La notizia risale a due giorni fa: il 1° luglio in Pakistan è cominciata un'escalation di violenze contro le comunità cristiane presenti nella zona. Un innegabile episodio di razzismo religioso di cui nessuno ha parlato. L'episodio in questione sarebbe la conseguenza di un alterco, nell'area di Kasur Sud, che ha visto contrapposti due giovani: uno cristiano e uno musulmano. Il primo, alla guida di un trattore, ha semplicemente chiesto al secondo di liberare la strada che stava ostruendo, in modo da poter passare. Il musulmano si è ovviamente rifiutato, ed è nata una lite. A seguito di questo la maggioranza musulmana si è immediatamente sollevata: dai pulpiti delle numerose moschee della zona gli imam hanno incitato i fedeli islamici a "dare lezioni" ai cristiani, invitando a incendiare cento case cristiane. Dalla notte fino alla mattina dopo si sono susseguite le violenze. Gli abitanti delle comunità cristiane sono stati immediatamente attaccati, senza avere neanche il tempo di difendersi. Solerti, i fedeli musulmani hanno incendiato centinaia fra case e chiese, danneggiando i collegamenti idrici e le linee elettriche della zona. Seguendo la volontà del Profeta, inoltre, non sono mancati i saccheggi. Giustamente, già che c'erano... Almeno settecento abitanti cristiani sono stati costretti ad abbandonare le loro dimore a causa delle violenze, e solo da poco hanno potuto fare ritorno alle proprie case. I danni sono ingentissimi, e i feriti più gravi sono stati trasportati con mezzi di fortuna a Latore. Fra essi vi sono nove donne e quattro bambini completamente bruciati dall'acido. E nonostante l'intervento della Polizia i cristiani sono ancora in pericolo. Personalmente, la notizia non l'ho trovata nelle prime pagine di tutti i giornali, né nei servizi di punta dei telegiornali. Eppure avrebbe dovuto esserci, data la rilevanza che ha un episodio di razzismo religioso tanto evidente. Ma forse quando sono i cristiani ad essere perseguitati la notizia non merita più di essere mandata in onda.
Razzismo religioso in Pakistan.
La notizia risale a due giorni fa: il 1° luglio in Pakistan è cominciata un'escalation di violenze contro le comunità cristiane presenti nella zona. Un innegabile episodio di razzismo religioso di cui nessuno ha parlato. L'episodio in questione sarebbe la conseguenza di un alterco, nell'area di Kasur Sud, che ha visto contrapposti due giovani: uno cristiano e uno musulmano. Il primo, alla guida di un trattore, ha semplicemente chiesto al secondo di liberare la strada che stava ostruendo, in modo da poter passare. Il musulmano si è ovviamente rifiutato, ed è nata una lite. A seguito di questo la maggioranza musulmana si è immediatamente sollevata: dai pulpiti delle numerose moschee della zona gli imam hanno incitato i fedeli islamici a "dare lezioni" ai cristiani, invitando a incendiare cento case cristiane. Dalla notte fino alla mattina dopo si sono susseguite le violenze. Gli abitanti delle comunità cristiane sono stati immediatamente attaccati, senza avere neanche il tempo di difendersi. Solerti, i fedeli musulmani hanno incendiato centinaia fra case e chiese, danneggiando i collegamenti idrici e le linee elettriche della zona. Seguendo la volontà del Profeta, inoltre, non sono mancati i saccheggi. Giustamente, già che c'erano... Almeno settecento abitanti cristiani sono stati costretti ad abbandonare le loro dimore a causa delle violenze, e solo da poco hanno potuto fare ritorno alle proprie case. I danni sono ingentissimi, e i feriti più gravi sono stati trasportati con mezzi di fortuna a Latore. Fra essi vi sono nove donne e quattro bambini completamente bruciati dall'acido. E nonostante l'intervento della Polizia i cristiani sono ancora in pericolo. Personalmente, la notizia non l'ho trovata nelle prime pagine di tutti i giornali, né nei servizi di punta dei telegiornali. Eppure avrebbe dovuto esserci, data la rilevanza che ha un episodio di razzismo religioso tanto evidente. Ma forse quando sono i cristiani ad essere perseguitati la notizia non merita più di essere mandata in onda.