Io ci sono, e tu?

Pungolosità giornalistiche inopportune: riflettere prima di scrivere


Cari colleghi, scrivo a seguito di un articolo del Sole 24 Ore circa gli "psicologi della monnezza" (in fondo trovate il link per leggere tutto l'articolo) e l'ingaggio di 300 psicologi attraverso la Fondazione Psicologi per i Popoli (tutti del centro nord).Mi fa sorridere pensare che un giornale serio possa deridere un inizativa altrettanto seria. I costumi si acquisiscono all'interno di una cultura di appartenenza, le abitudini possono e se sono malsane devono essere cambiate. Piuttosto che fare dell'ironia facile occorrerebbe spiegare cosa questi colleghi psicologi andranno a fare: sensibilizzare le persone e trovare modalità incisive perchè l'informazine è chiaro che da sola non basta, occorre arrivare a modificare i comportamenti e la persona non è sempre disponibile e motivata a fare questo. Assistiamo costantemente alle notizie di presidi e manifestazioni contro i siti individuati per i termovalorizzatori, proviamo invece a documentarci ed a vedere cosa altri paesi e città hanno fatto. Anni fa per la mia tesi di laurea analizzai un progetto di comunità che utilizzando una metodologia partecipativa era risucita a trovare il consenso e l'adesione di enti pubblici, ditte appaltatrici e cittadini. Si trattava di individuare un sito e realizzare un impianto termovalorizzatore in Piemonte. Il progetto ha avuto l'effetto di far partecipare e responsabilizzare oltre che ascoltare ed informare i cittadini durante tutte le fasi del progetto. Consentire alle persone di incontrarsi e di spegarsi, permettere che le informazioni vengano digerite ed assimilate piuttosto che ascoltate e lasciate scivolare permette di riflesso anche una maggiore comprensione del fenomeno riducendo gli agiti che sono scaturiti dalla disperazione, dalla disorganizzazione del servizio, dai vissuti sedimentati negli anni e dalle problematiche quotidianamente affrontate.Attivare esclusivamente psicologi del nord mi sembra un ennesima svalutazione del meridione e questo è quanto mi sento di contestare in questa iniziativa, dare l'accesso ai triennalisti per affrontare questioni così complicate e sedimentate nella popolazione mi sembra un rischio. Se la scelta di attivare risorse dal nord è alimentata dalla convalidata esperienza di queste regioni, ben venga una partecipazione all'iniziativa ma non un'affidamento totale del compito. Stiamo perciò attenti a quando deridiamo così facilmente le iniziative proposte, se ci ridiamo addosso noi stessi immaginiamo quanto ci derideranno gli altri. In fondo per cambiare e migliorare le abitudini fisiche delle persone esiste uno psicologo dello sport? Nelle scuole attuiamo percorsi di educazione ambientale? E' nella professione dello psicologo la capacità di far dialogare fazioni opposte perchè possano raggiungere obiettivi di comune interesse o modificare comportamenti e abitudini? Tutto il rispetto per i colleghi che si occuperanno della questione e spero solo che riescano a coinvolgere davvero la popolazione e tengano conto dei colleghi campani visto che qualcuno (gli stessi ideatori dell'iniziativa) gli hanno lastricato la strada di vetri (il comprensibile risentimento dei colleghi campani che sono rimasti esclusi). Infine un suggerimento: professionalità significa rispettare chi è del luogo, far capire che si può e si deve collaborare e che una guerra competitiva non porterebbe ad alcun risultato per nessuna delle parti in causa (psicologi del nord, psicologi campani, popolazione campana, governo locale). L'assurdo è che sia il governo a promuovere la faida. Per leggere l'articolo:http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2008/06/psicologi-monnezza.shtml?uuid=b2d6fac0-3e93-11dd-9f82-00000e251029&DocRulesView=Libero