BENEDETTO XVI VERSO GLI USA L’AZZARDO PAPALE DAVANTI A GROUND ZERO DAVIDE RONDONI Nel gesto di inginocchiarsi compirà anche il grande azzardo. Nell’atto di umiltà alzerà anche il più grande azzardo. Nel gesto di aderire per come si può umanamente, cristianamente al dolore di quell’immenso fosso al centro di New York, e attraverso quel fosso, a tutte le altre cavità di guerra e pena aperte nel mondo, compirà anche il gesto inaudito: chiederà la conversione dei terroristi. Nel punto che è emblema dell’oscuramento dell’odio, invocherà Dio perché le persone che l’hanno compiuto o che ne vogliono compiere di analoghi si convertano. Al mostruoso azzardo dell’odio risponderà con l’azzardo della preghiera. Ecco cosa farà Benedetto. Ecco cosa fa il papa che fa il papa e non l’uomo pubblico, che non fa 'solo' l’uomo di pace. Al gesto più spavaldo e furioso compiuto dall’odio risponde con l’umiltà più sfrontata, se così si potesse dire. All’eccesso di odio, risponde con l’eccesso di preghiera. Con una domanda che ci suona eccessiva. Che sembra fuori luogo. Impossibile, così come ci sembrarono impossibili le immagini delle torri colpite, in fiamme e poi del crollo. Alla morte inflitta dai terroristi, risponde chiedendo non la loro morte, non la loro punizione, ma la conversione dei loro cuori. All’azzardo dei loro gesti assurdi, alla ferocia di chi compì quel feroce mestiere di morte, oppone l’azzardo di chiedere a Dio di fare fino in fondo il suo mestiere di Dio. Come se non bastasse chiedere più pace. Come se non bastasse, in quel buco che si è aperto nel centro della città che mai dorme e che pensava d’esser potente, chiedere un po’ di sicurezza. O un po’ di giustizia. Come se in quell’abisso provocato dall’odio, occorresse domandare qualcosa d’altrettanto abissale: la conversione del terrorista. Non so come gli sia venuto in mente. Ma non è la prima volta che la Chiesa aggiunge alle normali richieste di maggiore giustizia, di più equo rapporto tra i popoli, anche una sua speciale domanda. Questa preghiera per la conversione è stata alzata di fronte a tremendi fatti di mafia. In occasione di delitti ciechi, efferati in tanti luoghi della nostra Italia ferita. Non è la prima volta che la Chiesa aggiunge qualcosa a quel che possono dire tutti. A quel che giustamente si soffermano a chiedere i politici, le istituzioni, gli uomini pubblici. Un po’ più di pace, un po’ più di giustizia. Lei aggiunge una domanda in più. La Chiesa ragazza di Dio fa una domanda fuori luogo. Impertinente. Un azzardo. Chiede la conversione dei peggiori. Dei colpevoli. Non solo la loro condanna, la loro messa in situazione di non colpire. Ma la loro conversione. L’addolcimento, l’apertura del cuore a Dio. Lo chiede per loro, quasi guardando Dio negli occhi, con amore e dignità infiniti. Lo chiede per loro, perché lo chiede per tutti. Anche per noi che osserviamo quei fossi del sangue, quei buchi della storia e magari pensiamo di essere i giusti, i già a posto. La chiede per i peggiori, così che anche coloro che si sentono migliori abbiano l’inquietudine di non essere a posto, e di avere un cuore che solo Dio può colmare. Inginocchiato in uno dei luoghi più bui di questi decenni, Papa Benedetto chiederà quello che chiedono tutti. Che non si ripeta, che gli uomini e i governi facciano di tutto perché da orrore non nasca altro orrore. Lo chiederà sapendo di essere successore del Papa che si oppose alla logica di rispondere con le armi alle armi. Ma non farà solo richieste politiche, non farà solo le preghiere 'normali'. Farà questa domanda incredibile, altrettanto forte e memorabile del gesto che creò quell’orrendo fosso. Farà la domanda che certifica più di ogni altra cosa, più di ogni monumento, più di ogni cerimonia, che la speranza è più forte e la vita chiede la vita.
Post N° 195
BENEDETTO XVI VERSO GLI USA L’AZZARDO PAPALE DAVANTI A GROUND ZERO DAVIDE RONDONI Nel gesto di inginocchiarsi compirà anche il grande azzardo. Nell’atto di umiltà alzerà anche il più grande azzardo. Nel gesto di aderire per come si può umanamente, cristianamente al dolore di quell’immenso fosso al centro di New York, e attraverso quel fosso, a tutte le altre cavità di guerra e pena aperte nel mondo, compirà anche il gesto inaudito: chiederà la conversione dei terroristi. Nel punto che è emblema dell’oscuramento dell’odio, invocherà Dio perché le persone che l’hanno compiuto o che ne vogliono compiere di analoghi si convertano. Al mostruoso azzardo dell’odio risponderà con l’azzardo della preghiera. Ecco cosa farà Benedetto. Ecco cosa fa il papa che fa il papa e non l’uomo pubblico, che non fa 'solo' l’uomo di pace. Al gesto più spavaldo e furioso compiuto dall’odio risponde con l’umiltà più sfrontata, se così si potesse dire. All’eccesso di odio, risponde con l’eccesso di preghiera. Con una domanda che ci suona eccessiva. Che sembra fuori luogo. Impossibile, così come ci sembrarono impossibili le immagini delle torri colpite, in fiamme e poi del crollo. Alla morte inflitta dai terroristi, risponde chiedendo non la loro morte, non la loro punizione, ma la conversione dei loro cuori. All’azzardo dei loro gesti assurdi, alla ferocia di chi compì quel feroce mestiere di morte, oppone l’azzardo di chiedere a Dio di fare fino in fondo il suo mestiere di Dio. Come se non bastasse chiedere più pace. Come se non bastasse, in quel buco che si è aperto nel centro della città che mai dorme e che pensava d’esser potente, chiedere un po’ di sicurezza. O un po’ di giustizia. Come se in quell’abisso provocato dall’odio, occorresse domandare qualcosa d’altrettanto abissale: la conversione del terrorista. Non so come gli sia venuto in mente. Ma non è la prima volta che la Chiesa aggiunge alle normali richieste di maggiore giustizia, di più equo rapporto tra i popoli, anche una sua speciale domanda. Questa preghiera per la conversione è stata alzata di fronte a tremendi fatti di mafia. In occasione di delitti ciechi, efferati in tanti luoghi della nostra Italia ferita. Non è la prima volta che la Chiesa aggiunge qualcosa a quel che possono dire tutti. A quel che giustamente si soffermano a chiedere i politici, le istituzioni, gli uomini pubblici. Un po’ più di pace, un po’ più di giustizia. Lei aggiunge una domanda in più. La Chiesa ragazza di Dio fa una domanda fuori luogo. Impertinente. Un azzardo. Chiede la conversione dei peggiori. Dei colpevoli. Non solo la loro condanna, la loro messa in situazione di non colpire. Ma la loro conversione. L’addolcimento, l’apertura del cuore a Dio. Lo chiede per loro, quasi guardando Dio negli occhi, con amore e dignità infiniti. Lo chiede per loro, perché lo chiede per tutti. Anche per noi che osserviamo quei fossi del sangue, quei buchi della storia e magari pensiamo di essere i giusti, i già a posto. La chiede per i peggiori, così che anche coloro che si sentono migliori abbiano l’inquietudine di non essere a posto, e di avere un cuore che solo Dio può colmare. Inginocchiato in uno dei luoghi più bui di questi decenni, Papa Benedetto chiederà quello che chiedono tutti. Che non si ripeta, che gli uomini e i governi facciano di tutto perché da orrore non nasca altro orrore. Lo chiederà sapendo di essere successore del Papa che si oppose alla logica di rispondere con le armi alle armi. Ma non farà solo richieste politiche, non farà solo le preghiere 'normali'. Farà questa domanda incredibile, altrettanto forte e memorabile del gesto che creò quell’orrendo fosso. Farà la domanda che certifica più di ogni altra cosa, più di ogni monumento, più di ogni cerimonia, che la speranza è più forte e la vita chiede la vita.