Sogni in qwerty

Quel silenzio che nessuno ha mai sentito


 Quel silenzio che si sente forse solo nelle notti invernali in campagna o in montagna, lontano dalle sirene che ululano disperate nel vuoto illuminato delle strade cittadine; quel silenzio senza i ronzii dei frigoriferi o dei condizionatori; quel silenzio rotto solo dal ticchettio del mio cuore e dal sibilo dell’aria che va su e giu’ nei miei polmoni. Quello e’ un silenzio scontato a cui pochi prestano attenzione. Riccardo Cocciante nel 1976 scriveva un verso capolavoro in Margherita : “Io le costruiro’ un  silenzio che nessuno ha mai sentito” . Preso dal mio lavoro e dai miei interessi, sono impegnato a costruire il rumore che mi circonda, a dargli un senso, a organizzarlo in maniera logica, a riempirlo di altro rumore, sperando di cooperare, nel mio piccolo e come  posso, alla armonia universale; ma cosa esattamente e’ la armonia universale? Nell’universo la maggior parte della fisicita’ e’ fatta di “nulla” e di buio; o meglio, di radiazioni invisibili e in-udibili ai nostri occhi e ai nostri orecchi; addirittura, e’ fatta di antimateria, qualcosa che qualcuno sta ancora studiando e che io, malgrado la buona volonta’, non riesco nemmeno a immaginare come sia fatta  esattamente. Qui sulla terra, forse l’approssimazione piu’ vicina al cosmo e al suo silenzio e’ una notte stellata senza luna, buia e silenziosa. Non ricordo di essere mai stato per piu’ di qualche secondo in una condizione come questa; mentre sono li', che cerco di entrare in sintonia con il mio cosmo interiore, ad un tratto compare la luce lampeggiante di un aereo, o un grillo impaziente si mette a chiamare la sua amata che si attarda altrove,  o un pipistrello passa a due centimetri, a volo radente; e l’incantesimo, faticosamente cercato e costruito, si rompe come un castello di carte al soffio dispettoso di un bambino. Quel bambino non sapra’ mai la fatica fatta per tirarlo su, quel castello, e lui lo demolisce senza un vera ragione, solo per dispetto. Qualcuno chiama questo “libero arbitrio”, ma per me e’ solo pura, assoluta, onesta ignoranza. Antonio Facchiano