È noto come la stampa di sinistra sia sempre premurosa nell'elencare le vittime palestinesi uccise dagli israeliani, e di come i bambini di Gaza vivano nel terrore. Reportage sono stati fatti dal Tg3 con interviste ai palestinesi: gli ebrei, ovviamente, sono dipinti come cattivi mostri che non fanno altro che uccidere civili. Ampio spazio è stato dato, in questi giorni, alla strage occorsa a Kunduz, in Afghanistan, dove un raid NATO ha causato la morte di molti civili, oltre che di una sessantina di Talebani. Il bombardamento aereo ha coinvolto due cisterne di carburante, delle quali si erano appena impossessati i terroristi. La morte dei civili, ovviamente, non era nei programmi, ma era necessario evitare un qualsiasi utilizzo di quel carburante da parte dei Talebani. L'area di Kunduz è sotto il controllo delle truppe tedesche, e il Ministro della Difesa di Berlino ha affermato che "Le cisterne cariche di gasolio sequestrate dai Talebani erano una grave minaccia per i nostri soldati". La parte assurda viene dopo, perché sul sito della BBC i Talebani hanno rilasciato una dichiarazione delirante, affermando, tra l'altro, un numero di morti di oltre 150: "Esortiamo le organizzazioni mondiali per i diritti umani, le autorità delle Nazioni Unite ed altri organismi internazionali e governi indipendenti a non tradire le loro responsabilità umanitarie ed etiche condannando questo incidente e facendo in modo che non si ripeta". Personalmente, sono rimasto a bocca aperta vedendo la richiesta di protezione domandata dai Talebani, un'organizzazione terroristica responsabile, tra l'altro, dell'attacco alle Torri Gemelle. È ridicolo, anche se non riesco a ridere, che terroristi che non esitano a decapitare, impiccare, bruciare e fucilare innocenti chiedano il rispetto dei diritti umani. Ma se fin qui potevo pensare alla follia di qualche fondamentalista, mi sono dovuto ricredere costatando come l'ONU abbia accettato questa richiesta. Peter Galbraith, numero due della missione delle Nazioni Unite in Afghanistan, ha, infatti, ordinato un'inchiesta contro chi ha comandato il raid.
I diritti umani dei terroristi.
È noto come la stampa di sinistra sia sempre premurosa nell'elencare le vittime palestinesi uccise dagli israeliani, e di come i bambini di Gaza vivano nel terrore. Reportage sono stati fatti dal Tg3 con interviste ai palestinesi: gli ebrei, ovviamente, sono dipinti come cattivi mostri che non fanno altro che uccidere civili. Ampio spazio è stato dato, in questi giorni, alla strage occorsa a Kunduz, in Afghanistan, dove un raid NATO ha causato la morte di molti civili, oltre che di una sessantina di Talebani. Il bombardamento aereo ha coinvolto due cisterne di carburante, delle quali si erano appena impossessati i terroristi. La morte dei civili, ovviamente, non era nei programmi, ma era necessario evitare un qualsiasi utilizzo di quel carburante da parte dei Talebani. L'area di Kunduz è sotto il controllo delle truppe tedesche, e il Ministro della Difesa di Berlino ha affermato che "Le cisterne cariche di gasolio sequestrate dai Talebani erano una grave minaccia per i nostri soldati". La parte assurda viene dopo, perché sul sito della BBC i Talebani hanno rilasciato una dichiarazione delirante, affermando, tra l'altro, un numero di morti di oltre 150: "Esortiamo le organizzazioni mondiali per i diritti umani, le autorità delle Nazioni Unite ed altri organismi internazionali e governi indipendenti a non tradire le loro responsabilità umanitarie ed etiche condannando questo incidente e facendo in modo che non si ripeta". Personalmente, sono rimasto a bocca aperta vedendo la richiesta di protezione domandata dai Talebani, un'organizzazione terroristica responsabile, tra l'altro, dell'attacco alle Torri Gemelle. È ridicolo, anche se non riesco a ridere, che terroristi che non esitano a decapitare, impiccare, bruciare e fucilare innocenti chiedano il rispetto dei diritti umani. Ma se fin qui potevo pensare alla follia di qualche fondamentalista, mi sono dovuto ricredere costatando come l'ONU abbia accettato questa richiesta. Peter Galbraith, numero due della missione delle Nazioni Unite in Afghanistan, ha, infatti, ordinato un'inchiesta contro chi ha comandato il raid.