L'ultima violenza, in termini di tempo, alla nostra cultura, viene dal viceministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso, che ad Asolo, durante una conferenza sull'immigrazione, propone l'insegnamento della religione islamica nelle scuole pubbliche. Questo, a suo dire, servirebbe a evitare le scuole coraniche, "fonte di ghettizzazione e di contrasto". Fulminee, ovviamente, le reazioni della politica. Deciso 'no' della Lega, con Castelli che definisce la proposta "strumentale", "una provocazione" volta a seminare confusione dopo l'attentato di Milano, ricordando poi che niente del genere è menzionato nel programma di Governo, e con Calderoli, che ritiene impossibile avvicinarsi a chi "non adotta criteri di reciprocità e all'estero non riconosce i nostri diritti". Contraria la Santanchè, del Movimento per l'Italia, che ritiene la proposta contrastante con la volontà di dare alla nazione una cultura e un'identità definite. No anche da Cota e Bocchino, mentre Giovanardi stila quattro "fermissimi no", sintetizzabili nel non ghettizzare i musulmani, nel far loro conoscere la nostra cultura "intrisa di Cristianesimo", nel problema della differenza nell'Islam tra Sciiti e Sunniti e nella necessità di arruolare insegnanti extracomunitari. Mentre Casini definisce l'idea "avventata", secondo Rotondi e Boniver "è il cavallo di Troia verso un multiculturalismo alla olandese". Anche la CEI esprime la sua opinione, con Bagnasco che invoca il rispetto del Concordato e ricorda come l'ora di religione cattolica sia "non una catechesi confessionale ma una disciplina di cultura". Sul fronte del 'sì' IdV e PD, mentre all'interno del Governo sono favorevoli Bernini ("un arricchimento" per una "coabitazione religiosa"), della Vedova e Malan, valdese, che vorrebbe un superamento del Concordato e una legge sulla libertà religiosa "adeguata ai tempi". Plaude, poi, Ahmad Vincenzo, presidente degli Intellettuali Musulmani Italiani e membro dell'Assemblea Generale della Grande Moschea di Roma, totalmente favorevole alla proposta, verso l'intesa con la comunità islamica in Italia.
Ora di religione islamica.
L'ultima violenza, in termini di tempo, alla nostra cultura, viene dal viceministro allo Sviluppo economico Adolfo Urso, che ad Asolo, durante una conferenza sull'immigrazione, propone l'insegnamento della religione islamica nelle scuole pubbliche. Questo, a suo dire, servirebbe a evitare le scuole coraniche, "fonte di ghettizzazione e di contrasto". Fulminee, ovviamente, le reazioni della politica. Deciso 'no' della Lega, con Castelli che definisce la proposta "strumentale", "una provocazione" volta a seminare confusione dopo l'attentato di Milano, ricordando poi che niente del genere è menzionato nel programma di Governo, e con Calderoli, che ritiene impossibile avvicinarsi a chi "non adotta criteri di reciprocità e all'estero non riconosce i nostri diritti". Contraria la Santanchè, del Movimento per l'Italia, che ritiene la proposta contrastante con la volontà di dare alla nazione una cultura e un'identità definite. No anche da Cota e Bocchino, mentre Giovanardi stila quattro "fermissimi no", sintetizzabili nel non ghettizzare i musulmani, nel far loro conoscere la nostra cultura "intrisa di Cristianesimo", nel problema della differenza nell'Islam tra Sciiti e Sunniti e nella necessità di arruolare insegnanti extracomunitari. Mentre Casini definisce l'idea "avventata", secondo Rotondi e Boniver "è il cavallo di Troia verso un multiculturalismo alla olandese". Anche la CEI esprime la sua opinione, con Bagnasco che invoca il rispetto del Concordato e ricorda come l'ora di religione cattolica sia "non una catechesi confessionale ma una disciplina di cultura". Sul fronte del 'sì' IdV e PD, mentre all'interno del Governo sono favorevoli Bernini ("un arricchimento" per una "coabitazione religiosa"), della Vedova e Malan, valdese, che vorrebbe un superamento del Concordato e una legge sulla libertà religiosa "adeguata ai tempi". Plaude, poi, Ahmad Vincenzo, presidente degli Intellettuali Musulmani Italiani e membro dell'Assemblea Generale della Grande Moschea di Roma, totalmente favorevole alla proposta, verso l'intesa con la comunità islamica in Italia.