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Il blog di chi ama il calcio e odia la Giuve

 

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Altro che colpo di spugna. Le sentenze di Calciopoli hanno fatto la rivoluzione

Post n°380 pubblicato il 02 Agosto 2006 da noaigobbi

È sbagliato giudicare le sentenze del calcio come un «colpo di spugna» sui peccati. Si poteva fare di più e meglio, questo è certo, ma non era da queste sentenze che andava comunque giudicata la volontà di cambiamenti del calcio. Le sentenze chiudevano il «particolare» dello scandalo, definivano il danno aritmeticamente, ma la rivoluzione c'era già stata. Quello che si è tenuto a Roma non era il processo al calcio, non si discuteva il corretto agire di Carraro o Galliani negli anni del loro regno, ma solo il loro eventuale coinvolgimento nell'oscurità di una-due partite. Innocenza o colpa riguardavano solo la polvere del male. Il resto era già caduto a valle e con grande fragore.

Cinquanta giorni fa il calcio era di Moggi, nessuno conosceva Meani o Mazzini, la Juve stava diventando campione d'Italia e pensarla in serie B sarebbe stata un'eresia totale. Cinquanta giorni dopo Moggi e Giraudo sono stati cacciati con ignominia, sono cambiati tutti i vertici federali (presidente, vicepresidente e perfino segretario), tutti i vertici arbitrali, tutti i vertici di Lega (e sappiamo quanto attaccato fosse Galliani a quella carica), tutta la giustizia sportiva, i suoi tribunali, l'Ufficio indagini. La Juventus è in serie B, le sono stati tolti due scudetti, un danno economico e sportivo enorme, non quantificabile da nessun tribunale. Ha cambiato l'intero assetto societario, dal team manager al direttore generale, dal presidente al consiglio di amministrazione. Non c'è più in tutto il calcio italiano una stessa faccia nello stesso posto di cinquanta giorni fa. Sono stati cambiati perfino i tecnici delle squadre nazionali. Come si può parlare di colpo di spugna in queste condizioni? È così difficile capire che c'è stata un'autentica rivoluzione, netta, durissima, palpabile e che è stata compiuta in pochi giorni? Certo, poteva esserci una squadra in più in serie B o qualche squalifica ancora, ma davanti al tutto che è cambiato questa è davvero retroguardia. E che comunque non autorizza a camuffare da salvataggio scandaloso uno sforzo di cambiamento senza precedenti.
Ho trovato anch'io ingiuste le sentenze. È impossibile essere d'accordo con una giustizia che fa della fretta la sua prima necessità. E dove la presunzione del reato equivale al reato. Ma non discuto le singole conseguenze tecniche. Discuto il principio. Nel calcio ci sono tre componenti, la società (cioè i dirigenti), la squadra (cioè i giocatori), il pubblico. Ci si è accaniti nel punire le due componenti che non hanno commesso niente: pubblico e giocatori. Che c'entravano? Non ci sarà mai vera giustizia nel calcio finché continuerà a esistere la responsabilità oggettiva. Io sbaglio e voi pagate è un principio barbaro che non esiste in nessun altro codice sportivo del mondo perché ingiusto e insopportabile. È strano come nel nostro calcio il tifoso non sia trattato per quel che è, un cliente, l'unica entità che finanzia l'intero movimento, ma come l'unico soggetto che è normale vessare. Come se nel crac Parmalat si fosse andati a cercare i soldi dai risparmiatori truffati e non dai Tanzi. Nel timore di essere stata troppo buona, la Caf ha deciso di aggiungere alle penalizzazioni anche tre giornate di squalifica dei campi. La sanzione classica con cui si punisce il pubblico inquieto. Solo che qui il pubblico ha solo e sempre subito. Ma è la nostra giustizia, la massa mette i soldi, non merita rispetto.

Spero che il nuovo calcio lo capisca e sappia rimediare. Ma non c'è dubbio che a occuparsene sarà un calcio completamente nuovo. Non so se migliore, certamente travolto e rivoltato, senza un solo punto in comune con il passato. Se non è una rivoluzione questa, non so darle un nome. Il pericolo di restaurazione arriva semmai adesso, si farà forte nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. È il limite delle rivoluzioni, causano sempre un effetto uguale e contrario. Ma trovarlo è la dimostrazione esatta che sono avvenute.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Sport/2006/07_Luglio/30/sconcerti.shtml

 
 
 

CHE VERGOGNA! E ORA ALTRO RICORSO E ALTRA RIDUZIONE...

Post n°379 pubblicato il 27 Luglio 2006 da noaigobbi

JUVENTUS IN B, LAZIO E FIORENTINA RIGUADAGNANO LA A, MILAN IN CHAMPIONS

Roma - I giudici sportivi della Corte d'appello hanno confermato al retrocessione in B della Juve (riducendo i punti di penalità da -30 a -17). Lazio e Fiorentina promosse alla serie A. I viola con -19 punti, i biancazzurri con 11 punti di penalita'. Diego Della Valle è stato 'inibito' per tre anni e 9 mesi. Il presidente della Lazio Claudio Lotito è stato inibito per due anni e sei mesi.

Per l'arbitro Massimo De Santis un'inibizione di quattro anni. Adriano Galliani è stato inibito per 9 mesi, Lo ha deciso la Corte Federale nella sentenza di secondo grado del processo per illecito sportivo. La Corte Federale ha confermato, nella sentenza di secondo grado del processo per illecito sportivo, la squalifica di 5 anni per Luciano Moggi e Antonio Giraudo.

I giudici dell'appello hanno inflitto una multa di 80.000 euro all' ex presidente federale Franco Carraro che in primo grado era stato condannato all' inibizione per 4 anni e 6 mesi. Nella sentenza la corte federale ha penalizzato di 30 punti il Milan per il campionato 2005-2006 e di 8 punti per il prossimo in serie A. Pertanto i rossoneri potranno giocare i preliminari di Champions League.

http://www.antenna3.it/articolo.php?id_art=7711

 
 
 

Godete italiani tutti!! Giustizia è fatta....

Post n°378 pubblicato il 15 Luglio 2006 da noaigobbi

Calcio, Juventus, Fiorentina e Lazio in serie B.

Juventus retrocessa in serie B con 30 punti di penalizzazione,revoca scudetto 2004-05 e non assegnazione del titolo 2005-2006. Lazio in B con 7 punti di penalizzazione.
Fiorentina in B con 12 punti di penalizzazione.Il Milan resta in A (-44 punti nella stagione scorsa) perde l'Europa e ripartirà da -15. Questa la sentenza della Caf sui 4 club deferiti nel processo a Calciopoli, annunciata dal presidente Ruperto a Roma. Per quanto riguarda i verdetti sulle 25 persone deferite, 5 anni di squalifica a Moggi e Giraudo, 1 anno a Galliani.

Prime reazioni dopo la sentenza della Caf sullo scandalo del calcio."E' inaudito. Ci aspettavamo una sentenza più equilibrata", dice Cobolli Gigli, presidente della Juventus.
In una nota la Fiorentina "prende atto della sentenza emessa dalla Caf che ritiene profondamente ingiusta.
La Fiorentina sottolinea l'assoluta correttezza della propria condotta e dei propri dirigenti". Gentile, avvocato della Lazio, dice che la società biancoceleste ricorrerà al Tar.
"La sentenza può essere corretta dal Tar".

http://www.valenza.it/leggiarticolo.php?id=14443

 
 
 

Post N° 377

Post n°377 pubblicato il 06 Luglio 2006 da noaigobbi

Calciopoli: avv.Giraudo `Violato solo articolo 1`

Roma, 5 luglio - Luigi Chiappero, avvocato di Antonio Giraudo, sostiene che il suo assistito avrebbe violato soltanto l’articolo 1. Si parla ovviamente di codice di giustizia sportiva. Nell’ambito delle arringhe difensive legate al maxiprocesso di ‘calciopoli’, il legale dell’ex amminsitratore delegato bianconero sottolinea infatti: ”Il contatto con un designatore arbitrale e l’intervento sulla griglia non costituisce una designazione ad personam. Il designatore infatti non e` un arbitro. Ai signori della corte vorrei sottolineare questo fatto, perche` secondo me e` un elemento fondamentale. Una designazione e` un fatto oggettivo e asettico: per comportare un illecito sportivo questa dev’essere preceduta o seguita da un’attivita` rivolta alla commissione di un illecito. L’intervento sul designatore non e` ancora un elemento sufficiente per dire se vi sia stato un comportamento idoneo alla alterazione del risultato della gara. L’accusa quindi rimane al livello di violazione dell’articolo 1”.
Sulle intercettazioni aggiunge: ”Non tutto quello che viene detto puo` essere preso come oro colato. Luciano Moggi e Antonio Giraudo hanno frequentato piu` di altri i designatori. Posso dire che questo e` stato un comportamento sconveniente, soprattutto in un mondo particolare come quello del calcio fatto di intrighi e sospetti. Siamo pero` sempre nell’ambito dell’articolo 1. Per passare al 6 dobbiamo connotare gli incontri. Il primo risale al 21 settembre 2004 e dalle carte che sono emerse si capisce che non si e` parlato nemmeno delle griglie. In base agli atti che la Procura di Torino ha prodotto in relazione a una telefonata del 20 settembre, Moggi e Pairetto hanno parlato alle 10.11, tre quarti d’ora prima del sorteggio relativo alle partite del 22 settembre. Alle 11.41, a sorteggio avvenuto, Moggi viene informato da Pairetto che l’arbitro di Sampdoria-Juventus sara` Dondarini. C’e` una telefonata alle 15.14 tra Pairetto e Dondarini nella quale il primo chiede al secondo di impegnarsi per fare bella figura. L’unico intervento sull’arbitro prima della partita serale e` stato quindi fatto dal designatore”.

Chiappero ha poi aggiunto: ”Non erano solo Moggi e Giraudo ad avere rapporti e familiarita` con i designatori. E’ un comportamento considerato abbastanza normale. Da parte mia, credo che non ci sia da rilevare nulla piu` che una violazione deontologica. Quando si dice che Moggi e Giraudo avessero in mano il sistema e avessero la possibilita` di poter condizionare qualsiasi cosa, secondo me va rilevato l`episodio di Reggina-Juventus, che diventa fondamentale per capire certe cose. Secondo voi un potente scende negli spogliatoi e punta il dito nei confronti di un arbitro come l`ultimo degli impotenti?”.

http://www.datasport.it/leggi.aspx?id=3853824

 
 
 

Post N° 376

Post n°376 pubblicato il 06 Luglio 2006 da noaigobbi

La difesa Juve patteggia: «Serie B pena congrua»L'avvocato Zaccone: «La pena accettabile sarebbe quella richiesta
per gli altri club, ovvero la serie B con la penalizzazione»
Una gaffe difficile da immaginare, un autogol, o piuttosto una forma nemmeno troppo velata di patteggiamento. La svolta nel giorno dedicato alle difese arriva solo nel finale: arringhe un pò sottotono per contrastare l'irruenza delle pene chieste dal procuratore Stefano Palazzi quelle sentite nell'aula dell'Olimpico che da tre giorni offre il palco al maxi processo del calcio. Poi però una domanda incalzante di Cesare Ruperto e proprio la Juventus, l'incolpata numero uno nello scandalo delle intercettazioni, scivola o forse tenta di contenere i danni.

«La pena accettabile sarebbe quella richiesta per gli altri club, ovvero la serie B con la penalizzazione» si lascia scappare l'avvocato Zaccone.

Un'ammissione di colpa, e un colpo di scena, che l'abile ottantunenne capo della Caf con attività maieutica riesce a tirar fuori dalla platea di legali.

Stavolta il risultato è di quelli che contano, se dopo la dichiarazione del legale, Ruperto chiede «che sia messo a verbale».

Di fatto dopo ore di chiacchiere e ricostruzioni da scena del delitto, con orari di telefonate a discolpa degli accusati, Ruperto porta a casa il primo risultato concreto.

La Juve, che pure nella difesa precisa fatta dal legale, aveva preso nuovamente le distanze da Luciano Moggi chiedendo che fosse negata «la responsabilità diretta del club» perchè l'ex direttore generale «non è mai stato il legale rappresentante della società», nella sostanza ammette di poter accettare la retrocessione.

Insomma si potrebbe accontentare di andare in serie B e pure con l'handicap già chiesto per le altre squadre (15 punti per Lazio e Fiorentina, 3 per il Milan).

Seppure a diretta richiesta del collegio giudicante, quella formulata dalla difesa appare come una forma di patteggiamento.

Ma anche uno scivolone, perchè dai legali ci si sarebbe aspettati una richiesta così solo a conclusione di un periodo ipotetico, possibilmente dell'irrealtà. Nel senso che qualora venisse accertato l'illecito sportivo, solo allora alla Juve potrebbe andare bene la retrocessione nel torneo cadetto.

E su questo è stato abile Ruperto quando ha voluto che si precisassero i termini. «Non pena accettata o accettabile, perchè sembra una contrattazione - sottolinea il giudice - diciamo quale sarebbe la pena congrua». Eppure poco prima il legale aveva detto che quelli contestati non erano «fatti gravi, ma dilatati da turbolenze mediatiche».

E allora perchè accettare la retrocessione?

La Juve, prendendo le distanze da Moggi, provava a rispondere solo dell'operato di Antonio Giraudo, che difeso da Luigi Chiappero (per quasi 3 ore) per il club avrebbe fatto solo normale attività di lobby. Quella che nel mondo del calcio appare come assolutamente normale, dicono.

Insomma un pò di slealtà da sanzionare però come violazione dell'articolo 1. Tutto qui, «perchè sono stati commessi degli errori sul piano della forma, ma non si è mai inciso in attività idonee ad alterare quello che doveva avvenire sul campo» dice Chiappero, quando tracima come gli ha fatto notare Ruperto non limitando la difesa al solo Giraudo ma all'intero club bianconero. Giraudo cercava solo di avere «garanzia sulla qualità del servizio» magari chiedendo che ad arbitrare gare importanti ci fosse uno come Collina. Una richiesta non normale, dice il legale, ma che lo diventa «in un mondo di sospetti».

La difesa del club invece sposta la questione anche sul piano economico e sui rischi di uno scivolone in C, indicando i proventi derivanti dai diritti Tv (54%) sponsor (25%) tanto per rimarcare che il 79 % degli introiti della società più gloriosa d'Italia sarebbero in pericolo. Si era parlato anche di sorteggi, di presunti taroccamenti. Ma niente da tenere troppo alta l'attenzione.

In mattinata c'erano state le autodifese degli incolpati celebri: da Franco Carraro a Diego Della Valle passando per l'orazione di Claudio Lotito. A nessuno di loro aveva voluto replicare il procuratore Stefano Palazzi, appagato dalla stangata annunciata ieri.

E domani il grande accusatore non ci sarà e sarà sostituito da uno dei suoi vice, Alfredo Mensitieri. La Caf però va avanti e chissà che Ruperto non ci provi anche con gli altri club che tenteranno di discolparsi, ripetendo la domanda diventata di rito: «Quale sarebbe la pena congrua?».

La Juve ha già risposto e si sa che dalla pena che verrà inflitta alla vecchia signora dipendono tutte le altre.

http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/scandalocalcio/200607articoli/2421girata.asp

 
 
 

Post N° 375

Post n°375 pubblicato il 06 Luglio 2006 da noaigobbi

CALCIOPOLI. MAXI-PROCESSO: la Juventus tenta di evitare l'inferno della Serie CAll’indomani delle pesanti richieste di retrocessione per Juventus, Milan, Lazio e Fiorentina, nonché quelle di squalifica, in molti casi per cinque anni, per arbitri, guardalinee e dirigenti di società, il processo su “Calciopoli” è proseguito in data odierna con l’esposizione dei fatti da parte della difesa, ed in particolare di coloro che non avevano preso la parola nella giornata di ieri.
Nel complesso, tutti i deferiti hanno continuato a proclamarsi innocenti, lasciando trasparire il timore che contro le accuse mosse da Stefano Palazzi sarà alquanto difficile sfuggire ad una giustizia che, in quanto rapida, potrebbe anche risultare esemplare e sommaria.
Più dettagliatamente, il legale di Antonio Giraudo, Luigi Chiappero, ha difeso il proprio assistito affermando che l’intervento sulle griglie per la scelta degli arbitri da mandare in campo non costituisce reato, in quanto l’illecito deve consumarsi dentro il campo di gioco e non attraverso un processo che in sé contempla molti fattori aleatori.
L’udienza è stata anche caratterizzata dalle arringhe delle squadre che si sono schierate con l’accusa, in quanto parti lese, dal Bologna al Lecce passando per il Treviso, club speranzosi di poter rimanere in serie A o di riacciuffarla grazie alla giustizia sportiva.
Sempre in data odierna a difendersi davanti all’accusa è stato anche Claudio Lotito, presidente della Lazio, che ha rigettato le accuse d’aver chiesto favori arbitrali; a ruota si sono difesi anche l’arbitro Messina, l’ex presidente della FIGC Franco Carraro e Diego Della Valle, con quest’ultimo che per l’ennesima volta ha rimarcato che la Fiorentina dello scandalo legato a “Calciopoli” è stata una vittima e non parte attiva nei presunti illeciti.
In ogni caso, è probabile che le pene richieste da Palazzi per i trenta soggetti deferiti saranno “ammorbidite” nella prima sentenza ed in quella d’appello, ma non di certo condonate.
In scia quindi a tali aspettative, oggi il legale rappresentante della Juventus, Cesare Zaccone, ha definito come pena “congrua” per la Juventus la retrocessione in B con penalizzazione. L’inferno della serie C per la squadra più blasonata d’Italia fa veramente paura …

http://www.trend-online.com/?stran=izbira&p=ele&id=125595

 
 
 

Post N° 374

Post n°374 pubblicato il 06 Luglio 2006 da noaigobbi

IL GRANDE ACCUSATORE DEL CALCIO RIDISEGNA IN OTTO PAGINE POTERE E RUOLI DELLE GRANDI DEL CALCIO«Juventus in C a meno 6 punti
Lazio, Fiorentina e Milan in B»
Le richieste del procuratore federale al maxiprocesso gelano la difesa

ROMA. Le pareti di legno che separano le zone dell'Olimpico-bunker per poco non cominciano a tremare. Juventus in C1 o C2 con sei punti di penalizzazione (più revoca dello scudetto della stagione delle intercettazioni e non assegnazione di quello appena messo in bacheca), Lazio e Fiorentina in B a -15, Milan nella serie cadetta gravato da 3 punti di penalizzazione: cominciano da qua le richieste di pena del Procuratore federale Stefano Palazzi. «Questo è matto», è il passaparola non urlato dei legali difensori che escono dall'aula del dibattimento puntando il dito contro la procura federale. «Questo non è un processo», sentenziano le difese dei 30 «incolpati».

Il maxi-processo al calcio italiano regala il primo scossone. In otto pagine sono racchiuse le richieste del pm del pallone che, se accolte, stravolgerebbero il volto dei campionati e accompagnerebbero a fine carriera diversi protagonisti delle domeniche allo stadio: cinque gli anni di inibizione chiesti dal Grande Accusatore del calcio (più 5 mila euro di ammenda per ogni episodio di illecito sportivo) per Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Innocenzo Mazzini, Claudio Lotito, Diego e Andrea Della Valle, Franco Carraro, Pierluigi Pairetto, Paolo Bergamo, Tullio Lanese e il fischietto Massimo De Santis; due le stagioni di inibizione per Adriano Galliani. Cinque gli anni di stop richiesti anche per l'addetto agli arbitri del Milan, Leonardo Meani, e cinque gli anni di inibizione per la truppa degli arbitri coinvolti (Rodomonti, Dondarini, Bertini, Messina, Rocchi e Tagliavento) con unica eccezione Gianluca Paparesta (per il fischietto di Bari la richiesta è di un anno di stop).

La voce del pm Palazzi si spegne, fuori dall'aula comincia la processione dei legali che appaiono senza bussola. Calciopoli ha fatto un nuovo passo avanti, ma sulle richieste del procuratore federale della Figc si apre un duro scontro. Fa caldo nella pancia dell'Olimpico-bunker, ma il termometro è alzato dalla pesantezza delle pene richieste: il destino della Juventus, secondo l'accusa federale, finirà nelle mani del Commissario straordinario Guido Rossi, perchè, se venissero accolte le richieste di Palazzi sia dalla Caf che dalla Corte Federale in secondo grado, toccherebbe al nuovo vertice della Federcalcio assegnare il campionato di competenza al club bianconero che non sia la A o la B (a Rossi spetterebbe anche il compito di decidere se assegnare lo scudetto dello scorso campionato che potrebbe finire all'Inter).

Il Milan si ritrova catapultato al centro delle accuse perchè non poteva non sapere dell'operato di Leonardo Meani: così la pensa il pm del calcio e così dalle accuse si è passati ai fatti con la richiesta per il club rossonero di una B a -3. Se Torino e Milano (sponda rossonera) si interrogano, stessa sorte tocca a Firenze e Roma (sponda laziale). Nel capoluogo toscano i tifosi viola sono sul piede di guerra. Domani si riuniranno i club organizzati, ma i timori arrivano dalle mosse che potrebbero vedere protagonisti gli ultras viola: a Firenze brucia, fra l'altro, il fatto di vedere i Della Valle messi sullo stesso piano di Moggi (cinque gli anni di inibizione chiesti per l'ex direttore generale bianconero, cinque per Diego e Andrea Della Valle). A Roma, il tifo laziale guarda diviso alle tappe della giustizia sportiva: da un lato c'è la parte della tifoseria anti-Lotito che chiede la mano pesante contro un presidente mai amato, dall'altra c'è la passione di un popolo che teme la B dopo aver centrato la qualificazione alla Coppa Uefa.

Il maxi-processo riparte spedito così come si era augurato il Commissario straordinario della Figc, Guido Rossi. Ieri le richieste del pm Palazzi, oggi e domani parola alle difese. Poi, la requisitoria finale della Procura e la camera di consiglio dei giudici della Corte con i verdetti di primo grado attesi per lunedì. «Ogni regola è calpestata, senza la pressione della piazza le richieste sarebbero state più miti», è la rivolta degli avvocati dei 30 «incolpati» di Calciopoli.

http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/scandalocalcio/200607articoli/2406girata.asp

 
 
 

Post N° 373

Post n°373 pubblicato il 04 Luglio 2006 da noaigobbi

Nessuna eccezione per Moggi e Della Valle

La Caf ha respinto le istanze degli avvocati sul fatto che i loro assistiti non sarebbero più giudicabili in quanto non tesserati

ROMA - Riparte il processo a calciopoli. Il presidente della Commissione d'appello federale, Cesare Ruperto, ha avviato i lavori facendo la conta dei deferiti e dei legali presenti in aula: diversi però gli assenti alla ripresa dell'udienza. Oltre a Luciano Moggi e Antonio Giraudo, già assenti giovedì scorso, questa volta non si sono presentati Innocenzo Mazzini, Franco Carraro e Paolo Bergamo (per l'ex designatore è presente il legale Scalise). All'udienza è stato ammesso anche l'Arezzo che in extremis ha presentato la domanda per entrare nel dibattimento. Ruperto ha dato poi la parola ai legali per le eccezioni sulle quali delibererà la Caf in camera di consiglio.

MOGGI - Il primo a parlare è stato il legale di Luciano Moggi, Fulvio Gianaria. Secondo l'avvocato, l'ex direttore generale della Juventus non può essere giudicato. Il legale si è rivolto alla commissione d'appello federale dicendo che «le dimissioni hanno gli stessi effetti della radiazione» e che esiste a tutti gli effetti «l'impossibilità di tesseramento in futuro in costanza di dimissioni». Luciano Moggi aveva rassegnato le sue dimissioni il 16 maggio scorso, dopo che era scoppiato lo scandalo che lo vede coinvolto in prima persona.

LAZIO - Poi è toccato agli avvocati della Lazio, secondo i quali con la decisione di aprire un filone d'indagine «parallelo» a quello principale, c'è stata un'evidente «mutilazione» al diritto di difesa, «reale e non astratto», della società biancoceleste. Secondo Vincenzo Siniscalchi, «la suddivisione dell'inchiesta sul calcio in due tronconi processuali rappresenta un'anomalia e nel deferimento non c'è traccia della partita Reggina-Lazio, che invece rappresenta l'inizio della richiesta di protezione contro i torti arbitrali da parte del presidente Lotito». La Lazio contesta inoltre la nomina di Guido Rossi a commissario della Figc. «Le semplici dimissioni di Carraro e del vicepresidente Mazzini - ha detto l'avvocato Gianmichele Gentile - non consentivano il commissariamento».

RESPINTE LE ECCEZIONI: MOGGI E DELLA VALLE SONO GIUDICABILI - Dopo sei ore e mezza di Camera di Consiglio, la Caf ha respinto le eccezioni sul fatto che Luciano Moggi e Diego Della Valle non sarebbero più giudicabili in quanto non tesserati. Moggi si è dimesso prima di essere deferito e quindi potrebbe teoricamente ritesserarsi, non essendo incorso nella decadenza definitiva prevista per chi si dimette con un procedimento disciplinare in corso: «Sussiste quindi - ha detto il presidente della Caf, Cesare Ruperto - l'interesse della Figc al giudizio». Per Diego Della Valle, invece, egli è giudicabile perché presidente onorario e azionista di riferimento della Fiorentina, cariche che gli imponevano di rispettare lo statuto federale. La Caf è anche giunta alla conclusione che le intercettazioni telefoniche sono ammissibili.
PROCESSO - Il processo, che si tiene in un'aula dello stadio Olimpico di Roma, coinvolge quattro società di serie A (Juventus, Milan, Fiorentina e Lazio) oltre a dirigenti e arbitri: gli ex vertici della Juventus, Luciano Moggi e Antonio Giraudo, il proprietario e il presidente della Fiorentina, Diego ed Andrea Della Valle, il vicepresidente del Milan, Adriano Galliani, l'addetto agli arbitri della società rossonera, Leonardo Meani, il presidente della Lazio, Claudio Lotito, l'amministratore delegato della Fiorentina, Sandro Mencucci, il giudice dell'ufficio vertenze economiche della Figc, Cosimo Maria Ferri. Coinvolti anche l'ex presidente della Federcalcio, Franco Carraro, l'ex vicepresidente Innocenzo Mazzini, i designatori arbitrarli Bergamo e Pairetto, l'ex presidente dell'Aia, Tullio Lanese, e i fischietti Massimo De Santis, Gennaro Mazzei, Pietro Ingargiola, Paolo Bertini, Paolo Dondarini, Fabrizio Babini, Domenico Messina, Gianluca Paparesta, Gianluca Rocchi, Claudio Puglisi, Paolo Tagliavento, Pasquale Rodomonti. Tutti i soggetti sono stati deferiti a vario titolo per violazione degli articoli 1 e 6 del Codice di giustizia sportiva, riguardanti rispettivamente i principi di lealtà, correttezza ed onestà, e l'illecito sportivo, ovvero "il compimento, con qualsiasi mezzo, di atti diretti ad alterare lo svolgimento o il risultato di una gara".
BORRELLI ALL'HOTEL QUARK PER L'APERTURA DEL MERCATO - «Non credo che il mercato cambi solo perché io sono presente oggi all'apertura ufficiale. Mi interessava esserci. La mia presenza è una raccomandazione che vuole ricordare a tutti l'importanza delle regole non solo nel calcio». Francesco Saverio Borrelli, ex procuratore generale di Milano e attuale capo dell'ufficio indagini della Federcalcio, ha commentato così, con i giornalisti, la sua presenza al Quark, l'albergo che fino al 7 luglio ospita la prima fase delle trattative per i trasferimenti di calciatori. Borrelli, accompagnato dal suo vice De Feo, ha partecipato alla cerimonia d'apertura e ha tagliato il nastro inaugurale. In un breve intervento ha affermato: «non vorrei che la presenza dell'ufficio indagini venisse vista come la presenza di un castigamatti o sentita come il tintinnio di manette. Tutt'altro. Io pongo l'accento sulla serietà e il rispetto verso la regole».

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/07_Luglio/03/calciopoli.shtml

 
 
 

Evidentemente si sentiva SOMMO e SUPREMO, quasi ONNIPOTENTE...

Post n°372 pubblicato il 28 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

...adesso lo hanno addirittura CROCIFISSO!!

Moggi: 'Sono stato crocifisso, Carraro era contro la Juve' L'ex dg della Juve in un'intervista a tu per tu con il conduttore di "Ballaro'" Giovanni Floris: 'La mia famiglia è distrutta, dove c'era la gioia di vivere adesso c'e' il dolore'. Sul "sequestro" Paparesta: 'E' una barzelletta' Roma, 27 giugno 2006 - 'Sono qui per rispetto della mia famgilia, della Juve e dei milioni di tifosi che gioivano della forza della squadra. Non sono venuto a difendermi, ma la cattiveria di questo periodo ha dell'incredibile ed ha distrutto la mia famiglia. Sono stato crocifisso'.
Sono le prime parole, che hanno preceduto le lacrime, pronunciate da Luciano Moggi in un'intervista a tu per tu con il conduttore di "Ballaro'" Giovanni Floris.

'Penso alla famiglia di mio figlio -ha proseguito l'ex dg della Juve-, l'hanno messa in crisi, laddove c'era la gioia di vivere adesso c'e' il dolore'. A

lla domanda su quale fosse l'attuale lavoro di Moggi, l'interessato ha risposto con "studio" prima di precisare di non essere stato licenziato dalla Juve. 'No, ho dato io le dimissioni sia dal c.d.a. che come d.g. e da quell'ordinamento in cui non mi ritrovavo piu''.

Moggi spiega anche perche' ha ritenuto di non dover comparire da Borrelli. 'Non e' una mancanza di rispetto nei confronti della Figc e di Borrelli, non ritenevo plausibile fare l'interrogatorio anche perche' Giraudo ha detto le cose che avrei detto io'.

Infine l'amarezza :'In queste settimane sono state messe in piedi persino delle rubriche, dipingendomi come il colpevole prima ancora del processo' ha detto ancora Moggi.

CASO PAPARESTA

'Il sequestro di Paparesta è una barzelletta'. .Moggi è accusato di aver chiuso nello spogliatoio l'arbitro Gianluca Paparesta al termine della partita Reggina-Juventus del novembre 2004. 'Io -dice Moggi- ho solo girato la chiave, poi ho detto all'assistente di riaprire la porta. Non ho chiuso Paparesta nello spogliatoio e sfido chiunque a dire il contrario. Quando dico è dimostrato da quanto affermato dai dirigenti della Reggina'.

PESSOTTO

'E' una cosa che mi ha dato tanta tristezza. Non conosco i motivi, andro' presto a trovarlo a Torino'. Lo ha detto, a proposito di Pessotto, l'ex dg della Juve Luciano Moggi intervenuto a "Ballaro'".

CARRARO CONTRO LA JUVE

'Carraro contro la Juve? Non e' un timore, ma una certezza'. Luciano Moggi nella sua lunga autodifesa nell'intervista in onda stasera a Ballaro' punta pesantemente il dito contro l'ex presidente della Figc. 'Abbiamo capito che qualcosa non funzionava - prosegue -. Avevamo scoperto che Carraro aveva detto di aiutare i club che portavano i voti. Questo abbiamo messo in atto, non per avere favore, ma per evitare degli svantaggi'. Moggi ha anche detto di non aver mai partecipato alle assemblee di Lega o a quelle della Federazione. Moggi dice anche di non aver mai agito in maniera autonoma: 'La Juventus sapeva anche le virgole, non ho mai fatto nulla di mia iniziativa'.

http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/chan/tuttocalcio:5422579:/2006/06/27:

 
 
 

Ah ah ah...bella questa!!

Post n°371 pubblicato il 28 Giugno 2006 da noaigobbi

 Moggi: "Il calcio senza di me non sarà migliore"

L'ex direttore generale della Juventus Luciano Moggi ha detto davanti alle telecamere del programma Ballarò su RaiTre di essere stato "il capro espiatorio" dello scandalo calcio e che senza di lui il mondo del pallone non sarà migliore.

Lo riferiscono fonti interne alla redazione che hanno assistito alla registrazione dell'intervista che andrà in onda durante la diretta di stasera alle 21.

"Senza Moggi il calcio non sarà migliore, potrebbe anche essere peggiore" ha detto l'ex dg bianconero contestando la parzialità delle intercettazioni che, a suo avviso, avrebbero individuato solo alcune delle responsabilità dello scandalo.

Secondo quanto riferito, Moggi ha anche lanciato un appello al mondo del calcio perché stia attento a non essere succube di "altre lobby" che lo minacciano, senza però specificare quali.

Nei pochi interventi di Moggi registrati sui media nelle ultime settimane, l'ex dg ha accusato il potere di chi gestisce i diritti televisivi di essere il vero responsabile dello scandalo che ha travolto il calcio, sebbene le indagini di magistratura e giustizia sportiva accusino lui di essere il capo del sistema di condizionamento nei confronti degli arbitri.

"Abbiamo capito che qualcosa non funzionava. Avevamo scoperto che (l'ex presidente della Federcalcio Franco) Carraro aveva detto di aiutare i club che portavano i voti. Questo abbiamo messo in atto, non per avere favori, ma per evitare degli svantaggi", ha detto Moggi ai microfoni del programma Rai sottolineando di non aver mai agito in maniera autonoma.

"La Juventus sapeva anche le virgole, non ho mai fatto nulla di mia iniziativa".

La Juventus è una delle squadre maggiormente coinvolte nello scandalo che ha travolto il calcio italiano in questi ultimi due mesi ed è stata deferita alla Commissione d'appello federale dal procuratore della Figc Stefano Palazzi dopo le indagini condotte dall'ex magistrato Francesco Saverio Borrelli.

Moggi è stato deferito per violazione dell'articoli 1 (principi di lealtà) e 6 (illecito) del codice di giustizia sportiva ed è indagato dalla procura di Napoli per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva e sequestro di persona.

http://today.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=entertainmentNews&storyID=2006-06-27T182919Z_01_VAL766096_RTRIDST_0_OITLR-SP-MOGGI-BALLARO.XML&ImageID=

 
 
 

Post N° 370

Post n°370 pubblicato il 26 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

Bergamo condizionava i fischiettiSUDDITANZA psicologica nei confronti dell’ex designatore Paolo Bergamo: è questa la deduzione del capo dell’Ufficio Indagini Francesco Saverio Borrelli dopo aver ascoltato numerosi arbitri e assistenti di linea. Gli ufficiali di gara, secondo l’ex pm di Mani Pulite, sarebbero stati condizionati dalla figura del designatore, come confermato dall’arbitro Gianluca Paparesta nel corso della propria deposizione davanti agli inquirenti. «C’era una situazione di pressione psicologica che caratterizzava questo sistema arbitrale - aveva dichiarato il fischietto barese nella’audizione del 12 giugno scorso davanti agli inquirenti - i designatori avevano un eccessvo potere che manifestavano in particolari situazioni attraverso una pressione psicologica sugli arbitri. Ritengo che a loro volta, anche i designatori fossero soggetti a presioni da parte dei poteri forti: ho maturato questo mio personale convincimento arbitrando le partite della Juventus». L’arbitro di Bari è stato deferito dal Procuratore Federale Stefano Palazzi per omessa denuncia relativa alla partita Reggina-Juventus del campionato 2004-05

http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=979208

 
 
 

«Se rifiutavi il sistema non arbitravi mai le partite importanti»

Post n°369 pubblicato il 26 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

ROMA — Sono quelli rimasti fuori dal giro ad aver confermato il funzionamento del sistema creato da Luciano Moggi. Sono gli arbitri e gli assistenti poi risultati non graditi ai vertici della Juventus, ma anche di Milan, Fiorentina e Lazio, ad aver raccontato come si poteva finire a dirigere gli incontri delle serie minori. I verbali depositati al termine dell'inchiesta dall'Ufficio Indagine della Figc aggiungono un nuovo tassello al quadro già delineato. E le parole di Domenico Messina, deferito per violazione dell'articolo 1, sembrano riassumere che cosa accadesse al momento delle designazioni: «C'era una sensazione strana — che noi arbitri avvertivamo scambiandoci reciproci ammiccamenti — che determinati arbitri venissero sempre sorteggiati per determinate partite... Non nego di essermi domandato perché per cinque anni non abbia mai diretto la Juventus. Dove dire che spesso ho considerato questa scelta dei designatori non dipendente da un giudizio tecnico, ma dal fatto che sono sicuramente una persona non abituata a subire condizionamenti ambientali».


I soci di De Santis

Il 6 giugno si presenta Andrea Carlucci,
arbitro da 19 anni, promosso alla Can (la commissione nazionale arbitri) di serie A nella stagione 2003/2004. «Ho chiesto questa convocazione — spiega — perché intendo chiarire che nei due anni di appartenenza alla Can di A e B, ho diretto 37 gare di Be nessuna di A per una quarantina di volte sono stato designato come quarto ufficiale. Nel 50 per cento delle volte sono stato mandato a Lecce, non sono mai stato mandato a Milano e a Torino, due volte sono stato impegnato con l'Inter e altrettante con il Milan e la Juventus... Ho avuto modo di intuire quasi subito che sarebbe stato opportuno fare riferimento a un ristretto numero di arbitri, portatori di un carisma indiscutibile nel gruppo, e cioè De Santis, Farina, Trefoloni e Gabriele. Altri colleghi mi chiedevano se mi sentissi in settimana con De Santis o Farina perché era opportuno e produttivo, ma io lo trovo contrario all'etica professionale». È la «combriccola romana» di cui parla anche Gianmario Cuttica quando commenta una sua telefonata intercettata con Claudio Puglisi e afferma: «Eravamo stati insieme in Tunisia dove mi aveva fatto una serie di esternazioni, peraltro abituali, riferendosi al "sistema" che vedeva la Juventus influenzare il campionato e le scelte dei designatori che a suo dire privilegiavano sempre i medesimi assistenti al fine di "blindare" quelle gare, alludendo a Gemignani, Consolo, Baglioni, Ricci e altri».
Un altro tassello lo aggiunge Michele Cruciani:
«Ero stato promosso in Can A e B come il migliore della Can C, poi all'improvviso la mia carriera si è bloccata. Non ho elementi di prova, ma intendo evidenziare che a Coverciano c'era un'atmosfera pesante. Quando arrivavo notavo che c'era sempre un gruppo di arbitri tra cui De Santis, Bertini, Palanca, Gabriele e Trefoloni già presente e sempre in compagnia della signora Fazi».


Gli amici di Meani

Il 5 giugno viene interrogato Gabriele Contini. «Non conosco i motivi per i quali sono stato impiegato una sola volta con la Juventus. Anzi non riesco a spiegarmelo in alcun modo e credo di essere stato leso nella professionalità, benché mi ritenessi preparato più di altri designati per partite importanti della Juventus... Diverse designazioni mi facevano riflettere per l'anomalo impiego di colleghi poco preparati sotto il profilo tecnico e atletico. Con Leonardo Meani (l'addetto agli arbitri del Milan ndr) sicuramente ho affrontato questi argomenti e nella telefonata dell'11 marzo mi lamentavo del fatto che vedevo disparità nei trattamenti tecnici e di designazione tra alcuni assistenti e alcuni "figli di nessuno" come me. Quando affermo che per due o tre anni De Santis ha fatto delle robe da vergogna, Palanca cose da vomitare e anche lo stesso arbitro Gabriele intendo riferirmi al fatto che il loro comportamento tecnico non era di grande livello».
In linea la deposizione di Claudio Puglisi,
deferito per violazione dell'articolo 6 proprio per i rapporti con Meani. «Negli ultimi tre anni della mia carriera — afferma — ho arbitrato la Juventus soltanto due volte in quanto secondo me non gradito alla società bianconera. Chiesi i motivi ai designatori Bergamo e Pairetto e avendo avuto risposte vaghe e generiche ho ritenuto inutile, per la mia stessa dignità personale, insistere nei confronti degli stessi... Credo possa essere attendibile che sia Bergamo che Pairetto fossero capaci di fare pressioni... Credo di poter esternare le mie perplessità riguardo le designazioni degli assistenti internazionali che di norma non venivano nominati per le gare della Juventus dove è statisticamente provato che venivano incaricati colleghi meno esperti e preparati, di aree geografiche ben definite, più facilmente gestibili».

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/06_Giugno/26/sarzanini.shtml

 
 
 

Post N° 368

Post n°368 pubblicato il 22 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

ROMA - La procura federale ha sposato la tesi Borrelli: l'illecito strutturato sul campionato 2004-2005 c'è stato e così il potere arbitrale Juventus a cui nel tempo si è contrapposto un potere Milan. E ci sono state pesanti responsabilità dei dirigenti di Lazio e Fiorentina, che per salvare i loro club hanno chiesto aiuti arbitrali. Stefano Palazzi, i suoi tre viceprocuratori e un pugno di sostituti di fiducia stanno lavorando in maniera parallela e simultanea (ognuno nei propri uffici, con gli originali sonori delle intercettazioni a disposizione) ai deferimenti dello scandalo calcistico del secolo e, spiegano fonti della procura federale, "non ci sarà alcuna distanza tra la relazione del pool Borrelli, un lavoro duro, fatto con grande libertà di pensiero, e le conclusioni della procura. Nella maniera più assoluta".

Il problema, e l'affanno con cui si sta lavorando per rendere pubblici i deferimenti entro questo pomeriggio, è quello di strutturare l'accusa in modo che tenga di fronte alla controffensiva delle difese al maxi-processo dell'Olimpico. Solo la Lazio schiererà cinque legali, potrebbero puntare sull'illecito presunto.
Ecco, la Juventus è in bilico tra la serie C e la B con 9 punti di penalizzazione. Fiorentina, Milan e Lazio restano a rischio B. In questa accusa la gradualità, spiegano i pm del calcio, sarà fondamentale: si è partiti dalla sanzione per la Juventus e da lì si sta scendendo alle successive punizioni. Elemento fin qui poco considerato, si è tenuto conto del "contesto ambientale" in cui l'illecito è avvenuto.

Chi ha combinato un finale di campionato perché "strozzato" dalla cupola del calcio, ha colpe inferiori agli inventori della cupola. Resta decisivo il passaggio alla Disciplinare-Caf, la fase processuale, ma i deferimenti della procura saranno duri come lo è stata la relazione Borrelli.

La classifica delle responsabilità - Il lavoro dell'Ufficio Indagini e la quantità di intercettazioni hanno permesso di stabilire una graduatoria delle responsabilità dei club. Il primato negativo spetta alla Juve: suo il ruolo centrale nel sistema Moggi. Poi la Fiorentina, vittima costretta a diventare complice dello stesso sistema: telefonate all'ex dg Juve, a Bergamo e Mazzini, incontri a pranzo con il designatore, frasi esplicite di combine. Al terzo posto il Milan: c'è Galliani che chiede al suo dirigente Meani di intervenire sui designatori. Infine, la Lazio di Lotito. Il presidente moralizzatore, pur chiedendo con insistenza arbitri favorevoli e partecipando al lavoro politico di sottobosco con Moggi e Giraudo, ha mantenuto il suo livello di pressione su un vicepresidente federale (Mazzini), uomo dell'istituzione calcistica.

Udinese in bilico - Le novità arrivano dal deferimento, già in questa fase, anche dell'Udinese. La società di Pozzo rischia per una conversazione tra Toffolini e Meani: il team manager friulano ringrazia il responsabile per gli arbitri del Milan dopo l'1-1 che spinge l'Udinese in Champions League alla fine del torneo 2004-2005. Le immagini del match aggravano l'ipotesi di reato. La Sampdoria, a rischio deferimento, non dovrebbe subire conseguenze importanti.

La voce di Carraro - L'ascolto delle conversazioni registrate ha consentito al "pool Borrelli" di smontare il tentativo di dare un'interpretazione goliardica ad alcuni dialoghi. La posizione di Franco Carraro si è aggravata per i toni usati nella telefonata all'ex designatore Bergamo dopo il discusso Roma-Juve 1-2, arbitro Racalbuto. Il tono minaccioso dell'ex presidente della Federcalcio è un elemento in più per l'accusa, che punterà alla sua radiazione.

Blackout sulla linea Galliani-Giraudo-Moggi - A stupire l'Ufficio Indagini della Federcalcio è stata la presenza di una sola telefonata tra Galliani e il duo Moggi-Giraudo. Un blackout inspiegabile per l'ex dg della Juve, capace di sostenere centomila telefonate in un anno.

Le contraddizioni di Paparesta - Finirà la sua carriera Gianluca Paparesta, uno dei più bravi arbitri italiani, chiuso nello spogliatoio da Moggi dopo Reggina-Juve del 2004. La richiesta di raccomandazione a Galliani e la sua versione sulla telefonata a Moggi il giorno dopo l'incidente di Reggio Calabria - "volevo dirgli di non provarci mai più" - non hanno convinto l'Ufficio Indagini.

Fondi neri Juventus - La procura di Torino intanto ha avviato diverse rogatorie nell'inchiesta sui bilanci Juventus per accertare come sono state saldate le trattative per l'acquisto di calciatori stranieri. Gli indagati, in questo filone, sono Antonio Giraudo e Luciano Moggi.

http://www.lamescolanza.com/Temp=2006/62006/arriva_la_stangata_per_juve=2162006.htm

 
 
 

Beh...mettetevi d'accordo...la vogliamo cacciare giu' si o no ?!

Post n°367 pubblicato il 19 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

Con la Juve altre 3

Finiti gli interrogatori, il cammino della giustizia sportiva sta proseguendo per arrivare a tracciare un primo bilancio di oltre un mese di lavoro.

L'inchiesta che si sta sviluppando attorno allo scandalo che ha travolto il mondo del calcio dovrebbe portare al deferimento di quattro società che dovranno rispondere per responsabilità diretta ed oggettiva nei tentati illeciti intercettati.

I club che verranno rinviati a giudizio sono Juventus, Milan, Fiorentina e Lazio e le sanzioni previste vanno dalla retrocessione alla penalizzazione, ma si potrebbe addirittura arrivare all'esclusione dal campionato.

La posizione più critica è quella della Juventus per cui si profila, da ambienti vicini all'ufficio indagini, la retrocessione in B con 6 punti di penalizzazione. Solo penalizzazioni, invece, per le altre società. Per il momento, però, si tratta di voci e solo i due gradi di giudizio invocati da Guido Rossi potrano dire cosa accadrà.

Delicata resta infatti la posizione del Milan per cui si dovrà capire se il deferimento riguarderà solo il dirigente Leonardo Meani, o se invece sarà coinvolto direttamente anche l'amministratore delegato Adriano Galliani. In un caso o nell'altro l'entità della sanzione rischia di cambiare pesantemente.

Esce invece dal novero delle società deferite la Sampdoria, dal momento che il presidente Garrone sarebbe riuscito a dimostrare l'estraneità del club da qualunque forma di illecito.

http://www.sportal.it/sportal/immagini/news/news773790.html

 
 
 

E te pareva...figuriamoci se x una volta veniva fatta giustizia!

Post n°366 pubblicato il 19 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

Juventus: i bianconeri potrebbero evitare la retrocessione
Sembra che la Juventus non verrà penalizzata con la retrocessione per lo scandalo di "Calciopoli". Il club bianconero dovrebbe essere penalizzato con 15 punti, un record per i campionati italiani, ma rimanere comunque in Serie A.
Forse sarà una delusione per tutti quelli che chiedevano punizioni esemplari contro chi aveva truffato in modo così palese i campionati, ma sembra che per la società di Corso Galileo Ferraris si vada a delineare una punizione che consideri l'estraneità della proprietà bianconera dal comportamento esecrabile della "Triade", vera artefice dei maneggi posti in essere.
Sembra sia stata apprezzata la scelta della famiglia Elkann, quindi del gruppo Fiat/Ifil, di partire da zero, nominando in tempi brevi un nuovo consiglio d'amministrazione e di affidarsi a una nuova dirigenza.

http://www.tuttomercatoweb.com/index.php?action=read&id=30814

 
 
 

Campionato 2005/2006 invalidato?

Post n°365 pubblicato il 19 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

E' un'ipotesi oramai non tanto remota. Sembra che Guido Rossi abbia intenzione non solo di invalidare il campionato 2004/2005 ma anche quello scorso, 2005/2006. Ultima indiscrezione emersa riguarda i rapporti d'affari che legavano Romy Gai, direttore commerciale della Juventus, a Pairetto.

Francesco Saverio Borrelli sta ultimando la relazione da presentare lunedì al procuratore federale. Le punizioni che verranno inflitte dovrebbero andare dalla penalizzazione in punti per il prossimo campionato, alla retrocessione in B (potrebbe trattarsi di serie C, anche se è un'ipotesi remota, nel caso della Juve).

A rischiare, nemmeno a dirlo, sono Juventus, Milan, Fiorentina e Lazio. Entro il 9 luglio ci sarà la sentenza di primo grado, entro il 22 l'appello alla Corte Federale. Il 28 luglio ci saranno i sorteggi europei. Chi parteciperà alle coppe? Il totouefa è aperto...

http://www.calcioblog.it/post/826/campionato-20052006-invalidato

 
 
 

Magistrati e arbitri, i regali di Moggi

Post n°364 pubblicato il 19 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

Le intercettazioni nell'inchiesta di Napoli. L'ex dg della Juve con un ufficiale della Finanza: «Qui tutti prendono e basta»

ROMA — Magliette, giacconi, zaini, portachiavi, gagliardetti: per far piacere ai suoi amici Luciano Moggi non sembra aver fatto troppa fatica. Certo, c'era chi chiedeva di andare in trasferta, volo e albergo compresi. Ma la maggior parte preferiva i gadget targati Juventus. E lui accontentava tutti. Per gli arbitri e i dirigenti della Figc aveva un occhio di riguardo. Magistrati, poliziotti, finanzieri, carabinieri e 007 trovavano sempre ascolto. C'è chi voleva i biglietti, chi pretendeva il parcheggio dentro lo stadio. Moggi chiamava le segretarie e disponeva. E così quando per ricambiare un invito in trasferta l'ufficiale della Guardia di Finanza Giuseppe Lasco gli regalò un portasigari Moggi mostra grande stupore: «Ahò - gli disse - sei l'unico, gli altri prendono e basta».


Cravatte a Caselli
Forse per siglare la pace, i dirigenti bianconeri hanno invitato in trasferta Ermanno Pieroni per la partita della Juventus con l'Arsenal. E a lui hanno prenotato il pacchetto all inclusive,
1.872 euro. Molto meno pretenzioso il presidente del Coni Giovanni Petrucci: completo da gioco di Del Piero spedito direttamente in ufficio. Agli arbitri venivano regalate borse piene di regali, compreso l'orologio della società venduto anche su Internet a 39,5 euro. Per il giudice di Monza Piero Calabrò «raccomandato» come ospite da Moggi al «Processo di Biscardi» c'era l'ingresso assicurato al Delle Alpi anche se i biglietti erano esauriti. Per il procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli, un pacco di cravatte. Successe in occasione delle festività natalizie del 2004. E le conversazioni sono riportate nei brogliacci. Il 28 dicembre «Moggi telefona a Caselli per gli auguri e per sincerarsi che il regalo è arrivato. Infine lo invita a cena per dopo le feste di Capodanno e Caselli accetta». Due giorni dopo, nuovo contatto: «Moggi - annotano i carabinieri - riferisce a Claudia che gli sta portando un pacco di cravatte da far recapitare a Caselli».


Galliani e la serie C
I carabinieri del Nucleo operativo di Roma scrivono che il 31 maggio del 2005, alle 14.47, la segreteria della sede calcio Milan chiama Meani e gli comunica che gli passerà Galliani: Meani: «Buongiorno dottore. Ho saputo che lei ha parlato già con Puglisi...».
Galliani: «Sì».
M.: «Stamattina... perché mi ha chiamato e mi ha detto...».
G.: «Va bene, va bene... parliamo».
M.: «Ecco, volevo dirle: è possibile che se io posso spingere per due persone con Lanese da mettere nelle commissioni dilettanti e di C?».
G.: «Spinga...».
M.: «Perché... abbiamo un po' di controllo anche nelle categorie inferiori è meglio!».
G.: «Son gente di fiducia?».
M.: «Son gente di su... Guardi uno è Marano, tra l'altro è siciliano
33,5 euro 39,5 euro 27 euro 6,5 euro
e quindi non destiamo neanche nessun sospetto. E' quello che ha fatto il guardalinee in serie A per tanti anni».
G.: «Va bene. Spinga allora!».
M.: «Spingo come un pazzo... E Puglisi però bisogna far tutto per metterlo in A e in B...».
G.: «Vabbè adesso... Dove ma negli assistenti però».
M.: «Negli assistenti certo».
G.: «Certo, va bene!».

L'arbitro e i capelli
Il 10 aprile 2005 alle 15.46 Rodomonti telefona all'addetto agli arbitri del Milan Meani e parla con lui per sette minuti e mezzo: il giorno precedente Rodomonti ha diretto l'incontro tra i rossoneri e il Brescia (conclusosi sull'1-1) non concedendo un rigore agli uomini di Cavasin per un fallo di mano di Nesta che ha considerato involontario.
Rodomonti: «Grande!!! Tutto a posto, no?».
Meani: «Tutto a posto, non sei contento? T'ho fatto anche prendere sette e mezzo da Cecere, che t'ha scritto che sei preparato atleticamente...».
R.: «Ho letto solo la Gazzetta e il Corriere dello Sport, gli altri non li ho letti ma credo che siano tutti sullo stesso andazzo no?».
M.: «Sì... obiettivamente non hai sbagliato niente... Perché anche quella roba là che la menavano sul calcio di rigore... Ma è a un metro e mezzo e girato... Ma son quelle polemiche stupide solite perché c'è di mezzo il Milan...».
R.: «Tutto a posto...».
M.: «Tutto a posto... Comunque guarda che mi ha telefonato il mio presidente che ti da l'indirizzo e ti manda a fare anche a te il trapianto dei capelli lì in Svizzera...».
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/06_Giugno/17/haver.shtml
 
 
 

L'ultima difesa di Moggi: ho taroccato solo la moviola

Post n°363 pubblicato il 19 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

NAPOLI — Prima dice: «Io mi trovo a fare Calimero, che è brutto e nero perché è il più debole di tutti». Poi si lamenta: «Qui mi sembra di essere diventato Provenzano, oppure Gelli». Alla fine, dopo quasi cinque ore che respinge accuse e contestazioni, la spara grossa: «Io sono il classico coglione che viene messo in mezzo».

Riempie duecentoventi pagine la trascrizione dell'interrogatorio al quale Luciano Moggi fu sottoposto dai pm napoletani Beatrice e Narducci il 15 maggio scorso nella caserma dei carabinieri di via in Selci a Roma. E in 220 pagine Moggi ammette di non essere «uno stinco di santo», ma per una sola cosa, aver cercato di taroccare la moviola del Processo di Biscardi: «Ho detto diverse volte a Baldas di dare una mano, questo è il male che ho fatto io».

Per il resto l'uomo indicato dai magistrati di Napoli come il capo della cupola che governava il mondo del pallone, non solo respinge le accuse di aver condizionato i campionati, fatto pressioni sugli arbitri, danneggiato chi non stava alle sue regole del gioco, ma le ribalta, sposta altrove il centro del potere calcistico. Dice: «Il potere è dettato da qualcosa che porta ad avere in mano le leve per distribuire certe cose». I soldi dei diritti tv, soprattutto, a cui punta ogni società. «E Galliani, in funzione di presidente della Lega, dice: non ti preoccupare che ci penso io».

E non solo. Con le tv, sostiene lui, si può incidere anche sulle cose del campionato, e si può colpire la Juve. La spiega così: «Inter-Juventus, centomila televisioni, centomila giornalisti allo stadio e nessuno ha visto il fallo di Ibrahimovic. No, guarda caso, chi vede il fallo? Il digitale terrestre di Mediaset e il giocatore cosa fa? Prende tre giornate di squalifica che terminano dopo la partita Milan-Juventus».

Juve penalizzata, dunque. «E noi abbiamo cercato di dare una mossa, una contromossa, che ci potesse aiutare a fare qualcosa per difenderci». Come controllare gli arbitri, gli contestano i pm. E lui che fa? Va direttamente su De Santis, che nello scenario disegnato dalla Procura di Napoli è il fischietto più fidato e fedele della cupola, e fa un discorso che spariglia tutto: «È stato sempre un problema che a noi ci ha danneggiati. L'anno scorso è venuto con l'Inter nella Supercoppa e ci ha annullato un gol valido di Trezeguet che ci poteva portare al pareggio, a Palermo abbiamo perduto 1-0 e non ci ha dato un rigore che lui ha detto era fuori dalla linea invece era dentro, hanno visto tutti quanti. A Parma abbiamo pareggiato ma potevamo vincere: non ci ha dato un rigore che tutti hanno detto che era un rigore».

Quando non accusa, non ricorda. Come nel caso dell'incontro con Maria Grazia Fazi - segretaria di Paolo Bergamo quando era designatore arbitrale - al santuario del Divino Amore a Roma. Prima cade dalle nuvole, e spiega: «Io al Divino Amore ci vado tutte le volte che vengo a Roma perché sono religioso». Poi, dopo avergli fatto ascoltare una telefonata di un quarto d'ora in cui la Fazi riferisce a Bergamo tutti i particolari del loro colloquio in chiesa, gli rifanno la domanda: «Se lo è ricordato quest'incontro, allora?», gli chiede Narducci. E lui: «No».

Non ricorda neppure di che cosa gli parlava il suo amico Giuseppe Marabotto, procuratore di Pinerolo, in una telefonata del 24 febbraio 2005, ben prima quindi che Moggi, con l'avviso di proroga di indagini inviatogli il 14 aprile, venisse ufficialmente informato dalla Procura di essere sotto inchiesta. Marabotto gli dice: «Per quella storia di cui mi parlasti qualche mese fa, ti ricordi? Di... della... di Napoli, insomma. Tranquillo, buonissime notizie».

Buone notizie da Napoli a Moggi non ne sono arrivate, ma come facevano a parlarne, lui e Marabotto, già il 24 febbraio? La risposta: «Non la so dare una spiegazione, ma è da escludere che prima della notifica sapessi qualcosa».

Un momento di assoluta sincerità, però c'è. Forse non è l'unico, ma questo lo è certamente. Arriva subito dopo la storia del «coglione che viene messo in mezzo», che poi lui stesso commenta con un «ho esasperato». È il momento in cui uno dei due pm gli dice: «Mi pare di comprendere che la sua carriera, quella che è stata sino ad oggi, sia irrimediabilmente finita». Qui Moggi non parla da Moggi, non ci prova nemmeno a cercare parole che gli possano in qualche modo tornare utili. Stavolta ha una sola risposta: «Purtroppo sì».

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/06_Giugno/16/bufi.shtml

 
 
 

Non solo gobbi...

Post n°362 pubblicato il 16 Giugno 2006 da noaigobbi
 
Tag: Notizie

Ringraziamo un nostro caro ed affezionato lettore, grande tifoso della
sampdoria, che ci segnala questa notiziuola riguardante il
presidente del Genoa, Enrico Preziosi ed il DS della Samp, Beppe Marotta.

Ora io dico: ma con quale faccia Preziosi ha il coraggio di parlare,
dopo tutto quello che ha combinato l'anno scorso con la sua
squadra di fenomeni?!
Partite comprate, vendute, frode sportiva...e ora parla?
Che pensi al trave nel proprio occhio, non alla pagliuzza in quello altrui!
Che coraggio!!

http://www.lastampa.it/sport/cmsSezioni/scandalocalcio/200606articoli/2012girata.asp


Preziosi getta ombre sull'operato di Marotta

Il direttore sportivo della Samp si sarebbe "accordato" per la partita con il
Como del 2001/02.
Il patron del Genoa Enrico Preziosi getta un'ombra sul
direttore sportivo della Sampdoria Beppe Marotta, sino a qualche giorno fa
dato tra i possibili nuovi vertici della Juventus. Secondo la deposizione resa
ai magistrati di Napoli Giuseppe Narducci e Filippo Beatrice il primo giugno
scorso da Preziosi, Marotta si sarebbe accordato con l'allora direttore generale
del Como Antonino Imborgia, ora alla salernitana, per truccare l'incontro
Sampdoria-Como del campionato di serie B 2001/02.

Preziosi ha consegnato ai magistrati un Cd-rom, in cui -ha fatto mettere a
verbale- vi sono «riferimenti ad altra partita che so essere stata alterata, e
cioè Sampdoria-Como nella stagione 2001/02 terminata 2-1».

«Solo dopo questo fatto -ha raccontato Preziosi ai pm- io ho appreso prima
dal direttore generale del Como Antonino Imborgia e poi dal calciatore Nappi,
che disputò quell'incontro, che la partita era stata combinata dallo stesso
Imborgia con direttore sportivo della Sampdoria Beppe Marotta».

All'epoca dei fatti Marco Nappi giocava nel Como e fu lui a segnare l'unico goal
della sua squadra in quell'incontro.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: noaigobbi
Data di creazione: 30/10/2005
 

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