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Post N° 238


    La realizzazione morale della persona umanaSe così stanno le cose la perfezione morale non consiste di per sé nell’accumulo di qualità buone, quanto nel coltivare la relazione fondamentale, come relazione di amore, dove l’io umano risponde all’appello del Tu divino che lo interpella come suo Principio, suo Creatore e suo Salvatore: « Ascolta, Israele: […] Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze » (Dt 6,4). Il problema non è “autoperfezionarsi” o “autorealizzarsi”, per cui il tempo a disposizione – per quanto lungo esso sia, o si speri che sia - appare necessariamente esiguo, perché « le sofferenze del momento presente non sono paragonabili (ouk áxia) alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi» (Rm 8,18; cfr. 1 Cor 2,9). La parabola degli operai chiamati a lavorare alla vigna esprime con forza questo concetto. È stato notato come alle parabole appartiene di assumere come medio comunicativo una situazione ben nota agli ascoltatori, presa da un’ovvia esperienza quotidiana. In questo quadro però c’è spesso un dettaglio che stona, anzi che scandalizza. Non è un errore nello svolgimento di un canovaccio retorico, ma qualcosa che appartiene pienamente alla sua strategia. Un padrone va a cercare in piazza gli operai per la sua vigna: li ingaggia in diversi momenti della giornata, contrattando con loro la paga di un denaro. I primi chiamati lavorano tutto il giorno, gli ultimi un’ora soltanto. Giunto il momento della paga ci si aspetterebbe un trattamento differenziato, invece tutti ricevono lo stesso. Ecco il momento di rottura, che cozza contro la prassi ovvia degli uomini. Attraverso questa fessura però siamo invitati a scorgere il nocciolo dell’insegnamento. Si tratta appunto di chiarire che il rapporto non è un mero rapporto di lavoro, ma una relazione di amore, dove il “calcolo” non ha luogo[18], dove invece essenziale è la chiamata e la risposta. Ciò ovviamente non significa che questo rapporto non determini un cambiamento anche in termini di progressi qualitativi (le virtù). Il rapporto è per sua natura totalizzante e non tollera di essere relegato ai margini. Dal centro, che è il suo luogo naturale, è chiamato ad investire tutto l’essere della persona che in questa relazione si lascia liberamente coinvolgere.L’uomo intuisce lo scarto tra le aspirazioni eccessive del suo cuore e le forze e il tempo che ha a disposizione, la soluzione reincarnazionista sembra fornire una facile via di soluzione, in quanto la realizzazione si dispiega in un indefinito numero di esistenze. In realtà essa cela l’illusione di risolvere quantitativamente un problema che è di natura qualitativa: una relazione di amore con la Persona assoluta ed infinita non si costruisce mediante degli sforzi umani, per quanto ripetuti e numerosi essi siano. Questa sarebbe la torre di Babele.