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IL SENSO DELLA VITA


   Nelle ideologie che dominano il mondo moderno e che riducono l’uomo a puro fenomeno, a macchina produttrice e consumatrice, a cultore del corpo, a idolatra dell’eros, l’essere umano viene frustrato e tradito nelle sue aspirazioni più profonde.  Per fortuna l’uomo è più grande delle sue miserie e riesce a ritrovare la sua grandezza dopo le varie ubriacature.  Ma con quanta pena per il tempo perduto, le umiliazioni subite e per il fango di cui si è appesantito. Al traguardo di ogni sentiero sbagliato c’è lui, Cristo, col suo dono di verità e di vita.  Il Natale è la festa dell’incontro dell’uomo smarrito col Dio incarnato che non può permettere che la sua creatura, con la quale si è fatto solidale, resti smarrita, umiliata, sporca.  Neanche la Chiesa - che pure tra molte contraddizioni e infedeltà dei suoi uomini, prolunga Cristo nel tempo - può permetterlo.  Da ciò le deriva l’obbligo sia di annunciare la buona notizia di Gesù, sia di ripetere a tutti coloro che hanno nelle loro mani il destino dei popoli e delle nazioni che l’esclusione di Cristo dalla storia è un atto contro l’uomo. Cristo è necessario all’uomo come l’acqua al pesce: per vivere e per conoscersi.  "Non si può comprendere l’uomo fino in fondo senza Cristo. O piuttosto l’uomo non è capace di comprendere se stesso fino in fondo senza Cristo.  Non può capire né chi è, né qual è la sua vera dignità, né quale sia la sua vocazione, né il destino finale. Non può capire tutto ciò senza il Cristo.  E perciò non si può escludere Cristo dalla storia dell’uomo in qualsiasi parte del globo, e su qualsiasi latitudine o longitudine geografica.  L’esclusione di Cristo dalla storia dell’uomo è un atto contro l’uomo... La storia di ogni uomo si svolge in Gesù Cristo. In lui diventa storia della salvezza" (Giovanni Paolo II, Omelia a Varsavia, 2 giugno 1979).