Ieri mattina, nella città di Arcene, un operatore ecologico ha trovato, nel parcheggio di una discoteca, più o meno verso le 10.30, un neonato morto. Il cadavere era avvolto da una coperta e sistemato in una busta di plastica. I Carabinieri stanno seguendo la pista della prostituzione, mentre si prepara un esame autoptico per chiarificare le esatte circostanze del decesso. Nel frattempo, oggi sono arrivati nella farmacia del policlinico di Bari i primi dieci trattamenti per utilizzare la pillola Ru486, per il primo aborto farmacologico avviato in regime di ricovero ordinario. La venticinquenne paziente, già sottoposta agli accertamenti clinici, è ora disponibile al trattamento, dopo che, nei giorni scorsi, aveva scelto di interrompere la gravidanza usando la pillola abortiva invece dell’intervento chirurgico. Sarà il primo intervento d’interruzione di gravidanza con metodo farmacologico in Italia, da quando la Ru486 è in commercio. Qualcuno ne andrà fiero.Non certo chi ha il minimo rispetto per la vita umana, e che prova orrore vedendo un bambino distrutto con una pillola come se si curasse un fastidioso mal di testa. È incredibile fin dove può spingersi in negativo la scienza umana. Mentre si cercano disperatamente quanto inutilmente cure efficaci contro il cancro o contro l’AIDS, sperando nella vita, in troppi laboratori non si ha altro di meglio da fare che creare strumenti chimici per inventare nuovi tipi di morte. Ricerche, queste, sostenute da moltissime persone, che ritengono un dovere del progresso permettere alle persone di uccidersi e di uccidere chi hanno dentro di sé. Senza remore anche gli Stati. La tanto acclamata riforma sanitaria promossa da Obama consentirà a migliaia di persone di accedere a servizi sanitari a loro prima preclusi, ma stabilisce anche fondi federali, pagati da tutti gli americani, per gli aborti e per rendere questi aborti sempre più semplici.
Ru486: omicidio legale.
Ieri mattina, nella città di Arcene, un operatore ecologico ha trovato, nel parcheggio di una discoteca, più o meno verso le 10.30, un neonato morto. Il cadavere era avvolto da una coperta e sistemato in una busta di plastica. I Carabinieri stanno seguendo la pista della prostituzione, mentre si prepara un esame autoptico per chiarificare le esatte circostanze del decesso. Nel frattempo, oggi sono arrivati nella farmacia del policlinico di Bari i primi dieci trattamenti per utilizzare la pillola Ru486, per il primo aborto farmacologico avviato in regime di ricovero ordinario. La venticinquenne paziente, già sottoposta agli accertamenti clinici, è ora disponibile al trattamento, dopo che, nei giorni scorsi, aveva scelto di interrompere la gravidanza usando la pillola abortiva invece dell’intervento chirurgico. Sarà il primo intervento d’interruzione di gravidanza con metodo farmacologico in Italia, da quando la Ru486 è in commercio. Qualcuno ne andrà fiero.Non certo chi ha il minimo rispetto per la vita umana, e che prova orrore vedendo un bambino distrutto con una pillola come se si curasse un fastidioso mal di testa. È incredibile fin dove può spingersi in negativo la scienza umana. Mentre si cercano disperatamente quanto inutilmente cure efficaci contro il cancro o contro l’AIDS, sperando nella vita, in troppi laboratori non si ha altro di meglio da fare che creare strumenti chimici per inventare nuovi tipi di morte. Ricerche, queste, sostenute da moltissime persone, che ritengono un dovere del progresso permettere alle persone di uccidersi e di uccidere chi hanno dentro di sé. Senza remore anche gli Stati. La tanto acclamata riforma sanitaria promossa da Obama consentirà a migliaia di persone di accedere a servizi sanitari a loro prima preclusi, ma stabilisce anche fondi federali, pagati da tutti gli americani, per gli aborti e per rendere questi aborti sempre più semplici.