Movimento Antilega

“E’ ora di smetterla con la favola della Padania”


 
 Articolo scitto da Stefano Michelazzi – Sinistra Ecologia Libertà del Trentinoe tratto dal sito di www.sinistraeliberta.eu “E’ ora di smetterla con la favola della Padania”Sono profondamente convinto che non sia più tempo di assistere muti all’aggressione continua che questo nostro Paese subisce ogni giorno da parte di quel gruppo di pseudo-politici che si targa a sostegno di un “paese dei balocchi” che ha denominato “Padania”. Neanche Pinocchio sarebbe stato così stolto da cadere vittima dell’affabulazione leghista che si leggittima sulla base di un fantasioso territorio del quale non vi è alcuna traccia né storica né leggendaria. Almeno il mitico “Regno dei Fanes” trova la sua ragion d’esistere nei racconti serali davanti alla “Stube” che, sono convinto, nessun ladino sano di mente, avrebbe la faccia tosta di propagandare come basi della propria storia reale. Ma questi imbonitori da televendita oltre a spararle grosse e mescolare Miti nordici e mediterranei in un “beverone” culturalmente instabile, si propongono non solo come tenutari dell’antica tradizione ed autonomisti in nome delle favole, ma a questo punto, sfruttando l’effetto “ipnosi collettiva”, anche a difensori dell’identità culturale italiana. Questo non possiamo e non dobbiamo accettarlo! Con arroganza e maleducazione sempre più accidiose e dilaganti, con frasi offensive e diffamatorie a chiunque gli si pari davanti si permettono di intimare ad un parlamentare del nostro Paese di “tornarsene al Congo” perché ”un nero non può essere italiano…”. Italiano? Come si permettono di parlare per noi? Come si permettono soltanto di ipotizzare la loro appartenenza al nostro popolo e alla nostra cultura, personaggi che dovrebbero venir denunciati per Alto Tradimento dopo le frasi sulla nostra bandiera? Oltre alla mia totale solidarietà all’onorevole Jean Leonard Touadì, pesantemente offeso, il quale sedendo tra gli scranni di Montecitorio evidenzia la vera cultura del nostro popolo, ricordo a questi fenomeni urlanti che si trincerano dietro una facciata di “difensori di casa propria”, che le loro campagne, i loro cantieri, le loro fabbriche sono pieni di lavoratori immigrati i quali spesso trattati come schiavi, concorrono a gonfiare i loro portafogli. Ricordo che possono comunicare tra loro grazie alla scrittura a caratteri arabi che ci arriva dritta dai Paesi delle Moschee tanto temute. Ricordo che questi popoli hanno contribuito nei secoli al progresso civile nel quale la Padania non compare. Nemmeno in forma di barzelletta.Stefano Michelazzi – Sinistra Ecologia Libertà del Trentino