione musulmana, imbavagliando, di fatto, chiunque volesse esprimere liberamente la propria idea su Maometto e seguaci. Tale provvedimento, se introdotto, priverebbe tutto il pianeta di una delle libertà democratiche più imprescindibili, cioè la libertà di parola e di espressione. E, nonostante, anche in Italia, la sinistra si faccia interprete e difensore della democrazia, nel nostro caso contro il cattivo dittatore Berlusconi, molti comunisti sembrano più che propensi ad accettare la norma, in nome, certo, del multiculturalismo, dell'integrazione e della lotta al razzismo. Peccato che l'integrazione di cui parlano sia sempre e solo a senso unico: ai musulmani, nel nostro Paese, sono concessi vantaggi e agevolazioni di cui certo non godono le altre religioni presenti sul nostro territorio. Ciò si potrebbe giustificare dicendo che i musulmani sono, ad esempio, molto più numerosi degli induisti. Ma questa non è forse discriminazione? Solo perché gli induisti sono meno non hanno il diritto di poter costruire i loro luoghi di culto, dato che i musulmani possono costruire ovunque le loro moschee? E, sempre per esempio, gli induisti hanno il diritto di infrangere la legge, in nome della loro religione, come i musulmani possono fare dissanguando gli animali non negli appositi macelli? Ovviamente no. E questo perché? La sinistra, escludendo gli atei a oltranza, è la prima a dire che tutte le religioni sono uguali, e che i cattolici non devono essere favoriti. Quindi perché favorire i musulmani? Ma ammettiamo che esistano solo i musulmani e i cattolici, al mondo, e che la sinistra sostenga la legge dell'islamofobia in nome del multiculturalismo e dell'integrazione. In questi termini, però, e ogni comunista lo potrebbe confermare, è politicamente corretto dire che tutti i popoli e le nazioni sono uguali.