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Post n°248 pubblicato il 15 Gennaio 2011 da antilega
Cercherò di spiegarvi che cosa accomuna Giuseppe Verdi ed il cantautore comasco Davide Van De Sfroos. I leghisti si appropriano della storia e dei simboli degli altri non avendone di propri. I seguaci di Bossi hanno fatto loro il “Va Pensiero” scritto da Verdi e mentre lo cantano con la mano sul cuore dimenticano che Verdi era un patriota risorgimentale. Il grande compositore parmense fu uno dei primi deputati dell’Italia unita e dopo avere incontrato per la prima volta Cavour gli scrisse commosso una lettera che terminava così “Accolga con bontà, Eccellenza, queste sincere parole del povero Artista, che non ha altro merito se non quello di amare e d’aver sempre amato il proprio paese.”. I leghisti ignorano che il paese che Verdi amava era proprio la loro odiata Italia. I leghisti ignorano che quel coro di ebrei veniva interpretato nei teatri italiani nel Risorgimento come metafora delle condizioni degli italiani sotto gli austriaci. Van De Sfroos è un bravo e simpatico cantautore. Gli è stato sufficiente essere lombardo e cantare in dialetto comasco per diventare di diritto il “cantautore leghista”. Otto anni fa quando la rai trasmise un suo concerto-ritratto il giornale “la padania” e lo stesso Calderoli invitarono i simpatizzanti della lega ad ascoltare con interesse quello che ritenevano impropriamente il cantore della nuova padanietà. Il cantautore rispose perentoriamente smentendo questo forzato accostamento dicendo con forza che non aveva mai votato lega affermando «Io sono un diverso, un ribelle costante, uno con dei temporali in tasca. Evito politica e bandiere, tranne il tricolore e quella del calcio Como. Mi interessano le persone». Eppure non era bastata questo chiara dichiarazione d’amore verso il nostro tricolore a convincere i leghisti. Per molti militanti in camicia verde Van De Sfroos rimaneva un simbolo della padania. Ma in questi giorni ormai anche i più incalliti leghisti si sono dovuti arrendere. Van De Sfroos canterà a Sanremo insieme al romano Francesco De Gregari “Viva l’Italia”. Un altro simbolo della padania che non c’è e non ci sarà mai è miseramente crollato. Ma Calderoli e il giornale “La Padania” possono sempre invitare i militanti ad ascoltare in piedi con la mano sul cuore e gli occhi rossi per le abbondanti bevute l’esecuzione del “Va Pensiero” sempre sul palco dell’Ariston. Peccato che a cantare l’aria verdiana sarà il meridonalissimo Carrisi da Cellino San Marco, noto come Albano. VIVA L'ITALIA CHE RESISTE!!!
VIVA L’ITALIA (F. DE GREGORI) Viva l'Italia, l'Italia liberata, |
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